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1966: quei dodici pionieri che affrontarono i primi Giochi Europei Indoor (2) PDF Print E-mail

Sapete che una cinquantina d'anni fa era proibito parlar male di Sua Santità FIDAL attraverso la stampa? Ebbene sì, questa democraticissima norma vigeva nel Regolamento Organico (art. 6 e 17, comma 2). Bruno Bonomelli (e anche parecchi altri) ci spese il fiato nelle assemblee regionali e nazionali per far abrogare questo editto di puro stampo antidemocratico. Sentite questa: Comunicato n. 28 del 19 febbraio, provvedimenti disciplinari:«...ammonizione nei confronti di (...) per aver contravvenuto alle norme...rivolgendosi ad organi di stampa per muovere proteste nei confronti di organi federali risultate prive di fondamento». I reprobi erano, tra gli altri, Abdon Pamich (serve dire chi è?), Silvio De Florentiis (maratoneta ai Giochi Olimpici di Roma), Mauro Nasciuti (consigliere nazionale per molti mandati e anche vicepresidente), Edoardo Giorello (atleta, poi allenatore da una vita, nostro socio da parecchi anni), Umberto Tedeschi (velocista, fu il primo campione italiano sui 200 metri indoor nel 1971, l'anno prima questa distanza non figurava nel programma), Vittorio Ottonello (quell'anno, ancora atleta, mezzofondista, fu 22esimo nel campionato juniores di corsa campestre, poi consigliere nazionale negli anni '90, e, a lungo, presidente del C.O.N.I. ligure).

Noticina curiosa sul n. 11, la segnaliamo perchè c'è un motivo. Si comincia a parlare dei Campionati d'Europa che si terranno a Budapest a fine agosto. Sapete chi fu il primo a chiedere l'accredito stampa al Comitato organizzatore? Luigi Mengoni, di Ascoli Piceno, espertissimo del nostro sport, statistico fra i migliori al mondo, scriveva soprattutto di atletica femminile mondiale, fu il primo a parlare in Italia dell'atletica cinese, e compilò anche un libretto unico sull'atletica albanese, altro pianeta sconosciuto. Abbiamo detto c'è un motivo, non solo la curiosità di quell'accredito. Ne riparleremo prossimamente grazie ad un nostro socio.

Sempre dai Comunicati Ufficiali di quel numero apprendiamo i nomi dei convocati per il «Cross delle Nazioni», in programma a Rabat il 20 marzo. Insieme a Ambu, Conti, D'Agostino, Gioacchino De Palma, Renato De Palmas e Segrada, c'è anche Albertino Bargnani, bresciano, allievo di Bruno Bonomelli, da molti anni socio del nostro Archivio Storico. Albertino - che quell'anno correva per la Legnami Pasotti, una delle varie società di Bonomelli - aveva avuto un' ottima stagione di cross: secondo al «Campaccio», secondo al Campionato di società, quinto al Nazionale (sempre vincitore Ambu). Per i suoi risultati nel 1965, Albertino era stato insignito della «Palma al merito atletico» di secondo grado. 

Qualche annotazione sulla corsa campestre. Uno juniores niente male era Flavio Salvarezza, del CUS Roma, che chiuse al settimo posto nella gara juniores del Campionato nazionale nel parco della villa Aldobrandini, a Roma. Salvarezza ai primi anni '80 fu l'ideatore, con Franco Fava, della Maratona di Roma. Come professione fu imprenditore di una tipografia che sfornò parecchie pubblicazioni di atletica. Spulciando, abbiamo trovato un risvoltino che farà piacere (sperem) ai nostri amici del lago di Garda: al 62esimo posto della gara seniores sta il nome di Vittorio Cocca, bresciano di Lumezzane, che correva con la squadra di Bonomelli; dietro di lui, 65esimo, Giorgio Rondelli, sapete tutti chi è stato in seguito. Cocca, nel 1974, fu il primo vincitore di una gara podistica locale a Navazzo di Gargnano, Garda appunto, che allora si chiamava «La Camináa» e che poi sarebbe diventata «Diecimiglia del Garda»; il prossimo agosto taglierà il traguardo delle 47 edizioni consecutive. Ma, forse più significativo, Vittorio Cocca fu uno dei primissimi a Lumezzane a consigliare uno smilzo ragazzino locale che aveva buona stoffa per correre. Si chiama Gianni Poli.

Si è accennato al «Cross delle Nazioni». Data la scarsa, o nulla, simpatia della Federatletica per la corsa campestre, i nostri fondisti avevano brillato per la loro assenza a questa competizione. Una prima apparizione nel 1929, poi più nulla fino al 1965. L'anno dopo la FIDAL accondiscese ad un'altra presenza, anche con una squadra junior: i migliori, individualmente, furono Ambu (20esimo) e, fra i giovani, Francesco Amante (16esimo). Bargnani fu 70esimo, quarto degli italiani. Chiuderà la sua stagione campestre con il sesto posto alla «Cinque Mulini» (27 marzo).

Con il Comunicato n. 36 del 9 marzo la Presidenza federale autorizza due atleti a prendere parte a riunioni (Praga e Bratislava) in pista coperta in Cecoslovacchia il 15 e 16 marzo Eddy (stavolta con due «d») Ottoz e Giuseppe Gentile. Il pupillo di Calvesi corse i 50 metri ostacoli in 6.7 (m.p.italiana) nella capitale; il giorno dopo, fermò i cronometri su 6.2 sulle 50 yarde, che la rivista federale etichettò come miglior prestazione mondiale, ma non era vero, valeva quella europea e italiana. Di Gentile si conosce la misura di Bratislava:15.93, secondo a sette centimetri dal ceco Nemcovski.

Gli azzurri per Dortmund: questo il titolo in testa al Comunicato n. 40 del 18 marzo. Si parlava genericamente di «prima competizione europea indoor», per quelli che furono chiamati o Giochi Europei Indoor o Criterium Europeo Indoor. Quattordici i convocati, tredici uomini e una donna: Erminio Azzaro, Sergio Bello, Francesco Bianchi, Mauro Bogliatto, Roberto Bonechi, Giovanni Cornacchia, Roberto Frinolli, Giuseppe Gentile, Ito Giani, Pasquale Giannattasio, Sergio Ottolina, Edy (una sola «d») Ottoz, Michele Sorrenti, Maria Vittoria Trio.

Come andò a Dortmund? Ve lo racconteremo nella prossima puntata.