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Roberto L. Quercetani e Bruno Bonomelli, una amicizia nel segno della cultura PDF Stampa E-mail

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Maestro. «Chi si propone come modello  e guida per gli altri», recita il Dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti. Nei secoli medioevali o rinascimentali lo avrebbero chiamato «Mastro», nella sua Firenze, specialmente. Era un titolo quasi nobiliare, ossequioso, deferente, riservato ai grandi artisti, pittori scultori, ma anche a chi era particolarmente abile con le mani, dai muratori ai falegnami, a chi si distingueva per particolare abilità, e creava con la sua competenza. Un esempio: il mastro d'ascia, che costruiva imbarcazioni. Nel nostro microcosmo sportivo anche noi abbiamo avuto dei «Maestri», pochi, pochissimi, ma ci è stata data una fortuna inconmmensurabile: i due migliori li abbiamo avuti noi, vicini a noi dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana.

E qualche giorno fa, in margine alla nostra venticinquennale Assemblea, i due «Maestri» si sono ritrovati uniti da un filo ideale, per noi pieno di significati. Roberto Luigi Quercetani ha ricevuto, a nome di tutti i soci, il Premio Bruno Bonomelli. Come dire, da maestro a maestro. Il fiorentino ha lasciato un segno indelebile nella cultura mondiale del nostro sport con la sua opera globale. In ogni angolo del mondo, chiunque voglia sapere qualcosa di storia dell'atletica leggera fa riferimento ai lavori di Roberto L. Quercetani, tradotti in moltissimi idiomi. Noi, che abbiamo come gruppo, un orizzonte più delimitato, quello dell'atletica nazionale, abbiamo avuto come ispiratore Bruno Bonomelli, bresciano, l'uomo che per primo ha scavato a fondo le vicende storiche, organizzative ed agonistiche, della nostra atletica. Due colossi, ciascuno nel proprio ambito. Due colossi che hanno per noi una valenza speciale: Roberto aderì subito alla A.S.A.I. e ne fu il primo presidente, Bruno, dopo la sua scomparsa, fu l'ispiratore della nostra associazione.

Il Premio Bruno Bonomelli fu istituito, a sorpresa, nel 2013, da un gruppo di amici bresciani. Il primo fu consegnato a Marco Martini, a pieno diritto ritenuto il continuatore dell'opera bonomelliana di ricerca e approfondimento. Gli venne dato in occasione della assemblea che si tenne a Castenedolo, alle porte di Brescia, nella guest house della Tenuta Agricola Peri Bigogno, che aveva ospitato l'evento. Stavolta il Premio - riprodotto su un prezioso foglio di carta fatta a mano dalla ditta Toscolano 1381, emanazione del Museo della Carta di Toscolano Maderno, culla di mastri cartai, per rimanere in tema - è stato rimesso a Roberto, alla presenza della gentile signora Maria Luisa, nella loro attuale residenza fiorentina. Erano presenti Ottavio Castellini, Alberto Zanetti Lorenzetti e Marco Peiano, cui si devono le fotografie che corredano queste righe.

Roberto, con simpatia e lucidità, ha ricordato episodi della sua amicizia con il tempestoso Bruno, per esempio una loro visita alla redazione del quotidiano "L'Unità" dove il giornalista bresciano diede sfogo alla sua insoddisfazione nei confronti dei redattori sportivi. È trascorsa una oretta tra piacevoli aneddoti, ricordi di amici francesi, britannici, americani, la sua iniziale passione per le lingue straniere, Roberto ne parla parecchie fluentemente, i ricordi della sua relazione professionale con Gianni Brera che lo volle prezioso collaboratore alla «Gazzetta dello Sport», le differenze fra lui e Bruno quanto agli interessi atletici, mondiali per l'uno, nazionali per l'altro.

È stato per noi il miglior suggello alla celebrazione dei nostri 25 anni. Grazie Roberto! Grazie Bruno!

Delle foto vogliamo richiamare l'attenzione su una in particolare, l'ultima in basso a destra: in mezzo a libri religiosi, Bibbie, vite dei Santi e degli Apostoli, fa capolino una copia della storia dell'atletica mondiale di Roberto Quercetani. In fondo, quella dell'atletica, una religione laica per tutti noi.