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Andrea Dallavalle atleta emergente, Ennio Buttò tecnico appassionato premiati dall'Atletica Piacenza PDF Print E-mail

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Ci fa piacere annoverare l'Atletica Piacenza fra i club che sono "amici della A.S.A.I.". Alcuni dirigenti sono nostri soci. Per questo, talvolta il nostro sito si occupa delle vicende agonistiche o societarie che riguardano il club biancorosso, i colori della bandiera della città dei Farnese. A fine anno di che ci si occupa normalmente? Di bilanci, in senso lato, di feste sociali e di premiazioni. Ed eccoci qui:  domenica 4 dicembre le "truppe" del presidente Sergio Morandi si sono ritrovate compatte nella Sala della Volta del Vescovo, un ritrovo che è diventato covo abituale per questi festeggiamenti. Davvero tanti i presenti: bambini dei primi corsi per avvicinarli all'atletica, ragazze e ragazzi già seriamente impegnati nell'agonismo, campioncini che crescono, genitori, dirigenti, tecnici e autorità sportive cittadine, rappresentate dall'assessore allo Sport della Amministrazione Comunale, Giorgio Cisini. 

Protagonista della giornata? Tutti indistintamente perchè un club vive con l'apporto delle energie degli aderenti. Ma, come diceva George Orwell in quel capolavoro che è "La fattoria degli animali", alcuni "sono più uguali degli altri". Noi qui parliamo di bipedi e il nostro è uno con delle qualità che, si spera, lo faranno zompare lontano: Andrea Dallavalle, fa di nome e cognome, atleta della categoria Under 18, che abbiamo sempre chiamato allievi, ma che oggi hanno trasformato in queste astruse formule in onore a chi? Di qualcuno che ha deciso di andarsene dal consesso europeo. Fosse per noi, l'atletica italiana dovrebbe fregarsene e tornare alle sue diciture tradizionali. Vabbuó.... Parliamo di Andrea, fresco di quattro titoli italiani, un secondo posto ai Campionati europei di categoria e del record italiano di salto triplo. Nel 2015 aveva avuto le ali un po' acciaccate che non gli avevano permesso di volare, ma il 2016 è stato emozionante per il giovane rampollo di casa Dallavalle-Bobbi, famiglia di tradizione atletica vincente con i suoi 17 titoli italiani, cui hanno contributo genitori e procreati (il fratello Lorenzo, pure lui triplista, partecipò con onore ai Mondiali Juniores a Eugene nel 2014). E se va avanti così il conto sembra solamente da aggiornare.

Che altro ha spiattellato la relazione presidenzialmorandiana? Altri tre titoli nazionali, stavolta nella categoria masters per Cassola, Zanelli e Colombi, successi che testimoniano che l’attività, nel club piacentino, è aperta anche agli amatori e appassionati ormai non più giovanissimi.

Dai meno giovani ma sempre gagliardi ai giovanissimi che fanno ben sperare. In una specialità altamente tecnica come il salto con l’asta si segnala una bella realtà con i lineamenti femminili: il record provinciale assoluto di Lucrezia Lavelli, con l'eccellente misura di 3,50, cifra da considerarsi propedeutica a più aeree elevate piroette visto che la brava Lucrezia è solo allieva.

Non ci sono stati solo riscontri individuali: a dar soddisfazioni di bello spessore ci hanno pensato le ragazze, nel senso di categoria federale: oro regionale (Emilia Romagna per chi non è molto ferrato in geografia) a squadre, mentre la brigata delle più grandi ha messo nel bottino di casa la terza partecipazione consecutiva ai Campionati italiani di società.

Premi, festa, discorsi: verba volant, diceva il nostro tristristrisavolo che teneva bottega vicino al Campidoglio romano circa 1900 anni fa, ma i fatti restano. E sono quelli presentati nel consuntivo 2016 dell’Atletica Piacenza. Innalziamo canti e vessilli, avrebbe concluso il grande Gianni Brera. Come vogliamo fare noi dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana. A proposito di storia, o meglio di ricordi. Da parecchi anni il sodalizio biancorosso premia a ogni giro di boa annuale un tecnico o qualcuno che abbia fatto qualcosa per l'atletica. E ogni volta, vicini o lontani che siamo, ci prende un po' di groppo alla gola riecheggiando quel nome che si vuole ricordare: Valter Sichel, che qualcuno di noi ha avuto sorte di avere al fianco. Nella sua semplicità Oualter era portatore di una umanità infinita, dentro e fuori il campo di atletica. Stavolta, il figlio Andrea ha consegnato il premio a Ennio Buttò, saltatore in alto ai suoi bei giorni giovanili, poi grafico di bella ingegnosità, e allenatore come vocazione, discepolo di due miti piacentini come Felice e Claudio Enrico Baldini.  Con Valter, tutti "uomini verticali", sempre per citare Gioanbrerafucarlo, che ci mancano molto, soprattutto sentiamo profonda dolorosa volatilità dei valori di cui erano portatori. 

Nelle foto: a sinistra, Andrea Sichel consegna il premio intitolato al nome di suo padre a Ennio Buttò; a destra, Andrea Dallavalle premiato dall'assessore comunale Giorgio Cisini.