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Cultura, un sostantivo che aveva un profondo significato per Marco Martini PDF Print E-mail

Riceviamo da Paolo Marabini, amico e componente del Consiglio direttivo del nostro Archivio Storico, queste righe di sentito ricordo di Marco Martini.

CIAO MARCO 

Mi viene chiesto spesso come ho trovato una determinata informazione, la data di un record che nessun annuario ufficiale riporta, una fotografia di un secolo fa, il risultato in una garetta provinciale del 1930. Lo devo alla mia passione e alla mia sete di conoscenza nei confronti di questo sport. E naturalmente a una minuziosa ricerca ultratrentennale, che però ha potuto avvalersi del lavoro unico, incredibile, maniacale, appassionato di poche persone. 

Una di loro, da ieri mattina, non è più fra noi. E la notizia della sua morte, a 64 anni, mi ha molto rattristato. Perché Marco Martini era prima di tutto un uomo speciale, poi anche - ma quel poi non appaia riduttivo - un appassionato di atletica e di statistica come ce ne sono pochi nel mondo, che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca, meticolosa ed esemplare. 

Da ragazzo era stato atleta, quattrocentista del Cus Roma, ma non verrà certo ricordato per i suoi risultati in pista, che egli stesso definiva “meno che modesti”. Invece non potranno essere dimenticati i suoi inediti lavori storici e statistici, frutto appunto di quella sua mania per la ricerca che è stata la missione della sua ascetica e monacale esistenza. 

Non a caso, insieme a Ottavio Castellini, Aldo Capanni e ad Alberto Zanetti Lorenzetti, è stato l’anima dell’ASAI Bruno Bonomelli, l’archivio storico dell’atletica italiana, fondato 25 anni fa, di cui molti di voi probabilmente conosceranno la valenza, a differenza di disattenti dirigenti federali che ne hanno spesso sottovalutato il peso specifico, convinti che la cultura non abbia importanza quando devi costruire medaglie... 

Il contributo di Marco a questa parola "spaventosa" - cultura - è stato immenso, totale. Le sue pubblicazioni resteranno delle assolute pietre miliari, a cominciare dal ciclopico lavoro sulla storia dell'atletica maschile italiana “Da Bargossi a Mennea”. Per non parlare dell’insostituibile apporto di ricerca e conoscenza ai volumi della storia dei campionati italiani, redatti insieme ad altri stimati storici e statistici. E poi la ricostruzione degli incontri della Nazionale, finanche una divagazione oltre i confini italiani, ovvero un bellissimo volume sulla storia dello sport fra le popolazioni indigene. 

Ci lascia un grand’uomo, di rara sensibilità. Un uomo d'altri tempi, verrebbe da dire, dai modi gentili e delicati. Proprio come il suo fisico minuto, che negli ultimi anni si era sempre più indebolito sino a portarlo, ieri sera, al prematuro addio dalla vita terrena. Sentivo il dovere - in questo ambito che divulga molte informazioni storiche frutto anche del suo instlavorile o - di tributargli un ricordo, per quanto mai abbastanza adeguato a quello che è stato realmente Marco. Io gli sarò eternamente grato. E lo ricorderò sempre con affetto.