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Quaranta anni di atletica italiana rendono omaggio a Franco Arese PDF Print E-mail

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L'occasione è stata la pubblicazione del libro sulla sua vita, da ragazzo ad atleta a imprenditore di successo. Il risultato finale è stato il "momento più bello dell'atletica italiana degli ultimi venti anni", come lo ha definito un partecipante che se ne intende. Basterebbe elencare i nomi dei presenti, non servirebbe altro per raccontare quello che è accaduto, mercoledì, nel salone di un hotel milanese. L'emozione di poter abbracciare, o anche solo stringere la mano, a uomini che abbiamo amato per quanto hanno fatto nel nostro sport, quella non può essere trasferita sul carta, anche quella virtuale che usiamo ora.

È stato un grande omaggio a Franco Arese, alla sua carriera, alla sua vita. Il libro si intitola "Divieto di sosta", lo hanno scritto a sei mani Gianni Romeo, Franco Fava e Fabio Monti, tre giornalisti che hanno speso lo loro carriera in tre testate diverse ma sempre con l'atletica nel mirino. L'editore è la Editoriale Sport Italia - Edizioni Correre.

Chi c'era? Una larga parte dell'atletica italiana, e non solo, che ha scritto capitoli indimenticabili del nostro sport, dagli anni '50 fino all'altro ieri. Ne citiamo alcuni sapendo di far torto a tutti gli altri. Ordine rigorosamente sparso: Livio Berruti, Giuseppe Gentile, Marcello Fiasconaro, Abdon Pamich, Gianfranco Baraldi, Venanzio Ortis, Alfredo Rizzo, Maurizio Damilano, Stefano Mei, Laura Fogli, Francesco Panetta (reduce dalla presentazione del suo libro "Io corro da solo", sempre a Milano la settimana scorsa), Pippo Cindolo, Gianni Del Buono il rivale "storico" di Ciccio Arese, Carlo Grippo, Franco Sar. E con loro due "monumenti" come i finlandesi Lasse Viren e Pekka Vasala. Omaggio a una amicizia personale e all'amore che Arese porta alla terra di Finlandia, che accolse le sue ampie falcate verso il titolo di campione d'Europa dei 1500 metri, ad Helsinki il giorno di Ferragosto del 1971. Altri due grandi di altri sport, come Dino Meneghin e Novella Calligaris. Mezza sala riempita da giornalisti che hanno scritto - più che scritto, celebrato - la lunga grande stagione dell'atletica italiana. Emozione e commozione, ma anche tanta allegria. Un grande momento, speriamo che serva da punto d'appoggio per risollevare l'atletica. Archimede avrebbe sollevato il mondo, con un punto di appoggio, speriamo che risollevare l'atletica sia meno faticoso.

Nutrita anche la rappresentanza del nostro Archivio Storico, citiamo solamente i due soci fondatori Augusto Frasca e Alberto Zanetti Lorenzetti, ma ce n'erano altri.