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Bicicletto addio, preferisco lo sprint dei 100 metri, decise Umberto Colombo PDF Print E-mail

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Riceviamo da Alberto Zanetti Lorenzetti, che ringraziamo per le cortesi parole e per il contributo all'arricchimento delle nostre conoscenze storiche di lontani campioni del nostro sport.

"Invio queste righe come ringraziamento per il commento lusinghiero apparso sul sito dell’ASAI Bruno Bonomelli a proposito della pubblicazione dell’Olympiabolario, il lavoro che ha come co-autori il sottoscritto e Giampiero Petrucci, esperto di ciclismo e amico di vecchia data a suo tempo presentatomi da Aldo Capanni. Ritengo doveroso esternare la mia gratitudine perché oggi non è facile trovare chi apprezza quello che fai e te lo dice, a fronte dell’imperante maleducazione di coloro che fanno proprio il lavoro degli altri sia per quanto riguarda la compilazione dei testi che per la ricerca delle immagini d’epoca, senza nemmeno avere la buona creanza di riconoscere il minimo sindacale, cioè la citazione della fonte".

1897, chi l'è quell lì ? Umberto Colombo, el gioinòtt de Porta Garibaldi, l'è una schejà!

Un lavoro di così ampio respiro non poteva non produrre qualche novità che è in grado di incuriosire qualcuno degli interessati (probabilmente pochi) lettori. Ne riporto un esempio. Nei cinque anni che ho trascorso per motivi di studio da ragazzino a Milano, ho scoperto che il cognome Colombo fa un’accanita concorrenza al più noto Brambilla. In classe noi addirittura avevamo il rapporto di 3 a 1 a favore dei primi, con l’inevitabile creazione in classe della cosiddetta “colombaia”. Da grande esperto di ciclismo qual è, al momento di affrontare i Giochi olimpici di Parigi del 1900 Petrucci si è insospettito quando ha potuto verificare che il nome Luigi Colombo, riportato in autorevoli libri e siti internet che si occupano di Olimpiadi, corrisponde a un ciclista che è stato autore di buoni risultati fino al 1895 per poi scomparire dalle cronache sportive. Non solo: la raccolta della Gazzetta dello Sport dell’annata olimpica ha fornito in più riprese alcuni preziosi “assist” alla ricerca, non solo riportando il nome di un certo Umberto Colombo ciclista, ma addirittura riportando che l’omonimo sportivo praticante l’atletica leggera era reduce da alcune corse in bicicletta disputate a Parigi. Tenendo conto inoltre che il ciclista l’anno precedente, il 1899, si era classificato secondo ai Campionati nazionali dilettanti di velocità e che l’atleta certamente aveva preso parte ai Giochi parigini nei 100 e 400 metri, si è fatto strada il dubbio che i due Colombo fossero la stessa persona.

Non contento delle ulteriori notizie provenienti dalla Gazzetta dello Sport, Petrucci mi ha sottoposto la questione per cui ho ritenuto opportuno richiedere l’aiuto dell' amico presidente dell’ASAI affinché potessero entrare in gioco i suoi amici storici francesi.

Detto, fatto. Castellini si fa carico del quesito e in tempi brevi arriva (in inglese) la risposta di Vincent Guignard:

"In Paris newspapers of July 1900, there are several lists of athletes entered in olympic track and field events. In these lists, there are always 3 Italian athletes, one of them being Colombo. When his first name is given, it is always Umberto Colombo. He was entered at least in sprint events.

There was also an Italian cyclist called Umberto who took part in olympic cycling events in September 1900. In the French newspapers of September 1900 his first name is never mentionned. But earlier, in an issue of May 1900, Le Vélo had published a list of Italian professional and amateur cyclists, and the name of U. Colombo is mentionned among the amateurs. Later, in December 1900, L'Auto published a short article on an Italian cyclist called Umberto Colombo who had just turned professional.

There are many allusions to the cyclist in Le Vélo in 1900 especially between March and September. The only long period with no allusion to him is between early July and early August, precisely when an athlete also called Umberto Colombo was in Paris, competing in track and field events. My conclusion is that there was only one man called Umberto Colombo and that he was both the athlete and the cyclist".

Riassumendo brevemente, Guignard dà la conferma che anche secondo la stampa francese il Colombo presente alle gare ciclistiche delle Olimpiadi del 1900 non è Luigi. Di conseguenza il sospetto diventa una certezza: l’Umberto Colombo campione nazionale nel 1898 e 1899 dei 100 metri e partecipante ai Giochi di Parigi nelle gare di atletica è la stessa persona che gareggiò nel ciclismo nella gara di velocità e nella corsa a punti, unico italiano a prendere parte a due discipline sportive in quella Olimpiade. Non rimane quindi che ringraziare Ottavio Castellini e Vincent Guignard per averci aiutato ad aggiungere un piccolo tassello all’affascinante storia dello sport italiano. Se volete sapere qualcosa di più sul personaggio in questione potete consultare l’Olympiabolario selezionando con il cursore la voce presente nella colonna di sinistra del nostro sito.