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"Il Professore" ha seguito il suo allievo: Carlo Vittori e Pietro Paolo Mennea di nuovo insieme PDF Print E-mail

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La morte non ha rispetto di nessuna festività. Nella notte nella quale, si dice, alcuni secoli fa, sia nato un bambinello, venuto alla luce in una povera mangiatoia circondato da altrettanto poveri palestinesi che non avevano niente di aggressivo se non degli innocenti bastoni per governare docilmente le loro pecore, un'altra vita invece si è spenta. Era ora di cena quando siamo stati raggiunti da una di quelle diavolerie moderne che chiamano sms, o anche "messaggini" nello slang quotidiano: un amico ci informava della scomparsa di Carlo Vittori, "U' Professore" come lo chiamavano tutti quelli che gli volevano bene nel mondo dell'atletica.

Personaggio straordinario, temperamento dirompente, cultura tecnica sterminata, capacità polemica illimitata. Siamo inadeguati a delinearne anche per sommi tratti la figura, ci penseranno altri docenti emeriti dell'Università della parola. Noi vogliamo ricordare solo un episodio non lontano nel tempo. Era la fine di ottobre del 2013, un nostro socio, Giovanni Baldini, piacentino di Agazzano, sana stirpe di atleti e insegnanti di atletica, decide di mettere in scena il ricordo di quello speciale tipo di salto che si chiamava "ventrale", usato da suo padre Felice per superare i due metri nel 1964, uno dei primi sull suolo del nostro allungato stivale. Un successo, oltre 120 persone quella mattina a vedere immagini storiche e ad ascoltare due "giganti" come il campione olimpico di salto triplo Peppe Gentile e il finalista olimpico (stesso stadio messicano, stesso anno, 1968) del salto in alto Giacomo Crosa. Mentre il tempo trascorre con tante belle analisi, ricordi, aneddoti, a qualcuno viene in mente di chiamare al telefono "U' Professore", il quale, in un primo tempo, aveva fatto balenare la possibilità di essere presente "di pirsona pirsonalmente", come dice l'appuntato del Commissario Montalbano. Raggiunto al telefono Carlo Vittori, Gentile e Crosa diedero vita ad un siparietto indimenticabile, che affascinò e divertì tutti i presenti. La verve del professore diede ancor più interesse ad una iniziativa che già aveva raggiunto il suo scopo.

Abbiamo preso una decisione. Siamo venuti a conoscenza che il quotidiano di Piacenza, "Libertà", ha pubblicato un ricordo del professor Carlo Vittori, a firma proprio del nostro socio Giovanni Baldini. Abbiamo deciso di pubblicare il suo scritto. Siamo fieri che un giovane socio prenda l'iniziativa di chiamare il quotidiano della sua città e proponga un ricordo di un uomo di atletica come Vittori. Siamo grati alla redazione sportiva del quotidiano piacentino per aver dedicato uno spazio adeguato a questo ricordo. È una circostanza che ci alza il morale in un momento in cui il nostro meraviglioso sport è devastato da una cloaca di malaffare, di imbroglio, di malversazione, di bugie e di bugiardi. Vogliamo gridare con tutta la forza che abbiamo: "questo non è il nostro sport, ridateci la nostra atletica". Professore, Lei che agli inizi degli Anni '90, scrisse (inascoltato, qualcuno che ricorda esiste ancora...) una lettera al presidente e al Consiglio della Federazione italiana di allora, invocando che venissero banditi senza indugio i cosiddetti "supplements", che poi tanti guai hanno provocato, Professore, se ha tempo, guardi giù e dia una mano a tutti i Giovanni Baldini che ci sono ancora nell'atletica di tutto il mondo. La terra le sia lieve, professor Carlo Vittori.

E chi vuol leggere quello che ha scritto il Baldini Junior, clicchi qui, altre due volte sul testo che si aprirà e ne consentirà la lettura.