Home News Homepage Trekkenfild numero 118: un compromesso fra l'antiquariato e il modernariato
Trekkenfild numero 118: un compromesso fra l'antiquariato e il modernariato PDF Print E-mail

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Questo nuovo numero 118 è un mix di ieri oggi domani. A quelli con le tempie dipinte di grigio forse si accenderà una lampadina (a led, rigorosamente), ma questo - mormoreranno - è il titolo del film diretto da Vittorio De Sica, che vinse l'Oscar come miglior film straniero nel 1965, protagonisti Marcello Mastroianni e una dirompente Sophia Loren in lingerie nera con reggicalze, che allora era il sogno di tutti gli italici maschi, ma non potevano esternarlo, il coming out  dei desideri sessuali era allora sconosciuto, anzi disdicevole. Oggi: nello scritto brambilliano che dovrebbe essere di presentazione del Golden Gala, versione fiorentina, si parla di tante situazioni che, cucite insieme, danno un quadro di st'atletica d'oggi. La quale atletica, per la serie «Idee poche, minchiate tante» se ne è inventata un'altra: la marcia sulla distanza di maratona a staffetta per i Giochi di Parigi 2024. E in ossequio alla moda dilagante, staffetta mista, due uomini e due donne. Tre, quattro anni fa, i padroni del vapore dello sport riuscirono a far cancellare la cinquanta chilometri perchè troppo lunga, che noia 'sta 50! E la ridussero a 35. Adesso la alzano a 42. Schizofrenia pura. Povera, martoriata marcia, che brutta fine stanno scrivendo per te. Ribellatevi marciatori di ogni sesso, ribellatevi, stanno per farvi fuori.

A seguire, il «coccodrillo» per la dipartita di Sergio Ottolina, uno di quelli che fu primattore del film «C'era una volta l'atletica», altro riferimento cinematografico a quel «C'era una volta il West», un capolavoro del suo genere, regia di Sergio Leone, soggettisti Dario Argento e Bernardo Bertolucci, protagonisti un grande Charles Bronson, Henry Fonda e una Claudia Cardinale da sogni erotici, musiche di Ennio Morricone. E Sergio Ottolina avrebbe potuto fare l'attore, anzi era un attore.

Si arretra poi nel tempo con il ripescaggio di un articolo di Roberto Quercetani tratto dalla rivista vigevanese «Atletica Leggera» di cui Daniele Perboni fu redattore per un sacco d'anni, quelli buoni e quelli meno buoni. L'epopea atletica del personaggio trattato dallo storico fiorentino è il mezzofondista statunitense anni '30 Glenn Cunningham. A chiudere un fotone piena pagina di Lorenzo Simonelli, velocista che ha iniziato in tromba la nuova stagione. Possiamo catalogarlo nella casella «domani»?