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1929: Géo André commenta Italia-Francia-Svizzera nella «vielle cité de Bologne» PDF Print E-mail

Riceviamo dal nostro vicepresidente Augusto Frasca queste righe e la riproduzione delle pagine della rivista sportiva francese (il testo può essere ingrandito e diventa sufficientemente leggibile, avendo una minima conoscenza della lingua francese):

"Da un fondo di scaffale, il resoconto pubblicato da Le Miroir des Sports sull’incontro tra le nazionali maschili d’Italia (127 punti), Francia (122), Svizzera (62), Bologna, Stadio del Littoriale, 14 luglio 1929: vittorie individuali di Giacomo Carlini, volato al primato nazionale sui 110, Ettore Tavernari, impegnato sul triplo fronte 400-800-4x400, Edgardo Toetti, Luigi Facelli, Camillo Zemi, Luigi Boero, Giuseppe Palmieri, più le due staffette. Sul doppio giro di pista, due primatisti mondiali a confronto, Séra Martin, con l’1’50”6 realizzato esattamente un anno prima allo stadio di Colombes e inequivocabilmente l’uomo di maggior peso della rappresentativa francese, e l’atleta della Fratellanza Modena Ettore Tavernari, fresco del primato sui 500 metri, 1’03”0, 15 giugno 1929, Budapest. Inviato speciale, da Parigi, un grande nome dello sport, del giornalismo, della società transalpina: Georges Ivan “Géo” André. Ingegnere aerospaziale, pilota di caccia, sette presenze nella nazionale di rugby a 15, quattro olimpiche, Londra 1908, medaglia d’argento nell’alto con 1,88,  Stoccolma 1912, Anversa 1920, primo frazionista nella 4x400 terza classificata, Parigi 1924, immortalato sul podio del giuramento olimpico, André morì a Biserta, sul fronte bellico tunisino, il 4 maggio 1943. Reca il suo nome il Complexe Omnisport-Stade Français di Parigi. Linguaggio giornalistico di prima qualità, forte attenzione ai dettagli e al colore, del suo commento si segnalano in particolare le note sull’ambiente bolognese, sulle peripezie di viaggio sofferte da Séra Martin, sulle diversità di approccio allo sport esistenti tra atleti italiani e francesi, e sul curioso siparietto tra il mezzofondista e Leandro Arpinati, figura di spicco nello sport e nella politica nel periodo tra la prima e la seconda mondiale e, all’epoca, Presidente della Federazione Italiana di Atletica". 

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