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Gianni Brera e Ottorino Mancioli, un incontro fortuito che segnò una lunga amicizia Stampa
Venerdì 09 Agosto 2019 07:43

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A seguito della nostra pubblicazione del primo articolo a tema sportivo di Gianni Brera, nell'agosto 1945, quando già era stato assunto dal giornale, Alberto Zanetti Lorenzetti, nostro socio fondatore e attualmente segretario dell' A.S.A.I., ci ha inviato un interessante ricordo dei rapporti personali fra Brera e il disegnatore Ottorino Mancioli. Alberto ha dedicato ricerche al lavoro di Mancioli: presentò una relazione in un convegno tenutosi all'Arena di Milano qualche anno fa, e una ricca documentazione dei lavori grafici dell'artista romano fu poi pubblicata nel nostro volume della storia dei Campionati italiani per il periodo 1933 - 1940. Qui di seguito il testo di Alberto Zanetti Lorenzetti e sopra due disegni di Mancioli.

Galeotto fu il paracadute

La Gazzetta dello Sport

Giornale sportivo, fondato a Milano nel 1896 grazie alla fusione del settimanale torinese La tripletta e della rivista milanese Il ciclista. Indicato come la “rosea” per il colore delle pagine, è quotidiano dal 1919, ed è il giornale sportivo più letto in Italia. Organizza dal 1909 importanti manifestazioni sportive, quali il Giro d’Italia e la Milano-San Remo.

Gianni Brera

Nato a San Zenone al Po l’8 settembre 1919, deceduto in un incidente stradale a Codogno il 19 dicembre 1992. Giornalista e scrittore, viene ancora oggi considerato come la migliore penna della stampa sportiva italiana.

Ottorino Mancioli

Nato a Roma il 26 aprile 1908, morto a Jesi il 21 marzo 1990. Laureato in medicina, ma anche pittore, grafico e scultore di opere spesso aventi come tema soggetti sportivi.

C’è un filo che lega il giornale sportivo e i due personaggi, ed è il paracadutismo. Tempo di guerra. Brera e Mancioli si conobbero nel 1941 a Viterbo, frequentando il corso per paracadutisti e venendo arruolati nella divisione Folgore. La loro amicizia si consolidò nel tempo, e la stima per la vena artistica di Mancioli portò Brera a definirlo “il più completo ed appassionato disegnatore di sport”, preferendolo anche a Renato Guttuso.

Quando si incontrarono, un giovanissimo Brera aveva già avuto collaborazioni con il settimanale milanese Lo schermo sportivo e Il nuovo schermo sportivo, per poi scrivere articoli per il Guerin Sportivo, mentre Mancioli era un affermato pittore e grafico: aveva partecipato alle Olimpiadi dell’arte di Los Angeles nel 1932 e di Berlino nel 1936, ed era stato un celebrato autore, spesso assieme al fratello Corrado, di numerose e apprezzate opere grafiche, dedicate in particolare  allo sport.

Entrambi paracadutisti, quindi, e questa disciplina dell’aria fu il tema del primo articolo firmato da Brera sulla Gazzetta dello Sport: “Come Gioân salvò i paracadute”, un pezzo che non celebra epiche imprese sportive, ma descrive il profilo umano di un povero diavolo, tale Gioân Colli. Un anonimo militare che nei giorni della sconfitta di El Alamein riuscì a portare in salvo i materiali della Folgore. L’articolo fu pubblicato un giorno particolare, l’8 settembre 1943. Data sinistra nella storia italiana, durante la quale i vertici aristocratici, militari e politici nazionali stabilirono il primato di velocità sulla distanza Roma-Pescara lasciando il Paese allo sbando, ma era anche compleanno di Brera.

Terminato il conflitto, diventato dapprima redattore e successivamente direttore della Gazzetta dello Sport, Brera offrì all’amico Mancioli, che al pari di grafici come Gino Boccasile era caduto in disgrazia, la possibilità di pubblicare disegni per la “rosea”, iniziando una collaborazione che durò per lungo tempo. Fra le opere dell’artista romano non mancarono soggetti riguardanti l’atletica leggera e, naturalmente, il paracadutismo.

Il seguito della storia di Brera è noto: dall’abbandono della Gazzetta dello Sport per divergenze con la direzione amministrativa Bonacossa sull’attenzione concessa al mezzofondista sovietico Vladimir Kuts, ai libri di successo, sportivi e non, agli articoli scritti dapprima sul Giorno, poi Guerin Sportivo, di nuovo Gazzetta dello Sport, infine Il Giornale di Montanelli e Repubblica.

Mancioli proseguì l’attività artistica aggiungendo ai disegni, dipinti e opere grafiche anche lavori di scultura, mantenendo lo sport come soggetto preferito. Lo ricordiamo come autore della copertina del libro “Atletica d’Italia”, annuario Fidal edito nel 1950.

Nel 1968 la pubblicazione ufficiale della Federazione di atletica leggera cessò il formato e la funzione di bollettino e divenne rivista, evento che accomunò nuovamente i due personaggi, con Brera impegnato a scrivere profili dedicati ad alcuni campioni e Mancioli autore di una serie di disegni. Bella annata per la pubblicazione, non c’è che dire. Se potete, andate a sfogliarla: troverete anche illustri firme del giornalismo italiano, fra le quali il socio fondatore e primo presidente dell'A.S.A.I., Roberto L. Quercetani, e – udite, udite – perfino Bruno Bonomelli.

Ultimo aggiornamento Martedì 13 Agosto 2019 10:32