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"Gazzetta dello Sport" e "Stampa Sportiva": anche in guerra si fa e si parla comunque di sport PDF Stampa E-mail

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Diamo seguito a quanto scrivemmo qualche giorno fa a proposito del convegno tenutosi a Firenze nel mese di maggio, tema "Lo sport alla Grande Guerra". In quella occasione due nostri soci sono stati tra i relatori, presentando lavori di ricerca storica legati agli anni 1914-1918. Alberto Zanetti Lorenzetti ha "fotografato" il ruolo delle pubblicazioni sportive, Sergio Giuntini ha seguito le tracce dei futuristi e del Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti impegnati al fronte.

Presentiamo adesso la relazione di Zanetti Lorenzetti nella sua versione integrale, avendo dovuto l'autore presentarne una ridotta in fase di lettura per rispetto dei tempi del Convegno. Faremo seguire la pubblicazione della relazione di Giuntini appena l'amico Sergio ci farà avere il suo testo.

L’alleanza dell’Italia con l’Impero Austro-Ungarico e la Germania stipulata nel 1882 aveva politicamente congelato gli ideali risorgimentali, allontanando l’aspirazione a portare entro i confini nazionali anche Trento e Trieste. Questa situazione di stallo non annullò iniziative, principalmente culturali, tese a conservare i contatti con le Terre Irredente, quali l’aiuto fornito dalla “Società Dante Alighieri” alla “Società Scolastica Pro Patria” ed alla “Lega Nazionale”, che operavano in Trentino, Venezia Giulia e Dalmazia, e l’azione divulgativa del Touring Club Italiano culminata nel giugno 1907 con il convegno di Trieste e l’escursione nell’Istria , iniziative ed eventi che prendevano le distanze dalla politica estera italiana.

A loro volta, pur non occupandosi di temi strettamente politici, le pubblicazioni sportive ebbero occasione di affrontare temi che un riflesso politico ed una precisa opinione in realtà avevano, anche prima del 1915. In particolare la Gazzetta dello Sport prese posizione in difesa delle società sportive delle Terre Irredente negli anni precedenti alla Grande Guerra.

Già il 24 agosto 1896 La Gazzetta dello Sport diede voce all’attività sportiva degli italiani di oltre confine dando testimonianza della determinazione con cui le società reagivano a quelle che ritenevano essere provocazioni austriache o slave. Con il titolo “Nell’Italia irredenta” venne pubblicata una lettera inviata dallo zaratino Girolamo Italo Boxich al neonato foglio milanese: “Leggo in un giornale tedesco di Zagabria, o meglio di Agram, che i signori velocipedisti di colà hanno indetto per il 2 agosto una corsa di campionato per i regni di Croazia, Slavonia e Dalmazia. Né più né meno. Che i signori di colà ambiscano di essere i nostri campioni, si comprende, noi però non desideriamo essere i loro. Le corse di campionato per la Dalmazia verranno indette entro il corrente anno dal Veloce Club Zaratino. (…) Noi rifiutiamo sdegnosamente qualsiasi ingerenza straniera nelle corse di casa nostra. (…) La nostra fede italiana non tollera ingerenza né di Croati né di Zulù. Le corse di campionato per la Dalmazia avranno luogo in Dalmazia, con corridori dalmati”.

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