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Golden Roma, l'atletica ha conquistato l'oro, Roma ha conquistato l'atletica Stampa
Giovedì 08 Giugno 2017 06:16

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Ricordiamoli: Mariano Scartezzini, quella sera secondo dietro al piccolo Kip Rono, siglò un grande primato italiano sui 3000 metri siepi. Felice come non mai, Gabriella Dorio festeggia con il giro d'onore il nuovo primato italiano sui 1500 metri (foto riprese dalla rivista federale)

 

Volutamente abbiamo ripreso titolo e occhiello che introducevano l'articolo di Nicola Pacilio sulla rivista della Federazione italiana, la storica (1933) "Atletica", anno 46, numeri 8 - 10, pagine 80 - 83, era il numero olimpico con i risultati di Mosca, Mennea, Simeoni, Damilano in copertina. E dopo il titolo, azzeccatissimo, alcune righe , anzi parecchie, dell'incipit di quel pezzo scritto da un collaboratore che sapeva tenere la penna in mano. Rileggete con noi:

"Sull'atletica a Roma pendeva da tempo una spada di Damocle. Il meeting internazionale del 5 agosto all'Olimpico figurava sotto la denominazione di GOLDEN GALA...Due fatti non erano e non potevano essere noti a proposito di Giochi Olimpici:  il dissenso e l'astensione di alcuni paesi europei/africani/americani/asiatici e la sottile anticipazione divinatoria contenuta nella aggettivazione del GALA...Il GG era offerto ad una Roma notoriamente indifferente, svuotata dalla calura estiva, più propensa alla cena fuori porta...Martedì 5 agosto, la lama della ghigliottina non è caduta: i romani sono tutti salvi ed eroi. È stata infatti una serata magica: una di quelle circostanze perfette, quasi di sogno, in cui è riuscito tutto...Nelle parole di un addetto stampa della squadra olimpica USA 'the best one-day meeting ever'...E soprattutto il pubblico. Sessantamila spettaori, preparati da varie serate di TV olimpica da Mosca, desiderosi di vedere le cose dal vivo, intrisi di protagonismo, pronti a lanciare boati vocali quasi pericolosi per le imprese di questo o quel beniamino, indipendentemente dalla nazionalità (senti senti! Allora le Olimpiadi insegnano ancora qualcosa...)...Uno spettacolo fiabesco con miscele emotive di soddisfazione commozione entusiasmo e gioia. Alla lettera, come diceva il libretto con il menù della serata: viviamo lo sport".

Oggi, questa sera, all'Olimpico romano andrà in scena un nuovo GG. Il nostro sguardo è rivolto a quella atletica di 37 anni fa, non a caso ci chiamiamo "Archivio Storico". Abbiamo raccolto, con entusiamo, la proposta che un nostro socio ci ha sussurrato a Piacenza, in occasione della nostra Assemblea: "vi scrivo qualcosa sul primo Golden Gala". Lui c'era, ebbe un ruolo di primaria importanza, era il responsabile dell'Ufficio Stampa, lo visse, e forse, lo sofferse, da dentro l'organizzazione, sicuramente non facile. Il suo nome è Augusto Frasca, uno dei nostri soci fondatori, scrittore di raffinata eleganza. Una testimonianza imperdibile.

 

Come nacque il Golden Gala

Unico, in controtendenza, Giulio Andreotti. Gli altri, Francesco Cossiga dalla scrivania di Palazzo Chigi, Lelio Lagorio nella sua delega ministeriale di vigilante sullo sport, schierati a favore del boicottaggio. Dal Foro Italico, con toni apodittici e titoli cubitali, Franco Carraro aveva tuonato: tutti o nessuno. Parole al vento e marcia indietro: i militari restarono consegnati in caserma. Assente da Mosca, come Stati Uniti, come la Repubblica federale tedesca e come il Giappone, il Canada dette fuoco, per la gioia di qualche sagace filatelico, a tredici milioni di francobolli stampati per la ricorrenza olimpica. All’inizio del mese, colto in flagranza di reato insieme con altri fabbricanti di falsi sui campi di calcio nazionali, futuro eroe in uno stadio spagnolo dinanzi ad un imbarazzante Sandro Pertini, un giocatore a nome Paolo Rossi era stato inviato al confino con due stagioni di squalifica. Il tre luglio, all’Arena, Edwin Moses aveva costretto l’amministrazione comunale milanese ad incidere su una lastra di marmo la cifra del tredicesimo primato mondiale realizzato nell’impianto progettato da Luigi Canonica su dettato del Buonaparte. Sei giorni dopo, nelle stesse ore in cui Silvio Berlusconi ipotecava nelle sue mani un lungo futuro della squadra di calcio rossonera, trattando una tesi sulla tutela dell’atleta nella società industriale, Pietro Mennea si laureava in scienze politiche.    

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Ultimo aggiornamento Giovedì 08 Giugno 2017 08:45