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Corriamo i più appassionanti 100 metri insieme a Fabio Monti e Claudio Colombo PDF Print E-mail

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Il nostro redattore incaricato delle recensioni librarie è un tipo puntiglioso, meticoloso, fors'anche tignoso. Si rifiuta categoricamente di scrivere anche solo qualche riga se non ha letto per intero il libro di cui deve parlare. Un professionista serio, uno degli ultimi Mohicani di un giornalismo abborracciato, disattento, incolto, affrettato, wikipediato. Quello che presentiamo oggi non è quello che si usa dire "un libro che profuma ancora di stampa", è stato pubblicato alcuni mesi fa. Ma ci sono buone ragioni per presentarlo a quelli dei nostri soci, o lettori, ai quali magari era sfuggito. Anzitutto è un bel libro di atletica: documenta quella che viene ritenuta la più affascinante disciplina del programma atletico, i 100 metri, la velocità, una corsa lampo, oggi di nove, dieci secondi, durante i quali tutti trattengono il respiro. Il tempo di un flash. Talvolta non basta la lettura dei centesimi per separare due atleti, si deve far ricorso ai millesimi di secondo.

Gli autori. Due giornalisti con i quali alcuni di noi soci dell'ASAI hanno condiviso parecchi anni, almeno tre decenni, tra Giochi Olimpici, Campionati del mondo, e decine di altre occasioni nelle tribune stampa di mezzo mondo. Fabio Monti e Claudio Colombo, due lombardi, che hanno passato una bella fetta della loro vita nelle stanze della redazione sportiva del «Corriere della Sera», provenendo da precedenti esperienze importanti. Aggiungete che Fabio è nostro socio...particolamente attivo...e ha respirato fin da bimbo profumi di atletica, di sprint, e di giornalismo. Il suo papà faceva di nome Carlo, si mise al collo due medaglie di bronzo, una ai Giochi Olimpici di Londra '48 (staffetta 4x100) e l'altra ai Campionati d'Europa di Oslo '46 (100 metri), e non solo. Non meno importante il fatto che i due autori sono stati testimoni direttti "negli ultimi quattro decenni di molte delle competizioni descritte", ricordano nelle righe di presentazione. A cui aggiungiamo una postilla personale che riguarda alcuni di noi, di quelli che - fortunati - possono dire "qui c'eravamo anche noi", e, leggendo Claudio e Fabio, possono rivivere emozioni mai sopite.

Il libro. Un bel tomo di oltre 430 pagine. L'impalcatura della narrazione ideata dagli autori si basa sulla ricostruzione delle grandi gare di 100 metri. Il debutto è con la finale dei primi Giochi Olimpici moderni, Atene 1896, e si chiude con quella dei Campionati d'Europa del 2022 a Monaco di Baviera. Ogni evento, un racconto, fatto di precisione meticolosa ma anche di storie umane, di annotazioni che spesso sono passate nell'oblio. Queste pagine si possono leggere anche senza un ordine consequenziale, si può aprire a caso e leggere le tre pagine sulla finale olimpica di Città del Messico '68, oppure quella dei Mondiali di Helsinki '83. Ogni gara una storia, i volti di uomini e donne che riaffiorano per coloro che li hanno visti, di tempi, di velocità del vento, talvolta benevolo, tal altra birichino.

Un libro che ha diritto di passare dalla poltrona che vi ha accolti per la lettura allo scaffale della vostra biblioteca. Lo ha editato Diarkos Editore, che tiene residenza a Sant'Arcangelo di Romagna, e che ha già accolto nel suo variegato catalogo un buon numero di opere di argomento sportivo.

Riportiamo un brano dalla introduzione.

"Pathos dello stadio muto nell'imminenza del via: sei atleti raccolti su sé stessi, immobili e come in agguato; poi la liberazione del guizzo, i muscoli che schioccano in disperata tensione: quasi il deflagrare di polveri fulminate dalla scintilla di un innesco sapiente. Ansioso proiettarsi del corpo in furibondo succedersi di falcate; muscoli contratti, mascelle contratte, fiato sospeso, cuore in tumulto"

"Nella descrizione di Gianni Brera c'è tutta la magia della gara regina dell'atletica, i 100 metri, dove tutto si accende e si brucia in dieci secondi: attesa, adrenalina, emozioni":