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Adolfo Consolini (Parte2) |
Adolfo Consolini (Parte2)
1952
Nella prima metà della stagione 1952 arrivano notizie scoppiettanti da oltre oceano: Fortune Gordien ed il giovane gigante Sim Iness lanciano più volte oltre i 55 metri. A casa nostra invece Tosi è a mal partito: con le gambe molli perchè appena uscito da una lunga cura di fanghi, in maggio è in via di ripresa ma va incontro ad un lieve stiramento muscolare. Adolfo è da solo a combattere contro il terzetto statunitense alle Olimpiadi di Helsinki. Fa del suo meglio. Gordien finisce solo quarto. Ecco le serie dei tre medagliati:
Stagione 1952 - Centro Sportivo Pirelli Milano
Ancora in sella
1953
Ormai celebre oltre i confini dello sport, nel 1953 Adolfo debutta nel cinema in ‘Cronache di poveri amanti’, ma non si monta la testa e sulla pedana è sempre lo stesso. Nell’ unico confronto internazionale di alto livello, il 19 luglio, sconfigge lo statunitense John Ellis (53.03 di ‘personale’). Se è vero che il nostro supera ancora i 55 metri, è altrettanto vero però che i due migliori discoboli d’ oltre oceano vanno ancora più forte. Prima Sim Iness porta il primato del mondo a 57.92, poi Fortune Gordien lo eleva a 58.10 ed addirittura a 59.28!
Stagione 1953 - Centro Sportivo Pirelli Milano
1954
Il 1954 è incentrato sulla massima rassegna continentale. Adolfo mostra una forma ed un rendimento invidiabili, ma il tempo passa e gli altri specialisti europei si avvicinano. La lista stagionale pre - campionati europei vede Consolini secondo e Tosi addirittura ottavo, ma in pedana i nostri fanno valere la loro maggiore esperienza, ed è per la terza volta consecutiva doppietta.
Nelle edizioni 1946 e 1950 Adolfo aveva sempre distanziato il terzo di oltre 5 metri; stavolta neanche di 2 metri. In campo mondiale Consolini può essere ritenuto il n. 2 dell’ anno, dietro a Fortune Gordien (17 volte oltre i 55 metri).
Stagione 1954 - Centro Sportivo Pirelli Milano
* A gara terminata anche 53.25
1955
Nel 1955 il grande amico - rivale di Adolfo, Beppone Tosi, conclude la carriera con un 47.66. La stagione di Consolini è lunga e programmata per raggiungere l’ apice della forma in novembre / dicembre, poichè quello è il periodo in cui, nel 1956, si svolgeranno i Giochi Olimpici. Il primato europeo gli viene tolto prima dal magiaro Klics poi dal cecoslovacco Merta, ma il motore del gigante di Costermano entra in carburazione proprio nel momento desiderato. Tra le sue perle di fine stagione c’ è il 55.77 del meeting di inaugurazione della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia, poi l’ acuto a Bellinzona. Siamo nell’ intervallo di una modesta partita di calcio, ma in gara tutto è regolare; è presente persino il vice - presidente federale Giuseppe Alberti. Adolfo spara a 56.98, miglior misura mondiale dell’ anno e nuovo primato europeo. «Era il mio ultimo più grande desiderio», sbotta, «spero di essere in questa stessa forma esattamente in questo periodo fra un anno». Questa la serie: 54.83, 53.55, 55.75, 56.98, 53.24, n.
Stagione 1955 - Centro Sportivo Pirelli Milano
* Al campetto dell’ oratorio, con una serie da favola: 56.01, 56.02, 57.28, 52.67, 54.82, 54.83.
1956
In occasione dei Giochi Olimpici invernali di Cortina d’ Ampezzo gli viene riservato l’ onore della prima frazione in terra italiana da tedoforo della fiaccola olimpica, partita dal Campidoglio di Roma. Nell’ anno olimpico, al contrario del suo solito, Consolini mostra subito un elevato rendimento. Alla vigilia dei Giochi è accreditato della seconda miglior misura mondiale stagionale, ma nel finale di stagione il suo rendimento, stabilizzatosi sui 53 metri, non è più quello dei mesi primaverili. Inoltre è anche ferito all’ indice della mano destra. In Australia, su pedana finalmente in cemento, non va oltre un pur onorevole sesto posto.
Stagione 1956 - Centro Sportivo Pirelli Milano
Passionaccia
1957
Il 4 gennaio 1956 la nascita del figlio Sergio aveva allietato la famiglia Consolini. L’ età — Adolfo varca i 40 anni — e la soddisfazione di avere ormai ottenuto tutto ciò che un atleta può desiderare, consiglierebbero chiunque ad appendere le scarpe da competizione al classico chiodo. Ma non lui, che decide di dare il massimo di sé per un altro quadriennio. Nel 1957 dimostra di essere (per rendimento nei confronti diretti) il numero uno d’ Europa, e si scontra anche con i nuovi assi d’ oltre oceano Al Oerter e Rink Babka.
Stagione 1957 - Centro Sportivo Pirelli Milano
1958
Il valore di Consolini in campo continentale va al di là di quel sesto posto che coglie ai campionati europei, dove i primi sei classificati finiscono tutti in 87 centimetri. A Stoccolma Adolfo inizia bene (in testa al secondo turno), è ancora terzo al termine del terzo turno di lanci ma poi, pur regolare, non riesce a trovare l’ impennata e viene superato.
Stagione 1958 - Centro Sportivo Pirelli Milano
1959
Ancora abbastanza valido a livello internazionale, Adolfo trova un avversario anche in patria. È Carmelo Rado, 51.88 nel 1958 e già due volte secondo dietro di lui agli Assoluti (1957 e 1958). Ancora secondo agli Assoluti e sconfitto nove volte da Consolini nell’ intero 1959, Rado riesce però a prevalere il 4 ottobre a Bolzano; è la prima sconfitta di Adolfo da un connazionale dopo 8 anni e 5 giorni dall’ ultima battuta d’ arresto contro Beppone Tosi.
Stagione 1959 - Centro Sportivo Pirelli Milano
1960
Consolini chiude la stagione nuovamente in vantaggio nei confronti diretti su Rado, anche se questa volta solo 6 a 5. Dal punto di vista internazionale non è più in grado di dire la sua, però vive un’ ultima giornata di splendore ai Giochi Olimpici di Roma. Non in pedana, ma nella cerimonia di apertura, in cui è chiamato a prestare giuramento in rappresentanza di tutto il movimento sportivo italiano impegnato nel massimo sforzo organizzativo della sua storia. La voce del gigante, mai adeguata ad una cassa toracica come la sua per un’ errata operazione alle tonsille da ragazzino, echeggia visibilmente incrinata dalla commozione.
Stagione 1960 - Centro Sportivo Pirelli Milano
LEGENDA
fc = fuori concorso
exh = in esibizione
Q = nelle qualificazioni
Negli anni successivi Consolini si cimenta qualche volta in pedana, ma solo per divertimento. Nel 1961, ancora con i colori della Pirelli, viene superato tre volte da Franco Sar sul campo della SNAM a San Donato Milanese, il 7 maggio con 49.66 e due settimane dopo nella prima fase dei Campionati di Società con 47.71, ed il 19 luglio a Milano toccando i 48.11. Nel 1962 lancia a 47.44 il 4 novembre a Napoli, ancora secondo. Più tardi si tessera con la Società Atletica Leggera Lugano, e raggiunge i 48.93 nel 1965 (1° il primo giugno a Lugano) (vincendo anche il 4 luglio a Piacenza il match Lugano vs Piacenza con 45.61, il 19/4 a Lugano con 44.55, il 10/6 sempre a Lugano con 46.28). Nel 1966 tocca i 46.52 il 21 agosto a Lugano primo nel triangolare tra SAL Lugano, Atl. Piacenza Libertas CSI ed AAA Leone Vignola, e lancia anche a 46.20 il 29 maggio. Nel 1969 un conclusivo 43.94 il 1° giugno, pochi mesi prima della morte. Questi risultati non sono riportati nelle graduatorie italiane federali perchè ottenuti in Svizzera per i colori di un club elvetico (SAL Lugano). Difatti in Italia non era possibile praticare atletica per chi aveva oltre 45 anni, e Adolfo fu costretto a trovare spazio all’ estero.
Sistema di vita e preparazione
Un giorno, prima della seconda guerra mondiale, nelle file della Bentegodi, che doveva partecipare ad una manifestazione di lotta greco-romana, venne a mancare all’ ultimo momento il peso massimo. Adolfo fu convocato in fretta e furia, gli insegnarono le principali regole da rispettare e nozioni da applicare, e lo inserirono nella squadra che si doveva recare a Brescia per il match tra le rappresentative giovanili delle due province. Consolini, sempre disciplinato ed obbediente, accettò l’ inconsueto compito e sul tappeto, novello Ercole, strinse l’ avversario nella poderosa morsa delle sue braccia; il poveretto, dopo aver cercato inutilmente di divincolarsi, emise improvvisamente un rauco rantolo di dolore. Adolfo allarmato lasciò la presa ed il suo avversario se la cavò con molto spavento e con...l’ incrinatura di tre costole, sgomentando il nostro lottatore improvvisato che, incapace di fare del male anche ad una mosca, non ne volle più sapere di sport di combattimento, anche quando, raggiunta la notorietà, non gli mancarono vantaggiosissime ed allettanti offerte per passare ad attività professionistiche di questo genere.
Consolini era dotato, come dimostra questo episodio, di una forza straordinaria. In pedana era lento di gambe, come molti discoboli dell’ epoca. Tuttavia possedeva una coordinazione che, migliorando con il passare del tempo, gli permise di raggiungere anche una certa velocità di esecuzione e poter così tradurre la sua forza pura in quella necessaria al gesto, la cosiddetta forza esplosiva. Interessante poi riportare quanto esposto sul libro di Carli sul suo sistema di vita e di preparazione.
«Consolini riceve continuamente da ogni parte del mondo, oltre a richieste di fotografie con autografo, un notevole numero di missive con le quali gli si chiedono note informative circa il suo sistema di vita, metodo d’ allenamento e di preparazione, comportamento in gara, oltre alle più diverse notizie sulla sua carriera di atleta. In proposito egli ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
Sistema di vita - Nessun regime dietetico speciale ma cibo vario, sano, sostanzioso, quantitativamente in rapporto alle esigenze fisiche ed alle energie richieste dall’ intensità degli allenamenti e delle competizioni. Riposo di 8/9 ore su 24.
Allenamento - In palestra il martedì, giovedì, sabato e domenica per circa 8 ore settimanali con esercizi a corpo libero ed agli attrezzi, e con sollevamento pesi, due o tre alzate veloci da kg 30/40 ogni 15/20 minuti. Tutte le mattine da 30 a 45 minuti di ginnastica preatletica.
Preparazione alla competizione - Prefase di riscaldamento dell’ apparato muscolare in modo da poter raggiungere il tono e l’ elasticità migliore nelle prime fasi della gara.
Gara - ‘Le grandi misure escono quando uno meno se le aspetta’, è solito affermare, e ciò corrisponde a verità; subordinatamente però allo stato della pedana, alle condizioni atmosferiche, al grado di preparazione ed alla tranquillità necessaria nel corso della prova agonistica. Consolini sente in sommo grado la responsabilità della gara, cosa che in qualche circostanza ha influito sull’ esito, specialmente in manifestazioni dove sono in palio titoli di grande prestigio. L’ emozione, alla quale il nostro atleta non è facilmente soggetto, gioca però sempre, più o meno, il suo importante ruolo sullo stato psichico. Anche il pubblico può influire sul sistema nervoso, specificatamente nel momento di concentrazione che precede il lancio».
La morte
Consolini si è spento nel pomeriggio del 20 dicembre 1969 in una stanza del padiglione Vergani all’ ospedale Maggiore di Niguarda, Milano. Nel precedente inverno aveva contratto una epatite virale, ed a giugno si era fatto fare delle analisi perchè afflitto da senso di stanchezza. Ricoverato e poi dimesso, aveva trascorso un periodo in buono stato; poi l’ epatite si manifestò di nuovo, in maniera fulminante, lasciandogli poco più di una settimana dal giorno del ricovero (11 dicembre). Al momento del decesso abitava in via Ghislanzoni 14, a Milano, era dirigente del Centro Sportivo Pirelli e dipendente della stessa Pirelli (presso la quale era stato magazziniere), anche se quando era sceso in pedana da ‘amatore’, come detto, lo aveva fatto per i colori della S.A.L. Lugano. I funerali si svolsero martedì 23 alla chiesa di S. Angela Merici, poi la salma fu trasportata a Costermano. Primo Nebiolo, impegnato in un congresso a Dubrovnik, rientrò appositamente per parteciparvi, e con lui era presente un numero enorme di rappresentanti federali, di atleti (soprattutto veneti), più una vasta rappresentanza della Pirelli. Il figlio Sergio è ancora vivo. È diplomato ISEF, vive e lavora a Mestre dove è titolare di una agenzia che raccoglie pubblicità e gestisce van per il trasporto di cavalli da trotto. A Milano gli è stata eretta una statua di Corrado Morsani, esattamente nel salone Appiani dell’ Arena.
Tra i commenti più immediati al momento della tragedia riportiamo naturalmente quello di Beppone Tosi: «Arrivai a conoscerlo quando ero da due anni nei corazzieri. Allora c’ era Oberweger che andava forte. Poi pian piano Adolfo rimase solo. Oberweger divenne il tecnico che tutti sanno curandoci entrambi, anche se dedicava più tempo ad Adolfo. Facevo finta di arrabbiarmi, ma sapevamo tutti e tre che per lui era più difficile assimilare le tecniche. Mi chiedete se era veramente forte. Neanche provare a misurarsi con lui. Forza che usava solamente in pedana. In tanti anni di carriera trascorsa praticamente insieme, non abbiamo mai avuto un litigio. Siamo stati vicini l’ uno all’ altro reciprocamente, con affetto, ognuno prodigo di consigli per l’ altro, disinteressatamente. Davvero mi è morto un fratello».
Sorprendenti le dichiarazioni di Livio Berruti: «La sua lealtà, la sua generosità, il suo esempio umano risultano indimenticabili, e come tale noi lo ricorderemo più come un padre che come un campione sportivo. Personalmente posso dire che l’ atletica l’ ho conosciuta sapendo di Consolini: è stato uno degli idoli che avevo da piccolo, e direi che proprio lui mi ha portato, quasi per caso, a praticare l’ atletica».
Curiosità
Dai Giochi Olimpici all’ inaugurazione dei campetti di atletica dei rispettivi borghi natii avvenuta nell’ ottobre 1947 quando si scambiarono una visita di cortesia, Consolini e Tosi si affrontarono un’ infinità di volte. Sempre richiamarono grande interesse, a livello locale o internazionale che fosse. Ecco riassunto il bilancio dei loro 107 scontri:
Stagione per stagione piazzamento
nelle liste di Adolfo Consolini
Altri primati personali
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