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Francia - Italia 1937 nel commento del grande atleta francese Géo André PDF Print E-mail

Quelli che normalmente sono diligenti e fanno i compiti a casa (non sono quelli che si limitano ad alzare il pollice per compiacenza fingendo di aver letto quello che non hanno mai letto), avranno apprezzato la lettura del contributo firmato da Augusto Frasca per ricordare uno dei numerosi incontri-scontri dei centurioni della legione italica contro i temuti abitanti della Gallia. Era un classico, e gli esiti finali della incruenta pugna erano sempre incerti. A quei tempi lontani e immaginifici di pozioni magiche (al contrario di oggi) ce n'era una sola quella, misteriosa e potentissima, preparata dal druido Panoramix, che però ne faceva un uso molto moderato. Il 12 settembre 1937 era la settima volta che i due schieramenti di ponevano uno difronte all'altro nella pianura di Colombes, a nord ovest dell' area urbana di Lutetia. Entrambi i minieserciti si fronteggiavano con pugnace aspirazione di vittoria. Nelle sei precedenti campali battaglie, la prima datata 1928, i Celti (che i romani chiamavano Galli) si imposero due volte: 1928 e 1930; nelle altre quattro (29 - 31 - 33 - 35) svettarono i vessili imperiali rimessi in auge da un aspirante Dux nato in una regione, la Romagna, che nel IV secolo a.C. era stata conquistata proprio dai Celti. Corsi e ricorsi della storia dei popoli.

Come andò quel giorno ce lo ha sintetizzato Frasca, quindi niente da aggiungere. Solo, come appendice, un documento che ci ha fatto avere l'amico Luc Vollard, presidente della Commissione Documentazione e Storia della Federazione francese, organismo con il quale intratteniamo cordiali relazioni da anni. Luc ci ha fatto avere l'articolo pubblicato dal settimanale «Le Miroir des sports». Nata nel 1920, la pubblicazione puntava soprattutto sull'illustrazione fotografica, ma si avvaleva pure di grandi firme del giornalismo. L'articolo sull'incontro Francia - Italia portava quella di Géo André, uno dei più celebrati atleti transalpini di ogni tempo. Fu l'uomo chiamato a fare il giuramento a nome di tutti gli atleti ai Giochi Olimpici di Parigi 1924. Rugbista, aviatore, giornalista, geniaccio inventivo. Si dice che fu lui ad inventare una macchina che può essere considerata la prima lavastoviglie! Il settimanale tenne duro fino al 1968, quando dovette chiudere bottega. C'è anche chi ricorda i completissimi Almanacchi di fine anno, preziosi compendi dello sport francese. Sapete a chi fu dedicata la copertina del primo numero dell'8 luglio 1920? A Suzanne Lenglen, un mito del tennis, «la Divina» come titolò Gianni Clerici il libro su di lei.

Se volete leggere lo scritto di Géo André posizionatevi con il cursore sulla pagina e cliccate...e buona lettura. Da parte nostra un ringraziamento a Luc Vollard.

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