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Giurin giurello, Martinho Nobre dos Santos giura per tutti anche per quelli un po' troppo birichini PDF Print E-mail
Friday, 07 October 2016 13:20

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Saremmo curiosi di sapere che cosa è passato nella mente di Martinho Nobre dos Santos quando ha appreso (non certamente dai giornali come noi) che 36 tra arbitri e giudici che avevano svolto il ruolo di ufficiali giudicanti ai Giochi Olimpici di Rio erano stati sospesi dall'Associazione mondiale della boxe dilettantistica, sospesi in attesa dei risultati di una indagine aperta sul loro operato. Sospesi non vuol dire condannati, ovviamente. Durante i Giochi "rumori" di verdetti perlomeno incomprensibili erano ricorrenti, non casi isolati. Non è la prima volta, non sarà l'ultima. Le discipline sportive soggette a giudizio umano spesso hanno avuto grossi problemi: ginnastica, tuffi, pugilato appunto, e altre.

Martinho Nobre dos Santos. Chi è costui? Un pezzo di storia dell'atletica brasiliana, ci sia consentito. Se ci mettiamo a scrivere la sua storia personale dovremmo farla in più puntate. In stretta sintesi: Segretario Generale della Federazione carioca, giudice internazionale, fino a raggiungere l'apice con la chiamata a Direttore Tecnico dei Giochi di Rio per il Comitato Organizzatore Locale. E, sorpresissima per chi come noi, pur essendo lì, non aveva avuto "soffiate", ce lo siamo trovati sul podio nello Stadio Maracaná la sera della Cerimonia d'apertura dei Giochi  come simbolo di tutti i giudici nazionali e internazionali di tutti gli sport che avrebbero operato nelle due settimane di gare. Anche di quelli del pugilato....Martinho è un caro amico da molti anni, abbiamo spesso lavorato con lui in diverse organizzazioni mondiali, l'anno scorso a Cali, in Colombia, per i Mondiali U18. Ci ha fatto molto piacere che la scelta sia caduta su di lui per il giuramento.

Risvoltino storico per i non addetti ai lavori: il giuramento degli arbitri è stato introdotto nel cerimoniale olimpico nel 1972, all'apertura dei Giochi invernali a Sapporo, in Giappone.

Nella foto sopra, scattata sulla pista dello Stadio Olimpico di Rio, Carlos Fernández Canet e Ottavio Castellini posano con Martinho Nobre dos Santos. Sotto: il video del giuramento di Martinho.

Last Updated on Saturday, 06 June 2020 16:58
 
I conti in tasca ai Giochi Olimpici, ma chi li fa davvero? (2) PDF Print E-mail
Friday, 07 October 2016 09:45

Yuriko Koike non è sicuramente un nome familiare alla massa. Intuitivo (speriamo) che è giapponese. Yuriko Koike è, dallo scorso 31 luglio, la nuova governatrice della città di Tokyo. Dove, questo crediamo lo sappiano in parecchi, nel 2020 si celebrerà la XXXII edizione dei Giochi Olimpici dell'Era Moderna. La signora Koike è dunque arrivata da poco al vertice della amministrazione di una delle città più grandi del mondo (quasi 14 milioni di abitanti) e già questo è sufficiente per togliere il sonno a chiunque, ma adesso si sono aggiunti anche gli incubi notturni, incubi a cinque cerchi.

La signora Koike ha fatto rifare i conti e ha scoperto che, rispetto al budget iniziale presentato nel 2013 al momento della "battaglia" per l'assegnazione dei Giochi (settembre, Buenos Aires), budget che ammontava a 7 miliardi e 300 milioni di dollari, secondo i nuovi conti sarebbe dell'ordine di 30 miliardi, quattro volte tanto. La signora Governatrice ha fatto subito sapere che così non va, che questi soldi non ci sono né a Tokyo né in Giappone. Quindi all'opera con le forbici, tagliare, tagliare, tagliare. Solo lo Stadio Olimpico nel progetto di una delle star mondiali dell'architettura, l'anglo-iracheno Zaha Hadid, aveva già raddoppiato i costi, Ci spiace, ha detto la Lady di ferro: se ne fa un'altro che costi meno.

Un amico giapponese che abbiamo interpellato è stato molto drastico: purtroppo la signora deve recuperare le ruberie dei precedenti amministratori, ci ha scritto. Dunque, tutto il mondo è paese, banale ma incontestabile.

Lasciamo la signora Koike ai suoi lavori di taglia-e-cuci, per segnalare che abbiamo letto uno studio preparato da tre ricercatori della SAID Business School della Università di Oxford. Lo studio, recentissimo, porta questo titolo: The Oxford Olympics Study 2016: Cost and Cost Overrun at the Games. Detto alla buona: costi e sovraccosti dei Giochi Olimpici. Data la serietà della organizzazione, che produce rigorosissime ricerche, la lettura di queste pagine, fa gelare il sangue. Lo studio è al momento ancora preliminare e le prime conclusioni vengono fatte circolare per ulteriori approfondimenti e discussioni fra accademici e ricercatori. Pertanto anche il testo non  può essere pubblicato o riprodotto parzialmente senza apposita autorizzazione.

Quello che impressiona sono le percentuali di sforamento dei budget: non ce n'è uno che abbia rispettato le previsioni. Viene così naturale una domanda, o più domande: ma chi li fa 'sti budget? degli ubriachi? degli incompetenti? ci sono degli imbroglioni? Se in una qualsiasi azienda succedesse lo stesso, qualcuno pagherebbe duramente. Invece nel dorato (oro di Bologna che vien rosso dalla vergogna, si diceva un tempo) mondo dello sport chi sfora le previsioni del 50, 90, 166 per cento (Montréal 1976, 720 per cento!!!!!!!!) viene innalzato agli onori massimi, decorato, promosso ad alti incarichi. Mentre invece andrebbe messo in galera e le chiavi buttate nel profondo di uno degli Oceani. Sperperano denari pubblici, della povera gente, che ai nostri giorni cresce a dismisura, e non succede niente. La Grecia ha pagato e ancora paga i Giochi del 2004, sfiorando la rivoluzione sociale: stipendi volatilizzati, assistenza medica precaria, trasporti più cari, si è sfiorato il default del Paese. Che succederà di Rio 2016? Non vogliamo neppure immaginarlo, con un Brasile che ha il PIL negativo al 4,5 per cento, secondo stime recenti: il peggior risultato dal 1996. Lontani i fasti del 2009-2010, con crescita vicina o superiore al 10 per cento.

Dalla ricerca della Oxford University si può trarre una prima conclusione, in sintonia con gli autori dello studio (Bent Flyvbjerg, Allison Stewart e Alexander Budzier): i Giochi Olimpici hanno mediamente il più elevato sforamento di budget di qualsiasi altro megaprogetto organizzativo mondiale. Da cui si deduce che economie fragili e con poca capacità di assorbire debiti di tale portata fanno meglio a non seguire le megalomanie di élite sportive che pensano solo alla loro vanagloria. E ognuno tragga le conclusioni che vuole.

Last Updated on Sunday, 09 October 2016 09:25
 
C'è anche chi si accorge della straordinaria attualità degli scritti e delle idee di Bruno Bonomelli PDF Print E-mail
Thursday, 06 October 2016 09:29

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La sorpresa è stata notevole, non lo nascondiamo. E ci ha fatto enormemente piacere. Un socio ci ha segnalato un sito che, colpevolmente, non conoscevamo: www.ilcoach.net . Ce ne sono tali e tanti che per la verità si fa un po' fatica a stare aggiornati, soprattutto per chi, nella vita quotidiana, ha altro da fare, e anche non avendo da fare 'sto Internet sta venendo anche un po' a noia, essendo sempre più difficile discernere il grano dal loglio. Inattesa la pubblicazione della copertina di un nostro libro, nostro nel senso di Archivio Storico dell'Atletica Italiana. E non un libro qualunque (per la verità non ci pare di averne mai fatti di inutili, presumiamo) ma il primo libro editato nel 1994, anno di fondazione dell'A.S.A.I., e dedicato all'uomo che ha ispirato il nostro gruppo: Bruno Bonomelli.

Qualcuno della redazione del sito in questione ha scritto e postato (dicono così oggi, con un termine che fa schifo) il 22 settembre un articolo con questo titolo: "Uno sguardo al futuro....70 anni fa". Riportiamo solo pochi passaggi, invitando i nostri utenti ad andare a leggere l'intero intervento, che giudichiamo molto ben scritto, intelligente, attuale. Leggiamo dunque l'incipit:"Essere convinti della novità delle proprie idee e dei propri progetti, talvolta è legato a  ignoranza e presunzione. Molto più spesso invece, i nostri, sono passi certo nuovi, ma che ricalcano orme già segnate...Una traccia importante in questo senso l’ha lasciata Bruno Bonomelli: allenatore, giornalista, statistico, polemista. Rileggere i suoi scritti oggi, nella raccolta “Bruno Bonomelli Maestro d’atletica”,  pubblicazione dell’Asai datata 1994 e curata da Alberto Zanetti Lorenzetti, fa capire che certe conclusioni, oggi come allora, sono l’approdo naturale di un approccio sincero, onesto e intelligente (probabilmente sincerità ed onestà spesso sono il risultato dell’intelligenza quando non teme di affermare se stessa)".

Qui ci fermiamo. Ripetiamo: merita leggere tutto lo scritto, che si trova su questo indirizzo https://www.ilcoach.net/uno-sguardo-al-futuro-70-anni-fa/. Per parte nostra ringraziamo, anche a nome del nostro socio fondatore-oggi segretario- Alberto Zanetti Lorenzetti per la riscoperta di questo volume cui siamo particolarmente affezionati.

Aggiungiamo una noticina "commerciale": abbiamo ancora a disposizione un piccolo numero di copie del volume. Con un contributo all'A.S.A.I. di 30,00 Euro (tutto compreso, dettagli su Benvenuti in ASAI) si possono leggere analisi, critiche, visioni, che sembrano essere state formulate...domani. Crediamo che sarebbe un grande vademecum per chi "corre" per poltrone, presidenze, consigli, consiglietti, mense e merende. Sono gli unici ormai che corrono davvero....

Last Updated on Thursday, 06 October 2016 10:14
 
Liste italiane di ogni tempo: disponibile la nuova versione aggiornata da Enzo Sabbadin e Enzo Rivis PDF Print E-mail
Wednesday, 05 October 2016 09:59

Nuova edizione delle liste italiane di ogni tempo tempestivamente allestite dai nostri Enzo Rivis ed Enzo Sabbadin, a conclusione delle varie fasi dorate e argentate del Campionato di società. Data dell'aggiornamento: 27 settembre, I nostri compilatori - che ringraziamo vivamente - ci danno appuntamento a fine anno per la versione conclusiva.

Veloce promemoria sull'uso che ne può fare l' appassionato di numeri. Nella colonna di sinistra della copertina del nostro sito l'utente trova una rubrica che recita "Liste italiane di ogni tempo" con due sottotitoli "Uomini", "Donne" , dove sono pubblicate le liste degli atleti/atlete italiani di ogni tempo, che vanno ad affiancare quello storiche compilate e aggiornate da Marco Martini, in altra Sezione. Troverete per tutte le attuali discipline olimpiche, e in aggiunta 3000 metri - mezza maratona - marcia 10 mila metri - giavellotto vecchio modello, i / le migliori 40 atleti/e, e le migliori 20 prestazioni. Evidenziati in rosso/giallo i risultati ottenuti nel 2016; performances indoor e record personali in pista coperta sono in calce ad ogni disciplina. Chiunque, dopo averle consultate, avrà dei rilievi da fare, o apportare aggiornamenti, o correggere qualche dato del passato, sia tanto gentile di farle avere direttamente ai due compilatori ai loro indirizzi di posta elettronica   This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it   e  This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it  

NEW - On the left site of this page you can find a new section "Liste italiane di ogni tempo - Uomini - Donne". It is a compilation of the Italian All-time Lists, Men & Women, compiled by the two ASAI members Enzo Sabbadin and Enzo Rivis. The Lists (40 athletes, 20 performances for each event) are updated a couple of days ago / Listas italianas todos tiempos: el link en la columna de la izquierda de esta misma pagina/ Listes italiennes de tous le tempes: hommes, femmes

Last Updated on Wednesday, 05 October 2016 10:17
 
La Commissione Storica francese ci propone la lettura di un nuovo numero della "Lettre Mensuelle" PDF Print E-mail
Monday, 03 October 2016 08:37

Consueto appuntamento di inizio mese con l'atletica francese. Riceviamo da Gilbert Rossillo l'ormai abituale messaggio che ci ricorda che, per chi ha interesse,  è disponibile sul loro sito Internet il nuovo numero della "Lettre" nella quale i componenti della Commissione pubblicano le loro ricerche e aggiornano i dati dell'atletica transalpina.

Bonjour à toutes et à tous,          
A​u nom de la Commission Documentation et Histoire de la Fédération Française d'Athlétisme, j'ai le plaisir de vous adresser la 59​è ​lettre mensuelle d'information avec son traditionnel résumé des études réalisées ou mises à jour au cours du mois d'août que vous pouvez consulter plus en détail via le lien suivant : https://cdh.athle.com/

Lo studio che apre questo numero è riservato da Luc Vollard alla staffetta 4x100 che conquistò la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Tokyo 1964. Il che offre anche a noi l'occasione di rispolverare un chicinin di storia della nostra staffetta veloce che, tanto per dirne una, fra il 1956 e il 1976 ha sempre disputato la finale olimpica a volte mancando la medaglia per uno o pochi centesimi di secondo. Bei tempi...Adesso la parola a Luc Vollard.

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Disputés tard dans la saison à Tokyo autour de la mi-octobre 1964, les XVèmes Jeux Olympiques de l’ère moderne vont mettre à rude épreuve les nerfs des supporters Français. Le 18 c’est une véritable catastrophe nationale que provoque la quatrième place de Michel Jazy, englué dans la cendrée détrempée du stade de Kasumigaoka et victime de son attaque probablement trop précoce à l’entame du dernier tour du 5000 m. Le moral remonte le 20 lorsque Maryvonne Dupureur réalise la course de sa vie en finale du 800 m et décroche l’argent. Le dernier espoir repose sur le relais 4 x 100 m masculin.
Notre équipe a en effet battu le record d’Europe à deux reprises durant l’été pour le porter à 39’’2 le 18 juillet sans Piquemal, claqué lors du 100 m. Genevay le remplacant, Brugier, Laidebeur et Delecour compensent ce handicap en profitant de la nouvelle réglementation qui a instauré une zone d’élan de dix mètres avant les vingt mètres pour le passage du témoin et s’approchent à un dixième du record du monde. Piquemal fait son retour en septembre mais la question se pose aussi de l’intégration de la révélation de l’été, le jeune Roger Bambuck, encore junior mais déjà co-recordman de France du 200 m. Finalement Genevay est conservé et c’est Brugier qui laisse sa place au départ, Laidebeur revenant dans la ligne opposée, Piquemal assurant le virage pour lancer Delecour vers l’arrivée. Les séries et la demi-finale se passent sans encombre en 39’’8 puis 39’’6.
Le 21 octobre, les tricolores occupent le couloir 2 en finale et réalise une course quasi parfaite à tel point que lorsque Piquemal transmet le témoin à Delecour, la France est en tête. Mais c’est à l’extérieur qu’une bourrasque dénommé Bob Hayes va s’abattre sur la piste pour ce qui a longtemps été considéré comme le plus fabuleux parcours de tous les temps. Hayes remonte un écart de l’ordre de six mètres et emmène avec lui le Polonais Marian Dudziak qui souffle la médaille d’argent. Dans le même centième, la France hérite tout de même du bronze en 39’’3 (Crédit photo AFP).
Rédaction Luc VOLLARD

Non così brillanti gli azzurri che pure qualche speranziella avevano acceso nei due turni di qualificazione. Al primo turno, batteria 1, vinsero agevolmente davanti alla Polonia e ebbero il miglior tempo delle batterie: 39.7 manuale, che a seguito delle ricerche successive sui tempi elettrici fu accertato in 39.74. Vittoriosi anche nella seconda semifinale, con un arrivo millimetrico: Italia 39.63, Polonia 39.63, Venezuela 39.65, URSS 39.70. In finale realizzarono il miglior crono ma non fu sufficiente per un piazzamento da medaglia: Livio Berruti, Ennio Preatoni, Sergio Ottolina e Pasquale Giannattasio furono settimi. Questo l'ordine della finale, il tempo del quartetto USA era nuovo primato mondiale:

1. Stati Uniti 39.06
2. Polonia 39.36
3. Francia 39.36
4. Giamaica 39.49
5. Unione Sovietica 39.50
6. Venezuela 39.53
7. Italia 39.54
8. Gran Bretagna 39.69


 

Last Updated on Thursday, 03 November 2016 15:08
 
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