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Messaggi di cordoglio per Marco dagli amici francesi e spagnoli PDF Stampa E-mail
Venerdì 16 Febbraio 2018 17:40

Nel pomeriggio abbiamo ricevuto brevi messaggi di cordoglio da Luc Vollard, a nome della Commissione degli storici e statistici francesi, e da José Javier Etayo Gordejuela, presidente della AEEA, la Associazione spagnola degli statistici, e da Ignacio Mansilla, segretario della stessa. Questi i messaggi:

Luc Vollard: "In the name of all the French History and Documentation  Committee, received our sincere condolences. You can also pass on our friendships to Marco’s family".

José Javier Etayo Gordejuela:"Lo siento mucho, Ottavio. Gracias por comunicárnoslo. Un fuerte abrazo".

Ignacio Mansilla:"Gracias por informarnos y por favor transmite las condolencias de la AEEA a todos los colegas italianos".

Marco era molto noto all'estero per la sua cultura e per la sua disponibilità. Spesso aveva aiutato alcuni dei colleghi francesi, e collaborava con ricerche con la rivista dei NUTS, gli storici e statistici inglesi.

Ultimo aggiornamento Venerdì 16 Febbraio 2018 17:52
 
Cultura, un sostantivo che aveva un profondo significato per Marco Martini PDF Stampa E-mail
Venerdì 16 Febbraio 2018 09:11

Riceviamo da Paolo Marabini, amico e componente del Consiglio direttivo del nostro Archivio Storico, queste righe di sentito ricordo di Marco Martini.

CIAO MARCO 

Mi viene chiesto spesso come ho trovato una determinata informazione, la data di un record che nessun annuario ufficiale riporta, una fotografia di un secolo fa, il risultato in una garetta provinciale del 1930. Lo devo alla mia passione e alla mia sete di conoscenza nei confronti di questo sport. E naturalmente a una minuziosa ricerca ultratrentennale, che però ha potuto avvalersi del lavoro unico, incredibile, maniacale, appassionato di poche persone. 

Una di loro, da ieri mattina, non è più fra noi. E la notizia della sua morte, a 64 anni, mi ha molto rattristato. Perché Marco Martini era prima di tutto un uomo speciale, poi anche - ma quel poi non appaia riduttivo - un appassionato di atletica e di statistica come ce ne sono pochi nel mondo, che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca, meticolosa ed esemplare. 

Da ragazzo era stato atleta, quattrocentista del Cus Roma, ma non verrà certo ricordato per i suoi risultati in pista, che egli stesso definiva “meno che modesti”. Invece non potranno essere dimenticati i suoi inediti lavori storici e statistici, frutto appunto di quella sua mania per la ricerca che è stata la missione della sua ascetica e monacale esistenza. 

Non a caso, insieme a Ottavio Castellini, Aldo Capanni e ad Alberto Zanetti Lorenzetti, è stato l’anima dell’ASAI Bruno Bonomelli, l’archivio storico dell’atletica italiana, fondato 25 anni fa, di cui molti di voi probabilmente conosceranno la valenza, a differenza di disattenti dirigenti federali che ne hanno spesso sottovalutato il peso specifico, convinti che la cultura non abbia importanza quando devi costruire medaglie... 

Il contributo di Marco a questa parola "spaventosa" - cultura - è stato immenso, totale. Le sue pubblicazioni resteranno delle assolute pietre miliari, a cominciare dal ciclopico lavoro sulla storia dell'atletica maschile italiana “Da Bargossi a Mennea”. Per non parlare dell’insostituibile apporto di ricerca e conoscenza ai volumi della storia dei campionati italiani, redatti insieme ad altri stimati storici e statistici. E poi la ricostruzione degli incontri della Nazionale, finanche una divagazione oltre i confini italiani, ovvero un bellissimo volume sulla storia dello sport fra le popolazioni indigene. 

Ci lascia un grand’uomo, di rara sensibilità. Un uomo d'altri tempi, verrebbe da dire, dai modi gentili e delicati. Proprio come il suo fisico minuto, che negli ultimi anni si era sempre più indebolito sino a portarlo, ieri sera, al prematuro addio dalla vita terrena. Sentivo il dovere - in questo ambito che divulga molte informazioni storiche frutto anche del suo instlavorile o - di tributargli un ricordo, per quanto mai abbastanza adeguato a quello che è stato realmente Marco. Io gli sarò eternamente grato. E lo ricorderò sempre con affetto.

Ultimo aggiornamento Venerdì 16 Febbraio 2018 09:19
 
In punta di piedi Marco Martini ha concluso la sua serena avventura umana PDF Stampa E-mail
Giovedì 15 Febbraio 2018 20:08

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Ore 20.45: trilli del telefono portatile ci richiamano al legame con la realtá mentre siamo attratti da un servizio intelligente su una etnia della foresta amazzonica, trasmesso dalla televisione spagnola. Ci raggiunge Augusto e, subito, dalla voce percepiamo che non è portatore di buona novella. Marco Martini ci ha lasciato questa mattina, nella solitudine di cui si era circondato da sempre ma soprattutto dopo la morte dei genitori. Non vedendolo arrivare in ufficio, alla sede romana della Federazione italiana di atletica leggera, una collega, dotata di particolare sensibilità, si è allarmata, conoscendone da tanti anni la meticolosità, l'educazione, il sacro rispetto del lavoro, cui si era dovuto piegare pur non essendo quello che gli confaceva. I successivi interventi hanno portato alla certezza dell'accaduto.

Durante il servizio sulla tribù amazzonica erano passate immagini di un combattimento di lotta fra gli indigenti e con il giornalista francese che ha realizzato il reportage. L'associazione con Marco Martini e il suo pluridecennale lavoro di ricerca sui legami fra lo sport e il sacro, sullo sport nelle popolazioni antiche, era passato come un flash nella nostra mente. Nel 2014 aveva trovato una casa editrice che aveva pubblicato il suo eccezionale lavoro "L'energia del sacro. Lo sport tra i popoli di interesse etnologico". Ricerca che considerava ancora parziale e alla quale dedicava gran parte del suo tempo libero. Marco, lui sì, avrebbe avuto diritto ad una cattedra universitaria di storia dello sport, e invece stava a fare il passacarte in una federazione sportiva.

Avevamo ricevuto da Marco poche righe, proprio martedì scorso, a seguito di una nostra comunicazione, riservata ai componenti del Direttivo, sulla prossima Assemblea dell'Archivio Storico. Da qualche anno ricopriva la carica di vicepresidente. La riportiamo nella sua integrità:

"Ricevuta notizia prossima assemblea ASAI. Disastroso mio crollo fisico dalla seconda metà del  2017. Sono contento di essere riuscito a fornire il mio contributo per il libro del  1945. Il 2018 è il mio ultimo anno (parziale) sul pianeta Terra. Grazie per la stima accordatami in tutti questi anni, che ricambio. Ti prego di un ultimo favore: inserire sul sito ASAI la nuova versione delle liste  1945, con importanti integrazioni di Alberto  Zanetti (vedi allegati)".

Tristezza, commozione, il peso gravoso di una perdita umana e professionale. Riposa in pace, caro Marco, sorretto come per tutta la vita da una Fede salda e profonda.

Nella foto: un commosso Marco Martini mostra il Premio Bruno Bonomelli, che ricevette durante la Assemblea dell'A.S.A.I. a Castenedolo nel 2013.

Ultimo aggiornamento Domenica 18 Febbraio 2018 17:36
 
Volete saperne di più sull'atletica francese? Allora la "Lettre" fa per voi, apritela PDF Stampa E-mail
Lunedì 12 Febbraio 2018 10:04

Gilbert Rossillo ci rinfresca la memoria sul consueto appuntamento con il sito degli storici e statistici francesi. Nel nuovo aggiornamento parecchi argomenti che possono interessare i nostri soci e lettori.

Bonjour à toutes et à tous,                         

A​u nom de la Commission Documentation et Histoire de la Fédération Française d'Athlétisme, j'ai le plaisir de vous adresser la 76ème lettre mensuelle d'informations avec son traditionnel résumé des études réalisées ou mises à jour au cours de janvier que vous pouvez consulter plus en détail via le lien suivant : https://cdh.athle.com/  

Rendez-vous incontournable l'EDITO - C'EST ARRIVÉ EN FÉVRIER ... 1987​, Rédaction Luc Vollard

Images intégrées 1   Les championnats d’Europe en salle 1987 furent une grande réussite à Liévin, notamment avec le record du monde de Bruno Marie-Rose, le titre de Thierry Vigneron mais aussi la confirmation du talent deSerge Hélan. Le triple-sauteur du CA Montreuil avait déjà battu le record de France l’été précédent mais il attaqua l’année sur des bases encore meilleures. Le 15 janvier, déjà à Liévin, il ...

En lire plus en page d'accueil du site au centre ou accès via la colonne de gauche Editos
DU NEUF, DES COMPLEMENTS ET DES MISES A JOUR ...

Rédaction Gérard Dupuy

Images intégrées 2

 

Bien entendu toute l'équipe de la CDH vous adresse ses meilleurs vœux pour 2018 ! Un maximum de plaisir dans tout ce que vous entreprendrez et nous l'espérons aussi en parcourant votre site préféré !

Du nouveau avec un aperçu du bilan du désormais traditionnel meeting en salle de Nantes depuis sa création et la rubrique curiosités vous propose quelques conseils pour courir lorsque vous êtes sous les drapeaux en plein conflit mondial il y a un siècle.
Il y a quasiment un siècle également, nos ancêtres pratiquaient déjà l'athlétisme avec ferveur et les bilans très complets des années 1919 et 1920 vous attendent dans le menu "bilans anciens".

Le dictionnaire de l'athlétisme français a été remis à jour à l'issu de l'année 2017 en ce qui concerne les féminines, les masculins se préparant à venir les rejoindre.

Enfin des mises à jour parfois conséquentes, d'autre fois un peu moins ont été apportées aux familles d'internationaux (menu curiosités), aux nationalités acquises ou double nationalités (menu utilitaires) et commetrès régulièrement aux finalistes des championnats de France essentiellement des temps "héroïques" ainsi queles bilans collectifs de ces championnats de France qui vont désormais jusqu'en 1929.

Bonne lecture, et n'hésitez pas à visiter le site de fond en comble, vous y découvrirez des trésors à n'en pas douter ! 

4 x 100 M - BILANS TOUS TEMPS TOUTES CATÉGORIES F. et M. Etude de Gilbert Rosillo . Comme annoncé débout janvier, voici le premier volet des bilans tous temps relatifs au relais 4 x 100m. Les autres suivront à plus ou moins long terme, le 4 x 400m sera la prochaine étape avant si possible les Interclubs. Accès direct via ce lien :  https://cdm.athle.com/upload/ssites/001059/100%20mpf%20tt/relais__4x100m_toustemps-tc.pdf

PALMARES : MEETING EN SALLE

Rédaction Olivier Martinot Lagarde

1) Mise en ligne du meeting de Val-de-Reuil :
La salle de Val de Reuil a la particularité de posséder une salle d’échauffement dans le prolongement de la piste, qui permet de courir un 110 m haies à l’abri ! Mais c’est aussi un écrin magnifique qui accueille, depuis 2010, un excellent meeting et des épreuves parfois hors normes comme le 400 m haies, Félix Sanchez ayant enchanté le public à plusieurs reprises. Mais il n’est pas le seul à s’être illustrer … La dernière édition a lieu le samedi 27 janvier.

Liens vers le palmarès : https://cdm.athle.com/asp.net/espaces.html/html.aspx?id=26799

vers le site de l'organisateur : https://eure.athle.com/asp.net/espaces.html/html.aspx?id=35941

2) Mise en ligne du meeting de Nantes :

Achevée en 2013, la salle de Nantes fait partie des nouvelles installations qui permettent à l’athlétisme hivernal de poursuivre son développement. Dès 2014, un meeting national a naturellement pris sa place dans le calendrier, attirant nos meilleurs athlètes à quelques semaines des championnats de France. La cinquième édition a eu lieu le samedi 20 janvier.
Liens vers le palmarès : https://cdm.athle.com/asp.net/espaces.html/html.aspx?id=26799

vers le site de l'organisateur : https://nmathle.fr/

Cette lettre a pour but de vous présenter les principales mises à jour du mois précédent. Mais en fonction de vos propres pôles d'intérêts, vous pouvez parcourir sans modération les différents dossiers qui vous sont présentés.

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Febbraio 2018 19:12
 
Bargossi, vita grama di un povero podista nelle terre di S.M. Apostolica PDF Stampa E-mail
Venerdì 09 Febbraio 2018 13:00

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"...Fu dunque pedibus calcantibus che visitammo Gorizia, Trieste, Pirano, Capo d'Istria, Pola e Fiume. Erano strade infernali quelle, e ci capitò altresì di guadar torrenti, valicar montagne, tal fiata sotto la sferza di un sole che avrebbe fatto arrossire quello del Tropico, tal'altra sotto una pioggia torrenziale...". Questo leggiamo alla pagina 18 del libricino autobiografico di Achille Bargossi, pubblicato a Forlì, sua città natale, nel 1882. Facciamo omaggio di queste parole, e di quelle che seguiranno, al nostro segretario Alberto Zanetti Lorenzetti, che possiamo considerare uno dei più accreditati studiosi delle vicende sportive di quelle terre istriane. E, ovviamente, a tutti i lettori del nostro sito che avranno ancora la bontà di leggerci. E non si stupisca se legge qualche verbo sintatticamente sbilenco, o nota punteggiatura avventurosa, noi abbiamo deciso di copiare il testo tale e quale.

Bargossi, a quel tempo, viaggiava con Luigi Bertaccini, di Meldola, che gli aveva chiesto consigli e volle unirsi a lui nelle peregrinazioni pedestri in Italia e fuori. Anni dopo se ne andò per la sua strada, e chiuse i suoi giorni nel 1877 all'Aja, in Olanda.

"...E appena arrivati in qualche borgata o città, ci dovevamo, magari a pancia vuota, raccomandare ancora alle nostre gambe per provvedere del materiale, come dicono i saltimbanchi, alla fabbrica dell'appetito. E non era raro il caso in cui, dopo una marcia di trenta o quaranta chilometri susseguita da una gara alla corsa, non ci trovavamo d'aver raccolto abbastanza di che sfamarci.

"Ebbene, credete voi che la sfiducia e lo scoramento s'infiltrassero, per ciò, nell'animo dei due corridori? Manco per sogno! Si facevano quattro salti e via di corsa in cerca di un villaggio o di una città più generosa. E le strette della fame, la stanchezza, i disagi non ci fecero mai passare nell'animo il pensiero di un'azione disonesta. Lo dico qui a lode di me non solo, ma altresì del mio povero compagno, nel quale, colla mia istruzione trasfondeva anche il mio coraggio e l'inesauribile mia allegria...Pure vi fu un giorno, gran brutto giorno!, in cui poco mancò non perdessimo la nostra allegria. Anzi non assicuro che non la perdessimo quel giorno là. Il guaio si fu che insieme all'allegria si rischiò di perdere la santissima pazienza, e che il carattere romagnolo avesse a scattare fuori. E se ci fossimo spinti sino a suonare quattro ben assestati lattoni, sangue di una locomotiva!, non avessimo avuto po' poi tutti i torti. Giudicane tu candide lector.

"Avevamo viaggiato, sempre coi cavalli di S. Francesco, tutta quant'è lunga una notte e parte d'una giornata, per recarci da Pirano a Fiume. Strada montuosa e disagevolissima, sotto una pioggia persistente e con un freddo che faceva il termometro avvicinare allo zero colla premura di un ministro delle finanze. Non parlo dello stomaco: c'era dentro quel vuoto che in una macchina pneumatica allo stato di mancanza d'aria. Non avevamo più nemmeno la voglia di cantare le nostre canzonette, tanto s'era uggiti e stanchi. Ne sorreggeva solo la speranza di fare buoni affari a Fiume, città popolosa e intelligente. Vi arrivammo alla fin fine; e sboconcellato un pezzo di pane, che inafiammo con...acqua pure dei torrenti, ci recammo subito da quel signor commissario di polizia per avere il permesso di dare una corsa. Era obbligo in noi di chieder licenza all'autorità di polizia, ma per esserci mai questo permesso stato negato, e trattandosi altresì che, pur desiderando in cuor nostro che quelle povere provincie ritornassero in seno alla madre Patria, non avevamo però mai avuto la melanconia di fare propaganda di queste nostre idee, e che se s'era sollevato qualcosa sui nostri passi, fu la polvere, e non certo le popolazioni, noi avevamo dunque finito per convincerci, che quella del chieder licenza fosse una pura e semplice formalità. Ehi! state a sentire.

"Quel signor commissario dunque, dopo averci squadrati d'alto in basso, rispose alla nostra domanda di permesso con un'altra domanda. Cos'eravamo cioè venuti a fare negli Stati di S.M. Apostolica. Che sia sordo? dissi tra me, e ripetei che eravamo due buoni diavolacci e che si ci guadagnava da vivere facendo delle corse. Ma quel grifagno commissario aveva forse subodorato in noi dei congiurati irredentisti, poichè ci rispose chiaro e tondo che siccome eravamo italiani, così andassimo a correre in Italia, come se dove eravamo allora non fosse...basta! chinammo il capo davanti a quella perla di funzionario. Ed io non potei a meno di convincermi che per essere commissario bicipite quel cretino aveva pochissimo cervello.

"Si ritornò dunque indietro, per timore che ci potesse capitar di peggio. E così poche ore dopo rifacevamo la strada percorsa, ed il giorno dopo si giunse a Trieste stanchi, sfiniti e con pochi centesimi in tasca. Fatti cauti dall'accoglienza del poliziotto di Fiume, non ardimmo ridomandare licenza di dare un'altro spettacolo a Trieste, dove ci eravamo prodotti pochi giorni avanti. Motivo per cui, scarseggiando sempre più il denaro nostro, al pomeriggio dello stesso giorno...gambe in spalla e via per Gorizia...".

Ultimo aggiornamento Venerdì 09 Febbraio 2018 14:04
 
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