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Buon compleanno, Livio...era il 19 maggio 1956, e per regalo un bel 100 metri PDF Stampa E-mail

Chi coltiva la stessa passione degli abitanti del piccolissimo mondo che si riconosce attorno a questo strumento di comunicazione abbina identica passione a sfogliare vecchie carte, giornali, riviste, libri datati, di tempo addietro. E non potrebbe essere diversamente. Ed è proprio una persona con questa silenziosa passione che ha tolto le ragnatele ad un ritaglio di giornale incollato su un libro artigianale fatto di pagine ormai ingiallite, sfuggito alla devastazione del tempo e degli uomini. Quel pezzetto di carta viene dal quotidiano sportivo torinese «Tuttosport», titolo su due colonne, senza voli pindarici, «Giovani a Torino», lo firmò una delle migliori penne del giornalismo sportivo italiano, Renato Morino. Fu pubblicato lunedì 21 maggio 1956.

Il 19 e 20 maggio erano dunque un sabato e una domenica. In quel fine settimana, sulla pista torinese, si gareggiò per la fase regionale del Campionato di società. Secondo la tradizionale suddivisione delle discipline sulle due giornate, al sabato erano in programma i 200 metri e la domenica i 100. Quel sabato uno smilzo studente del Liceo Cavour battezzato Livio di cognome Berruti, festeggiò il diciassettesimo compleanno. Chissà, forse per celebrare non andò neppure allo stadio, non siamo riusciti a trovare, almeno sui ritagli del giornale in nostro possesso, un suo risultato sulla doppia distanza: i migliori furono Boccardo e Ghiselli con 22.4, nei tempi fino a 23.0 il nome di Berruti non c'è.

Morino iniziò il suo «pezzo» parlando di due giovani mezzofondisti: Rolando Fabbris, vercellese, e Walter Broccard, di Aosta, Una buona metà dell'articolo è riservata a loro. Scorrendo i risultati, ecco comparire il nome del  neodiciassettenne Livio Berruti, primo nella quarta serie dei 100 con 11.2; dopo di lui, tali Bernasconi 11.4, Foglino 11.5, Galoppo 11.6. Livio vestiva i colori del Gruppo Sportivo Lancia, segno che si era già segnalato con buoni risultati, che però non conosciamo, se non per sentito dire e con parecchia confusione. Per esempio, taluni hanno scritto, e talaltri hanno copiato e talatri ancora hanno perpetuato l'errore, che entrò nel Gruppo Sportivo Lancia dopo aver vinto i Campionati studenteschi con uno strepitoso - miglior prestazione nazionale - 8.7 sugli 80 metri. No, si pasticcia malamente con gli anni '56 e '57. Livio, abbiamo appena detto, era già al G.S.Lancia, ma non aveva vinto nessun campionato degli studenti torinesi: secondo nostra conoscenza quell'anno gli 80 metri li vinse un ragazzo che di cognome faceva Pagliassotti, con un 9.4 che non era granchè. Non abbiamo la formazione, azzardiamo: forse Livio corse la 4x100 con i suoi compagni di Liceo, il Cavour infatti vinse in 45.0. Il famoso 8.7 lo fece nel '57, quando era già un velocista da 10.6. Torniamo al pezzo di Morino, il quale, ha occhi per i due mezzofondisti. Nei risultati di quelle due giornate scoviamo un Carmelo Rado che vinse il disco (44.18) e fu secondo nel peso (13 metri). Nel complesso niente di che.

Passano sette giorni e al Campo Agnelli, scrisse sempre Morino, «Una bella riunione, migliore di quanto si prevedesse. Proprio una bella riunione che noi, adesso cerchiamo di riassumere nel modo meno penoso possibile, costretti come siamo,  a battere a macchina con la sinistra (la destra è ingessata che sembra un monumento nazionale)». Il protagonista è Luigi Gnocchi, un velocista, che stampa un bel 10.5, «è stato irresistibile dai cinquanta metri in avanti, quando ha potuto distendersi nella sua falcata ampia, potente, spettacolare...». Poi Marini 10.8, Villata 11.0, «ed il giovanissimo Berruti, lui pure a 11 netti». Lasciamo parlare Morino:«Berruti, lancista e juniores, è alla quarta gara della sua carriera! Rivelato dallo Sport nella Scuola (ha partecipato ai campionati provinciali di Torino nel salto in alto) il bravo Milanese lo ha impostato subito sulla velocità: 11.4 nelle prime due gare, 11.2 domenica scorsa e 11 netti adesso, dopo essere uscito dalle buchette alla pari con Gnocchi, e dopo - udite udite - avergli resistito spalla a spalla per più di quaranta metri. Adesso Berruti, velocista cartavelina, ha bisogno solo di acquistare peso e tenuta». Risultato completo di quella gara: 1. Gnocchi 10.5, 2. Marini 10.8, 3. Villata 11.0, 4. Berruti 11.0, 5. Guidotti 11.6, 6. D'Urso 11.7. Attenzione: chi era questo D'Urso? Di nome Saverio, ce lo racconta Ludovico Perricone nel suo gran libro (aveva come spalla il nostro Marco Martini) sull'atletica piemontese. «...il più figo e il più veloce della scuola...era considerato, e soprattutto si considerava, imbattibile...». Volle sfidare Livio e mal gliene incolse «Berruti lo stracciò, fu la fine di un mito piccolo, piccolo».

Al Comunale di Torino, il 2 e 3 giugno, una delle quattro semifinali del Campionato di società, terza serie dei 100: 1. Gnocchi 10.6, 2. Boccardo 11.1, 3. Villata 11.1, 4. Berruti 11.2. Poi anche la 4x100.  Settimana dopo, 10 giugno, a Biella, forse la prima vittoria (?): 1. Berruti 11.0, 2. Porzio 11.4, 3. D'Urso 11.5. Da presumere che cose anche la staffetta, come gia' aveva fatto anche il 27 maggio. E siamo al 1° luglio, Campo Agnelli, campionati piemontesi per i Terza Serie, con condizioni metereologiche avverse: Livio corre la semifinale in 11.0, e poi domina la finale in 11.1. Insieme all' ormai meno famoso D'Urso, e gli altri compagni Cagliero e Foglietti, porta al successo il quartetto Lancia. Si torna a Biella per uno dei «Triangolari» di Terza Serie: Livio vince la finale in 11.0 ma soprattutto ottiene il suo prima 10.9, in semifinale. E con questo entra per la prima volta la graduatoria dei «Primi Dieci».

Che ne dite? Ci fermiamo qui? Da leggere ne avete. La prossima volta vi racconteremo il resto della stagione 1956 del futuro campione olimpico.