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Alcuni libri di nostri soci arricchiscono la conoscenza delle realtà locali e di club PDF Stampa E-mail
Mercoledì 27 Marzo 2024 20:23

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Negli ultimi mesi la produzione atletico letteraria dei nostri soci si è arricchita di alcune pubblicazioni che potrebbero avere interesse per i lettori del sito ASAI. Presentiamo oggi il quarto volume della collezione ideata e realizzata da Marino Piccino, nostro aderente da qualche anno, ex atleta che si è espresso soprattutto sui 400 piani e con ostacoli, il quale ha vestito il color amaranto delle Fiamme Oro di Padova, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. Marino un bel giorno ha deciso di mettere in fila, ricopiandoli meticolosamente da riviste, annuari, giornali, e con l'aiuto di alcuni amici, i risultati ottenuti dagli atleti che hanno vestito la stessa canotta. Ha diviso il materiale per periodi a partire dal 1954, anno di fondazione del gruppo sportivo: ne ha dati alle stampe in precedenza tre ed ora è arrivato il quarto che copre il decennio 1980 - 1989. Due gli aspetti di maggior interesse: le molte fotografie, in particolare quelle dei volumi precedenti fornite dai diretti interessati e quindi inedite, e, nell'attuale volume, alcune sommarie informazioni sul dopo-atletica, a dire che cosa hanno fatto i «celerini» una volta che hanno smesso di frequentare piste e pedane di atletica. Questa è sempre stata la parte più trascurata da tutti (diciamo, quasi tutti) coloro che hanno affrontato compilazioni di atletica: che ne è stato, che ne è, di quei giovanotti che abbiamo visto competere sulle piste? Sono vivi, sono deceduti? Hanno asceso i vertici della Polizia di Stato? Son diventati generali? Oppure si son dedicati al giardinaggio? Nebbia, non se ne sa più nulla. Tanti, talvolta troppi e poco utili, numerini, ma della vita che ne è? Discorso a carattere generale, che, ovviamente, non intacca il lavoro né di Marino Piccino né di altri. E, in ogni caso, ognuno con il proprio tempo e i propri denari fa ciò che più lo gratifica. Pubblicazioni come quella di Marino contribuiscono, comunque, ad arricchire gli scaffali della biblioteca atletica di qualsiasi appassionato. Quindi, complimenti a lui.

E ancora a lui deve rivolgersi chiunque abbia interesse nelle sue quattro pubblicazioni. Può essere contattato a questo indirizzo mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Aprile 2024 08:15
 
Walter Bassi, da maratoneta a scalatore, tradito dalle montagne che tanto amava PDF Stampa E-mail
Lunedì 25 Marzo 2024 09:52

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Giornata tristissima quella di domenica scorsa per l'atletica bresciana. In poche ore sono tragicamente deceduti due uomini che hanno impiegato parte della loro vita nel nostro sport, prima come atleti poi come organizzatori, tecnici e dirigenti. Deceduti in due incidenti in una bella valle bresciana, la Valcamonica, ricca di storia e anche di preistoria. Walter Bassi, che di questa valle era figlio, Stefano Martinelli, che nella stessa valle aveva trovato una riposante dimora dove trascorrere ore serene. Walter, da sempre innamorato delle sue montagne, da loro è stato tradito, durante una escursione di scialpinismo. Un banalissimo incidente, mentre faceva giardinaggio nella sua villetta di Lozio, ha portato via Stefano alla famiglia, al sodalizio sportivo di cui era parte rilevante e alle atlete della sua amata Atletica Brescia con le quali aveva stabilito un fortissimo legame.

Alcuni dei nostri soci avevano avuto occasione di incontrarli, negli ultimi mesi, in eventi legati al mondo dell'atletica bresciana. A fine luglio dello scorso anno, alla Azienda Peri Bigogno di Castenedolo, in occasione della presentazione della gara podistica «Diecimiglia del Garda» organizzata da un nostro socio per omaggiare il traguardo dei cinquanta anni di organizzazione, qualcuno si era ricordato di invitare alcuni dei bravi fondisti bresciani che avevano onorato con la loro presenza questa competizione in anni di grande fulgore. E Walter Bassi era uno di questi, tanto che un anno, era il 1990, con la maglia della Ellesse - nella quale militava anche Gianni Poli - , fu secondo fra Arthur Castro, brasiliano, e Simeon Kigen, keniano, che non erano proprio i «signori nessuno» della corsa di lunga lena. Walter fu felice di quell'invito, così come gli altri, che snocciolarono poi, nel successivo terzo tempo conviviale, i loro vivissimi ricordi. Pubblichiamo la foto - scattata da Pietro Delpero - di quel giorno a Castenedolo: Walter è il primo a sinistra; di seguito, Ottavio Castellini, Sergio Gandaglia, Angelo Fedrigo e Loretta Pagliarini.

Walter Bassi fu buon maratoneta, dalla carriera non lunga complice una struttura muscolare che gli procurava molti problemi. Un nostro amico che era là quel giorno lo ricorda steso sul prato dello Stadio Olimpico di Montjuic al termine della maratona di Barcellona: i muscoli delle sue gambe sembravano volessero schizzare fuori, inarrestabili, ci volle qualche decina di minuti per superare questa crisi. Walter si era convertito alla maratona nel 1987. Nel dicembre del 1988 vinse la prima Tourist Marathon di Palermo, secondo fu un altro bresciano, Osvaldo Faustini. Poche settimane dopo, in gennaio, altra maratona, a Marrakech, in Marocco, secondo. Sono solo alcuni sommari accenni.

L'incontro con Stefano Martinelli ha una data recentissima: il pomeriggio del 15 marzo, in un hotel del centro a Brescia, dove l'Atletica Brescia 1950 ha organizzato un incontro fra dirigenti, atlete di oggi ed ex atleti di ieri, potenziali finanziatori, e presentato un bel libro sulla attività societaria. Presenti anche in questa occasione alcuni soci dell'ASAI. Uno in particolare che con Stefano ha collaborato per parecchi anni nella struttura del sodalizio bresciano. A lui abbiamo affidato il suo ricordo.

"Non c’è bisogno di essere dei campioni per innamorarsi dell’atletica. Stefano Martinelli ne è l’esempio: si è sempre impegnato a fondo in questo sport senza arrivare a risultati eclatanti, ma questo non ha scalfito di un millimetro una passione costruita giorno per giorno prima sulla tennisolite dello Stadio Rigamonti di Mompiano e poi sul manto gommoso del Campo Scuole, il Morosini (oggi Campo Calvesi), coltivando assieme ad alcuni compagni dell’Assindustria Atletica Brescia 1950 un profondo senso di appartenenza al sodalizio. Appese le scarpe al chiodo ha continuato a frequentare gli impianti bresciani come allenatore di mezzofondisti e saltatori coll’asta e ottenendo dai colleghi quel rispetto che gli ha permesso di assumere il ruolo di Direttore Tecnico della società bianco-azzurra. A lui si deve la scelta del club di dedicarsi in modo particolare al settore femminile, riuscendo a costruire una formazione di alto livello in campo nazionale che dapprima ha portato al raggiungimento di una presenza stabile nella Finale Oro del Campionato di società e successivamente alla conquista del titolo italiano che ha permesso alle atlete di cucire sulle maglie lo scudetto per la prima volta nel 2019, mantenedolo fino ad oggi".

Ultimo aggiornamento Martedì 26 Marzo 2024 09:10
 
Quelle piste in carbonella nera, quanti rimpianti: in Spagna vogliono ricordarle PDF Stampa E-mail
Mercoledì 20 Marzo 2024 07:46

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Abbiamo ricevuto da amici spagnoli un comunicato e una locandina che ha attirato la nostra curiosità. Un gruppo di appassionati ha dato vita a una associazione i cui aderenti non vogliono dimenticare...che cosa? Le piste in carbonella, de ceniza, come dicono loro, in cenere. L'hanno chiamata «Amigos de la Pista de Ceniza», acronimo APC. Domani l'iniziativa verrà presentata a Madrid, all'INEF, Istituto Nazionale di Educazione Fisica. La presentazione (come potrete leggere nel comunicato che alleghiamo, in castigliano, così fate un po' di esercizio in vista delle prossime vacanze a Lanzarote) sarà affiancata da una tavola rotonda attorno alla quale siederanno alcune atlete che hanno corso sulla carbonella. Fra loro, Loles Vives, catalana, la prima a scendere sotto i 12 secondi sui 100 metri. Qualcuno ricorda con simpatia la piccola e vivace Loles - che andò sposa a Marti Perarnau, primatista spagnolo di salto in alto e poi responsabile della comunicazione ai Giochi Olimpici di Barcellona '92 - la quale per parecchi anni scrisse per il quotidiano «Mundo Deportivo». Oltre a essere biologa e nutrizionista. E attiva ancor oggi in pista...purtroppo non più de ceniza!

Qui sopra locandina e comunicato degli organizzatori. fare click per ingrandire e leggere, se v'interessa.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Marzo 2024 12:33
 
«Trekkenfild» usa le veloci frequenze degli sprinters, non quelle dei maratoneti PDF Stampa E-mail
Lunedì 11 Marzo 2024 10:22

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«Trekkenfild» numero 128, detto, fatto. Al centro i Campionati del mondo in pista coperta, obbiettivo puntato sugli eccellenti risultati degli atleti italiani. Come sempre, un paio di didate sul «topolino» del computer posizionato sulla copertina e buona lettura.

Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Marzo 2024 11:58
 
Liste femminili di ogni tempo: rinnovamento in vista per alcune discipline PDF Stampa E-mail
Mercoledì 06 Marzo 2024 00:00

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Ritornano oggi protagonisti Enzo Sabbadin e Enzo Rivis con le loro puntuali e aggiornate liste di ogni tempo, stavolta quelle che vedono protagoniste le donne (messa a punto a fine 2023). Come nostra abitudine, non ci limitiamo a pubblicare le compilazioni sic et simpliciter, ma ci «guardiamo dentro», anzi ci curiosiamo dentro. Come insegnò Bruno Bonomelli a qualcuno di noi che siamo stati ad ascoltarlo, compilare è un nobile e meritorio esercizio, soprattutto in uno sport come il nostro che usa strumenti di misurazione. Ma davanti a questi dati, fondamentali, il passo successivo è capire cosa ci dicono. E dicono sempre qualcosa, magari anche in negativo, quindi non piacciono molto...ai manovratori...

Stavolta abbiamo tirato i bussolotti e ci sono uscite le quattro distanze del mezzofondo: 800, 1500, 3000 e 5000. La prima. Sulle 23 migliori prestazioni iniziali, nove appartengono a Gabriella Dorio (nella foto a sinistra). La più vicina, anzi vicinissima, come tempo - questione di millesimi di secondo - è stata la bolognese Elisa Cusma, atleta con una carriera oltre ventennale cosparsa di molte belle e importanti soddisfazioni. Cusma, in quelle prime 23 prestazioni, fa meglio della vicentina: ne conta undici. E sempre tenendo conto del computo iniziale, il titolo di aspirante alla successione va a Elisa Bellò, anche lei vicentina, originaria di un paese vicino a Thiene. Ha un tempo personale risalente al 2022 ma è tornata sotto i due minuti (che alle nostre latitudini è sempre limite da perforare) anche nel 2023. La più giovane, romana, Eloisa Coiro, classe 2000, sesta a scendere sotto i 120 secondi. Nelle dieci migliori di ogni tempo, rimangono ben salde Fabia Trabaldo, Patrizia Spuri e Agnese Possamai.

Sul doppio di 800 sottraendo 100, per ora ancora saldamente regnante Gabriella Dorio: unica sotto i quattro minuti,  e cinque delle prime prestazioni su sei. Ma attenzione, qui c'è una nouvelle vogue che preme dappresso. L'anno scorso in tre si sono avvicinate: Gaia Sabbatini, Ludovica Cavalli e Vissa Shintayehu, etiope di nascita ma friulana di adozione, in giovanissima età. Il nostro occhio retró ci fa rilevare che ben 16 delle migliori prime 42 pretazioni assolute fanno parte dell'eredità intoccabile e non trasferibile di Gabriella Dorio. Ancora una annotazione: il 4'02"85 che valse il terzo posto a Paola Pigni  ai Giochi Olimpici di München '72, è sempre il quinto tempo. Insoma l'altro ieri...cinquantadue anni fa...

Monarchia assoluta  (non vogliamo usare il sostantivo «dittatura» che ci fa venire i brividi) nei 3000 metri: su 22 prime prestazioni la metà esatta sono timbrate Roberta Brunet, alla quale trasfuse la sua competenza tecnica e la sua bonaria umanità Oscar Barletta. Ingessatissime le prime posizioni con i nomi di Agnese Possamai, Nadia Dandolo, Margherita Gargano e Silana Cruciata. L'orizzonte attuale è rischiarato da Federica Del Buono, figlia di cotanti genitori, Rossella Gramola e Gianni Del Buono, e dalla citata Shintayehu. Una giovanissima Roberta, ancora con la maglia dello CSAIn Torino appare nella foto di destra, lei è al centro, alla sua sinistra (numero 2) Alba Milana.

E chiudiamo con la distanza più lunga, dodici giri e mezzo di pista. Ci son voluti 27 anni ma il nome al vertice, quello della primatista, è cambiato: Roberta Brunet non più monarca ma principessa di un'epoca andata. Oggi regna Nadia Battocletti, trentina di Cles, lei che ha l'allenatore in casa, il padre Giuliano, mezzofondista e maratoneta. Battocletti, Brunet e Maria Guida, prima nella maratona ai Campionati d'Europa nel 2002, le uniche tre sotto i quindici minuti.

Pensierino della sera: abbiamo citato nomi di ragazze, signorine, signore, che hanno scritto le più belle pagine del mezzofondo di questa nostra penisola. Alle generazioni presenti e future il gravoso incarico di sostituirle.

Chiunque può approfondire e fare le sue riflessioni su tutte le altre discipline, soffermandosi sulle liste che potete agevolmente consultare su questo link.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Marzo 2024 14:30
 
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