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Mondiali Militari 1951: storia di un corazziere che amava molto la pastasciutta |
Questa fotografia fu scattata a Brescia il 1° novembre del 1949. In quella data si disputò una riunione internazionale organizzata da Sandro Calvesi. Beppone Tosi svetta su tutti con la sua stazza, sotto di lui Consolini, il quale vinse con un bel tiro di 53,70 (ventitreesima gara della stagione), Tosi fu secondo con 51,78 (ventiquattresima gara dell'anno per lui). Venivano da una competizione a Valdagno e, il 4 novembre, avrebbero gareggiato a Bergamo: sempre primo Dolfo e secondo Beppone. Si riconoscono anche la campionessa olimpica (quattro ori l'anno prima a Londra) Fanny Blankers-Koen (sulla sinistra, un po' piegata) e, davanti a lei, Gabre Gabric, con un nastro bianco nei capelli. La ragazza con folta capigliatura, ultima dietro al gruppo è la bresciana Marisa Rossi, che quel giorno stabilì il primato personale e provinciale con 12"1 sugli 80 metri ad ostacoli
Ritroviamo attraverso le tante storie che vorremmo raccontarvi il sentiero che era partito dai Campionati Internazionali Militari dell'anno 1951, rassegna degli atleti che, a diverso titolo, erano considerati «stellati», i quali avevano esibito la loro bravura allo stadio romano delle Terme, l'unico che allora funzionava nella Capitale. Ci siamo occupati nelle settimane passate di due vincitori italiani in quella occasione: il velocista calabrese Gesualdo Penna e il martellista reggiano Ruggero Castagnetti, con l'aggiunta del modenese Silvano Giovanetti, secondo nella gara inventata dai forzuti fabbri irlandesi. Ce ne restano due: il discobolo Giuseppe Tosi e l'astista Giulio Chiesa, che pure vinsero il titolo mondiale militare. Iniziamo con «Beppone», l'omone formato Obelix che resta sempre una delle più belle figure della storia dell'atletica italiana, per carriera sportiva ma soprattutto per umanità e simpatia. Un giornalista che lo intervistò per la rivista «Corriere Militare» raccontò, dopo averlo visto mangiare, che "mangiava razioni di pasta inverosimili". Fra poco ci, e vi, affideremo a quanto scrisse il nostro socio fondatore Marco Martini, in un libro dedicato alle figure dei due Dioscuri del lancio del disco, Consolini e Tosi: «I campioni della simpatia», mai titolo fu più azzeccato. Il più estroverso dei due sicuramente il novarese di Borgo Ticino dove nacque il 25 maggio 1916. Un gran pezzo d'uomo Beppone: 120 chilogrammi distribuiti su 1,92 d'alterzza, un torace da 120 centimetri, scarpe numero 48. La storia cha andiamo a raccontarvi è una parte sicuramente meno conosciuta di Tosi: atleta negli stadi di atletica, corazziere nella vita. Detto questo lasciamo scivolare fluenti le parole di Martini. L’aspirante corazziere "Estroverso, aveva bisogno di comunicare, e in una delle tante sere trascorse all'osteria con gli amici davanti a un buon bicchiere di Grignolino, esternò i suoi sogni di lasciare il borgo natio; udì tutto un conoscente «particolare». Questi era un corazziere in pensione, tornato a Borgo Ticino a coltivare la terra. Il pensionato gli consigliò di fare domanda per svolgere il servizio militare nei Carabinieri, e che da quel trampolino di lancio poi, grazie al suo fisicaccio, sarebbe potuto passare nello squadrone dei Carabinieri a cavallo deputati a fare speciale guardia al Re: i Corazzieri. Seguì il consiglio e dopo un po’ fu chiamato a Torino per la visita medica che superò, venendo poi chiamato a iniziare la sua vita di allievo carabiniere esattamente il 1° aprile 1935. Svolto l’apprendistato da recluta, Giuseppe venne poi trasferito a Roma allo squadrone dei Carabinieri a cavallo, sito in via Legnano. Non trascorse molto tempo che, nel maggio del 1936, riuscì a coronare il suo sogno con il trasferimento nella caserma dei Corazzieri, in via XX Settembre; qui pensò inizialmente solo a fare il suo dovere, e nel 1937, terminato il periodo da allievo, divenne ufficialmente un corazziere. “(…) sulle prime Giuseppe si dedicò a scherma e pallacanestro…fu notato dal maresciallo Angelo Bovi, fratello di quel Carlo che avviò al disco Consolini…Bovi chiese di poter reclutare Tosi nella squadra di basket della S.S. Parioli…e così il futuro grande discobolo vestì la maglia azzurra di quella società nel team di pallacanestro. “L’allenatore della squadra di atletica della Parioli, Renato Magini, si accorse delle potenzialità di lanciatore di quel ragazzone…e insistette per poterlo avere a disposizione sui campi di atletica. Lo avviò al getto del peso. Tosi fece il suo esordio agonistico il 29 aprile 1939…Magini lo avviò anche al lancio del martello (prima gara l’11 giugno) ma non al disco, specialità in cui Tosi scese in pedana solo per esigenze di squadra…”. Tirò due volte: il 30 luglio a Roma (38.42) e il 20 agosto a Pisa (38.12), sempre per il Campionato a squadre della Gioventù Italiana del Littorio. Magini rimarrà la guida di Giuseppe per tutta la carriera, con le «incursioni tecniche» di Oberweger, ovviamente. “Sui due grandi campioni (Consolini e Tosi, n.d.r.) ha aleggiato sempre, sia da rivale quando ancora gareggiava, sia da commissario tecnico della Nazionale, sempre disponibile a sostenerli e aiutarli, la figura poliedrica di Giorgio Oberweger…”, scrisse Martini.
Il corazziere Il quale Martini titolò proprio così l’ultima parte della biografia di Tosi sul libro «I campioni della simpatia». “C’è un capitolo della carriera agonistica di Tosi che è completamente separato dalla vicenda comune vissuta insieme al discobolo di Costermano, ed è quello che riguarda le competizioni militari. Due furono le facce di questa esperienza vissuta da Peppone. Una riguarda l’aspetto interno al Corpo dei Corazzieri, con le partite di basket, pallavolo, le gare a squadre di palla a sfratto, gli inizi e gli allenamenti da lanciatore condivisi con altri atleti-corazzieri…L’altra faccia riguarda le competizioni militari internazionali, che fiorirono come mai prima nel dopo-guerra, svolgendo un ruolo assai importante nell’ambito della ripresa di pacifiche relazioni internazionali dopo il conflitto mondiale. Tutto ebbe inizio grazie alle autorità militari statunitensi che nel 1944, sia per concedere un po’ di svago a ragazzi rimasti per lunghi mesi sotto pressione, sia per amalgamare meglio truppe assai eterogenee quali quelle alleate, organizzarono tornei sportivi interni ai vari contingenti che si concludevano poi con campionati interforze. Nel 1944 i Giochi Interalleati, per quanto riguarda l’atletica si disputarono il 15 e 16 luglio a Roma, e nel 1945 il 26 agosto a Francoforte sul Meno. Mentre la manifestazione del 1944 si svolse a livello puramente individuale, quella del 1945 fu trasformata in scontro tra due blocchi dell’intera presenza alleata in Africa ed Europa, che furano denominati European Theater of Operations (ETO) e Mediterranean Theater of Operations (MTO). Come sempre quando si prova a sconfiggere un avversario, si tentano tutte le vie. L’orgoglio di squadra del gruppo meridionale (MTO) dell’intero scacchiere, per rinforzarsi reclutò il miglior milite italiano, Tosi. I due schieramenti si fronteggiarono con tre atleti contro tre per ogni singola gara, e Tosi vinse con 48,51 sconfiggendo i cinque avversari. Beppone fu prelevato a Roma da un aereo militare e accompagnato a Francoforte dall’allenatore in capo della squadra di atletica MTO, Richard Bahme. In una intervista rilasciata in età avanzata, il velocista-ostacolista Harrison Dillard, che prese anche lui parte ai Giochi Interalleati del 1945 si ricordava ancora che “c’era pure un discobolo italiano, grande e grosso, che credo fosse il primatista del mondo”. Non lo era, ma fa lo stesso: era grande e grosso. “Il successo dell’esperienza sportiva interalleata post-bellica fornì l’idea per il varo di un organismo sportivo militare duraturo, e non solo temporaneo. Sotto l’egida del Consiglio Sportivo delle Forze Alleate, sorto nel maggio del 1946, nel 1946-47 furono organizzate alcune manifestazioni internazionali militari con la partecipazione anche di rappresentanti di nazioni dell’Europa comunista, ma poi i nascenti problemi politici li indussero a farsi da parte, e il CSFA cessò di vivere. Più tardi però, cogliendo l’opportunità giunta durante gare di schermidori con le stellette, cinque sole nazione europee (Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo, Olanda) presero il coraggio a quattro mani e fondarono a Nizza il Conseil International du Sport Militaire (CISM). Era il 18 febbraio 1948, e il 4 settembre dello stesso anno, a Bruxelles, si disputò la prima edizione dei Campionati CISM di atletica leggera. “La prima intenzione delle alte sfere di questo organismo, con il fine di estendere quanto più possibile pacifiche relazioni nell’intero pianeta, fu quella di coinvolgere altre nazioni. A questo scopo ai Campionati CISM di atletica leggera, pur non essendo l’Italia ancora membro del CISM, fu invitato un atleta italiano (accompagnato da dirigenti con cui iniziarono trattative). La scelta cadde ancora una volta su Tosi. Nel 1950 i Paesi membri erano già dieci (Belgio, Danimarca, Egitto, Francia, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda, Svezia, Turchia), e nel 1951 fecero il loro ingresso, tra gli altri, anche gli Stati Uniti. Peppone fu un fedelissimo di questa manifestazione, a cui teneva moltissimo, e fino a quando gareggiò non mancò mai all’appuntamento (dal 1949 al 1954), vincendo sempre con margini di vantaggio vistosi, come mostra lo specchietto riassuntivo:
Lasciamo il testo di Martini e aggiungiamo qualche nota relativa all'anno 1951. La gara dei mondiali militari ebbe questo risultato: Tosi 49,83 (altra fonte 49,88), Savidge (Inghilterra) 43,36, Burton (Stati Uniti) 43,14, Fikkert (Paesi Bassi) 42,32, Kitziger (Belgio) 41,56, Turan 40,90. Nettissima la supremazia del nostro, come si vede. Pochissimi giorni dopo il successo militare, egli si aggiudicò, a Milano, il quinto (e ultimo) titolo nazionale: 50,27 per lui, 50,08 per Consolini. A questi due successi vanno aggiunti il titolo di campione inglese, in luglio a Londra con il suo miglior risultato dell'anno, 53,58, e la vittoria, ad Alessandria d'Egitto, il 9 agosto, nella prima edizione (ufficiale) dei Giochi del Mediterraneo, che dominò con un normale 48,49, davanti al greco Nykolaos Syllas. Una nota su questo greco (1.76 di statura!): sesto ai Giochi Olimpici 1936, settimo a quelli di Londra 1948, nono a quelli di Helsinki 1952, subito dietro Tosi, ottavo, per quattro centimetri. |