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Ricordiamo Aldo con un suo articolo sul lancio del giavellotto in Finlandia Stampa
Mercoledì 10 Gennaio 2018 07:17

"Quest'anno, per ricordare mio fratello, ho pensato ad un articolo che scrisse nel 1994 in occasione dei Campionati Europei di atletica. Lo lessi a suo tempo, appena vide la luce, rileggerlo ogni volta mi provoca...lascio immaginare a voi". Questo ha scritto don Alessandro Capanni nella lettera che invia ogni anno, dal 2008, per ricordare la Messa annuale in suffragio di suo fratello Aldo e nostro compagno di viaggio nella avventura dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana. Alessandro, di solito, accompagna la sua lettera con una foto, un articolo scritto da Aldo, un oggetto. Nel rispetto della sua scelta riproduciamo quell'articolo che fu a lui commissionato dalla rivista federale, come spiegava lo stesso Aldo nelle righe che precedevano il commento alla gara di lancio del giavellotto. A corredo del testo una foto del giavellottista finnico Seppo Räthy e il logo dei Campionati Europei Helsinki '94.

Scrisse Aldo Capanni:

Nell'agosto del 1994 andai in Finlandia a vedere i Campionai Europei di atletica, con un altro caro amico, Beppe Ocello. Al ritorno Ottavio Castellini, dovendo completare alcune cronache giornaliere della rivista federale "Atletica" che allora dirigeva, sapendo che ero stato spettatore dei Campionati, mi chiese dei pezzi brevi per riempire i "buchi" che doveva colmare per finire il numero di commento ai Campionati. Quei buchi furono riempiti con i pezzi che seguono.

 

8 agosto: giavellotto, o...della religione

 

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Questo...non è un pezzo come un altro: è una cosa un po' strana.

Devi parlare del giavellotto, ed allora dovresti dilungarti sul redivivo Steve Backley, campione uscente e vincitore un po' a sorpresa, o su Seppo Räty, stagionato leone finnico, oppure ancora su Jan Zelezny, primatista mondiale in carica, grande prima e dopo i campionati, ma non in questo fondamentale appuntamento della stagione, e invece...

Invece capita che sei in Finlandia a vedere i Campionati.

Chiunque apra un libro di storia dell'atletica leggera (non sono poi molti in verità), chiunque si sia un minimo appassionato a questa disciplina, chiunque, infine, abbia ascoltato almeno con un po' di attenzione i soliloqui (o vaniloqui, o sproloqui...) dei cronisti televisivi, non può non ricordare quale sia stato l'apporto dei finlandesi al lancio del giavellotto, quale l'importanza che essi attribuiscono a questo esercizio, quale il rilievo che esso riveste per un intero popolo.

Queste cose le leggi, le ascolti, le assimili anche, ma rimangono inevitabilmente confinate in un angolo della memoria, come uno dei tanti luoghi comuni che affollano già dopo pochi anni di vita i nostri "chips" e "microchips" cerebrali.

Poi vai in Finlandia. Assisti ai primi due giorni di gara, con tanti posti in tribuna desolatamante vuori, e tanti salaci commenti sulla,,,diluizione del programma di gara che ha scoraggiato e tenuto lontano anche i "nativi", infine arriva il giavellotto! E te accorgi subito arrivando allo stadio, perchè non si passa neppure a piedi da nessuna parte! Perchè il cartellone dei boiglietti di vendita, rigorosamente al suo posto nei giorni precedenti, è stato ammainato! Perchè quando, dopo innumerevoli sforzi per farti largo in ogni metro quadro di terreno e sali le scale, affacciandoti all'anello delle gradinate, lo spettacolo è palpitante! I posti liberi dei giorni precedenti si sono trasformati nel pienone più completo, e per ogni dove, in alto, in basso, davanti e dietro sventolano bandiere bianche con la croce azzurra!

Inizia la gara, ed ogni lancio è una festa, ma quando tocca a lui, l'uomo di casa, è l'apoteosi, l'osanna, la partecipazione di un intero popolo al gesto sportivo di un suo rappresentante che in quel momento incarna tutti i finnici e il loro desiderio di veleggiare lontano insieme ad una lancia di metallo vuota. È il quinto lancio, il sorpasso, la medaglia d'argento di Seppo Räthy sopravanzando Zelezny e facendo sognare anche il sorpasso finale, verso la vittoria, qui, con quell'ultimo lancio che tutti aspetteranno troppo invano!

Ecco, questo è il lancio del giavellotto in questa terra del nord: è una religione laica, ma che religione! Un rito dove chi assiste partecipa davvero con il cuore, vive, palpita, si esalata, si deprime. E un solo grande rimpianto: non avere avuto la ventura di vedere lui, il rappresentate, l'incarnazione, l'eroe arrivare al massimo, alla vittoria, qui nella sua nazione, fra il suo popolo. Peccato, sarà per un'altra volta. Perchè inevitabilmente ci sarà sempre un' altra volta, in Finlandia per il lancio del giavellotto.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 10 Gennaio 2018 11:46