Home News Homepage La «Cinque Mulini» rivisitata attraverso le copertine dei primi anni '60 (3)
Message
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La «Cinque Mulini» rivisitata attraverso le copertine dei primi anni '60 (3) PDF Print E-mail

alt alt
alt  alt

Dopo il collage di foto degli anni '40 e una selezione degli scritti di Bruno Bonomelli sul cross dei «Cinque Mulini», oggi offriamo ai nostri fruitori una insolita, pochissimo conosciuta - crediamo -  rassegna di copertine dei programmi del cross sanvittorese nei primi anni '60, esattamente 1960, 1961, 1962 e 1964. Anche queste, come il materiale precedente, fanno parte della collezione privata di un nostro socio. Erano programmi semplici, di poche pagine, con una grafica minimale e una impaginazione senza design sofisticato. Però erano l'espressione di una realtà paesana che aveva saputo inventare nel pieno degli anni '30 una manifestazione sportiva che affondava le proprie radici nella tradizione popolare e contadina. Ci sono altri esempi di corse campestri per così dire «paesane», dimenticate purtroppo, delle quali un giorno - forse - vi parleremo, per toglierle dall'oblio e affidarle alla memoria dei quattro gatti che ancora si occupano di conoscere il passato del nostro sport. Non sapendo, peraltro, neppure valorizzare il presente...

1960, anno olimpico speciale, siamo noi italiani ad ospitare la diciassettesima figlia del Barone Pierre de Coubertin. A San Vittore Olona si corse il 20 marzo. Alzi la mano chi sa che cosa era il Neadol? Crema, non unge, non macchia...Era un medicinale per lenire strappi muscolari, reumatismi, nevralgie, lo produceva la Medici Domus, laboratorio chimico biologico farmaceutico con sede a Legnano.  E il Redocin? Antisettico, balsamico «in un lampo risana»! La Medici Domus, nelle ultime edizioni degli anni '50 e almeno fino al 1964, affiancò numismaticamente gli organizzatori sanvittoresi; sulla copertina del programma e sullo striscione di arrivo faceva bella mostra il nome di questa azienda che apparteneva alla famiglia Mocchetti. Questa azienda pubblicò anche una rivista col titolo «Sport in Medici Domo». Torniamo al programma cartaceo del cross. Una pagina è dedicata al patrocinio del presidente della Repubblica, che a quel tempo era il toscano di Pontedera, Giovanni Gronchi, che ebbe un grande merito nel suo settennato: essere ricordato per...un francobollo sbagliato! Il famoso, e costoso, «Gronchi Rosa». Presidente invece del Comitato Esecutivo del cross Paolo Cozzi, quel gentleman di Alfredo Turri era uno dei vicepresidenti, il direttore di gara, ovvio, Giovanni Malerba. Tutti brava gente, davvero. Nell'elenco dei premi di rappresentanza figurava «una riproduzione in bronzo del Guerriero di Legnano»: vuoi vedere che questa corsa campestre è stata l'antesignana della Lega che una volta si chiamava Lombarda e che piaceva tanto al senatur Umberto Bossi? Siamo seri, e vediamo invece la prossima notizia annunciata nell'ultima pagina del programma: nacque quell'anno la «Cinque Mulini dei giovani». Si legge che la società organizzatrice «per la prima volta richiamerà anche i giovani Allievi e Juniores a gareggiare sul caretteristico percorso...". Questa prima edizione (circa tre chilometri da percorrere)  fu riservata agli atleti tesserati della Lombardia: vinse Massimo Begnis, che diventerà campione nazionale sui 3000 metri siepi nel 1965 e '66, oltre che detenere il primato italiano di questa specialità che tolse ad Alfredo Rizzo.

1961, 19 marzo, stavolta il presidente Gronchi fu più generoso, oltre all'Alto Appoggio - come è scritto - offrì una medaglia d'oro da assegnarsi al vincitore. Intanto era cambiato il sindaco, primo cittadino era Alberto Lazzati, fratello maggiore di Augusta, che è stata il punto di riferimento degli organizzatori ma, soprattutto, degli atleti stranieri per tre o quattro decenni, lei che dominava la lingua inglese, e anche qualche altra. Pochi i cambiamenti nelle pagine interne, fra cui una bella foto di Gianfranco Baraldi, vincitore l'anno prima, su Francesco Perrone e Franco Volpi. Massimo Begnis rivinse la gara dei giovani, nella quale, al terzo posto, si classificò il bresciano Giulio Salamina, che vestiva i colori della FO.MA.PLA, società di creazione bonomelliana. Giulio, fin dalla fondazione, è socio A.S.A.I. Ci fu un fatto nuovo: dopo 28 edizioni il podio della «Cinque Mulini» per la prima volta fu occupato da tre corridori stranieri: lo jugoslavo di origine croata Franjo Mihalic (al terzo successo dopo quelli del '57 e del '58), il marocchino Moha Saïd, e l'altro jugoslavo Istvan Ivanovic.

1962, 18 marzo. Proprio una foto di Mihalic che stringe la mano al rag. Pino Mocchetti fa bella mostra sulle pagine del programma. Ragioniere? Sì, ma anche imprenditore farmaceutico e allenatore di calcio. Fu presidente del Legnano fino a portarlo (campionato 51-52) in Serie A. Fu anche chiamato a far parte, per circa un anno, della Commissione tecnica della Nazionale di calcio, insieme a Gipo Viani e a Giovanni Ferrari, era l'anno 1958, Commissario straordinario della F.I.G.C. era Bruno Zauli. Abitò sempre a San Vittore Olona, in Palazzo Mocchetti, dove morì, nel 1994, all'età di 89 anni. L'anno 1962 vide alla ribalta della «Cinque Mulini» uno dei grandissimi della storia della corsa di mezzofondo: il francese Michel Jazy. E ci fa piacere qui ricordare un eccellente corridore per campi e per montagne, il bresciano Enzo, detto Franco, Volpi, che quel giorno fu il più tenace avversario del leggero transalpino e chiuse secondo a meno di 35 secondi. Volpi fu protagonista di tante edizioni di questo cross: terzo nel 1957 - 1959 -1960 - 1963, oltre ad altri piazzamenti minori. Avrebbe meritato di iscrivere il suo nome nell'albo dei vincitori.

1963, 24 marzo. Tornò Jazy, e tornò per vincere ancora. Si affacciò per la prima volta dalla terra che ha inventato il cross country, il britannico Derek Turner, che insidiò fino alla fine il transalpino. Con Volpi, furono gli indiscussi protagonisti della corsa. Dal programma peschiamo un paio di segnalazioni. Fra gli incarichi organizzativi due nomi indelebili: quello di Peppino Galli addetto, insieme a Nicola Canziani, al Servizio Stampa e Informazioni; in anni futuri sarà presidente della società sportiva. E quello «della signorina Augusta Lazzati», alla voce «interprete». Segnali di ammodernamento dello staff con l'innesto di due ruoli fondamentali per lo sviluppo internazionale della manifestazione che da lì in poi decollò verso una fama mondiale. Quelli veramente bravi hanno già scritto, riscritto, cantato, messo in versi, in endecasillabi, la storia della «Cinque Mulini». Eh che? Ci mettiamo a fare concorrenza?

(fine)