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E dopo Storo, Nicolosi: gli amici Granata e Bonomo presentano il nostro «1946» PDF Print E-mail
Saturday, 08 October 2022 11:53

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Inatteso e quindi ancor più gradito. Nella posta @gmail il gestore di questo sito ha trovato un messaggio e allegate due foto. Inviava Michelangelo Granata (a sinistra, con la maglietta bianca, la foto è stata scattata da Armando Monaco), da Catania. Condivide lo scatto con l'amico Carmine Bonomo...e con due copie della nostra ultima pubblicazione: il decimo volume della storia dei Campionati italiani di atletica, iniziata in occasione del centenario della prima edizione (1897) e giunta ora a trattare l'anno 1946. La pista su cui posano i piedi i nostri due amici è quella, nuovissima, dello stadio dei Monti Rossi, a Nicolosi, il cui abitato si adagia alle pendici dell'Etna. Perfino Johann Wolfgang Goethe fece un accenno ai Monti Rossi nel «Viaggio in Italia», scrisse :"...le masse di lava in primo piano, le vette gemelle dei Monti Rossi a sinistra, e di rimpetto a noi la selva di Nicolosi, sopra la quale si ergeva il cono dell'Etna ricoperto di neve e leggermente fumante...". 

L'inaugurazione della rifatta pista di atletica ha offerto l'occasione per la finale del «Premio Estivo Mezzofondo e Marcia». Vista anche la presenza dei rappresentanti dell'Amministrazione Comunale e di dirigenti, tecnici e atleti, Michelangelo e Carmine hanno pensato bene di ritagliarsi uno spazietto per presentare il nostro volume. Volume che contiene un aggangio storico preciso. Durante la stesura, fu chiesto ai due amici di rintracciare materiale di una gara di marcia che si disputò nel maggio del 1946 a Catania. Gara che deve considerarsi il primo Campionato nazionale di maratonina di marcia, distanza poi codificata in 20 chilometri ma che quel giorno alla fine fu di circa 23. Eravamo a un anno dalla fine della guerra, che si poteva pretendere quanto a precisione? A quella gara, prese parte anche  il giovane Pino Dordoni, aveva vent'anni; finì la gara al quarto posto. Iniziava anche la carriera di marciatore, il catanese Gianni Corsaro, che, quel giorno, preso da eccessivo entusiasmo per l'incitamento del suo pubblico, dovette ritirarsi causa dell' andatura superiore alle sue forze. Il tutto è raccontato nel libro con foto originali, risultati completi, articoli di giornali siciliani di quei giorni. Per merito di Carmine e Michelangelo. Doveroso quindi almeno far loro omaggio del libro. Che han pensato bene di pubblicizzare, cosa di cui li ringraziamo.

Il messaggio di Michelangelo si chiude con una annotazione atletica, per ricordare che su questa pista dei Monti Rossi, il 29 agosto 1992, il diciassettenne  Sebastiano Mazzara, dell'Atletica Bagheria Palermo, stabilì la miglior prestazione nazionale della categoria allievi sulla insolita  - almeno qui da noi - distanza del miglio, metri 1609,35 (conversione ufficiale): tempo 4'19"0. A dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto lunga sia 'sta nostra Italia, c'è un filo che lega Nicolosi, Rovereto e Navazzo, dove ha sede il nostro Archivio Storico. Seguiteci. Ci son voluti ben 29 anni per vedere un altro ragazzetto migliorare quel tempo. Di nome fa Simone Valduga, è nato a Rovereto nel 2004, veste i colori gialloverdi dell'U.S. Quercia Trentingrana. Simone corse nella prima serie della gara Elite durante la seconda edizione del meeting Don Kenya Run, il 4 settembre 2021, sulla pista della Civica Arena di Milano. Serie vinta da Stefano Massimi (4'02"42), Simone sesto in 4'05"93, per succedere a Mazzara. Forse vi chiederete che c'entra Navazzo. C'entra, c'entra, perchè la nonna di Simone, signora Rina, risiede proprio nella località che è frazione di Gargnano, sul lago di Garda. Infatti è moglie di Maurizio Bertanza, anche lui un bravo ex atleta negli anni '70 - '80, gli piacevano soprattutto i 2000 metri con siepi, ma non solo. Simone è figlio di Stefano, uno dei figli del precedente matrimonio della signora Rina.

Qualche nota su Sebastiano Mazzara, prodotto di quelle generazioni di mezzofondisti siciliani che hanno dato lustro all'atletica italiana. Solo una pennellata, niente di più su questo bravo atleta, nato nel 1975. Nel 1993, quindi diciottenne, si classificò terzo ai Campionati nazionali juniores di corsa campestre, che si corsero su un tracciato all'interno della pista automibilistica di Fiorano/Maranello. Vinse il pugliese Ottaviano Andriani su Giuliano Battocletti, terzo Sebastiano. Piazzamento che gli aprì le porte della Nazionale junior per il Mondiale di cross che quell'anno era ospitato nel Paesi Baschi, nord della Spagna, in una località famosa per il cross: Amorebieta, in basco Zornotza. Era il 28 marzo, chi scrive non può scordarlo. Come non può dimenticare che il bus che trasportava i giornalisti da Bilbao ad Amorebieta fu fermato per più di un'ora in una strada secondaria, si seppe dopo che si era sparsa voce che i terroristi baschi avrebbero attuato un attentato. Siamo andati a sfogliare la rivista federale «Atletica». Il racconto dell'evento era stato affidato da chi gestiva la rivista in quel momento a Fausto Narducci, allora inviato della «Gazzetta dello Sport». Il testo era corredato dalle fotografie del francese Jean Pierre Durand, uno dei migliori al mondo per l'atletica, purtroppo tragicamente deceduto un anno fa nella sua casa in Dordogna.

Cinque keniani ai primi cinque posti nella gara assoluta, quattro ai primi quattro fra i presunti juniores (lasciam perdere la storia delle vere date di nascita, e non solo per i keniani). Invece il nostro bravo Sebastiano era nato il 13 maggio 1975 e con quella sacrosanta data era stato registrato all'anagrafe del suo Comune, Mistretta. Per il fondismo italiano fu una giornata nera cui tentava di mettere una toppa la parlantina fluviale del prof. Elio Locatelli, allora direttore tecnico, che spiegava, annunciava cambiamenti lì per lì, sparava nomi di tecnici candidati a salvare la situazione del cross. In tutto questo - e abbiamo finito -  Fausto Narducci scrisse:" ...uno dei pochi azzurri che potrà ricordare piacevolmente questa brutta giornata: il siciliano Mazzara che con il 37esimo posto si è messo sulla strada di Modica, suo concittadino a Mistretta...". Modica nel senso di Vincenzo, vero? Meglio chiarire, non si sa mai. E fu un altro 28 marzo quando Sebastiano tornò In azzurro nel cross assoluto stavolta, nel 1999, a Belfast, con un freddo fottuto (attenuato da ripetuti bicchieri di whisky irlandese allungato con acqua bollente che una solida e allegra signora serviva a Sandro Giovannelli e all'autore di questi appunti) e un fango che arrivava al cavallo dei pantaloni. Paul Tergat, il grandissimo Paul Tergat, vinse quel giorno il suo quinto titolo consecutivo di cross. Sebastiano ritrovò, come nel 1993, Giuliano Battocletti, bravissimo 19esimo, gli altri italiani furono Daniele Caimmi e Umberto Pusterla. Lui fu il quarto degli azzurri, 50esimo, e con quel piazzamento contribuì al degnissimo sesto posto dell'Italia nella classifica per Nazioni. 

Mammamia santissima, quante cose s'han da ricordare! E tutto per colpa (merito?) di una foto arrivata da Catania.

Last Updated on Monday, 10 October 2022 07:33
 
Piacenza riceve il titolo di «Città che favorisce lo sport», nel nome di Pino Dordoni PDF Print E-mail
Friday, 07 October 2022 09:01

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La quattro immagini documentano l'atto conclusivo delle celebrazioni 2022 del successo olimpico di Pino Dordoni, piacentinissimo, ai Giochi di Helsinki 1952, sulla affascinante distanza dei 50 chilometri di marcia, oggi fatti sparire dal programma in ossequio ai diktat della televisione. Alcune persone - poche - nell'estate di un anno fa si proposero di ricordare l'evento nella città natale del grande marciatore. Sono state realizzate delle iniziative con la partecipazione di taluni e la totale assenza di talaltri. Ultimo atto, ben partecipato, con tanto di nuovo assessore allo Sport del Comune di Piacenza, Mario Dadati, e del campione olimpico di Mosca '80, Maurizio Damilano, la consegna alla città della «Bandiera Azzurra» che comporta anche il titolo di «Città che favorisce lo sport». Mai titolo fu più azzeccato per la «Primogenita» se si pensa che in questa provincia esiste un solo stadio dove praticare l'atletica. Prossima fermata: una sgambettata primaverile sui percorsi intitolati a Dordoni e riservati ai podisti . E poi: archivio, dimenticatoio. Ma non sicuramente per Pino Dordoni, come atleta e come persona.

Post Scriptum - Il ricordo della vittoria olimpica di Dordoni è stata una idea nata all'interno del nostro Archivio Storico dell'Atletica Italiana. Le idee nascono nella testa delle persone. In questo caso una, che ottenne adesione di altre, il Consiglio Direttivo dell'Archivio, prima di tutti. E subito dopo di un socio piacentino, Sergio Morandi. Il resto? Fumosità, le mille bolle blu. Nel momento in cui si chiude il sipario su questa iniziativa viene naturale porsi una domanda: ma se non fosse venuta l'idea all'A.S.A.I. chi si sarebbe ricordato a Piacenza di quel successo olimpico? E fuori di Piacenza? Abbiamo avuto dimostrazioni tangibili della inutilità di personaggi, enti, categorie. L'unico che merita, a pieno titolo di sventolare la «Bandiera Azzurra» è l'amico Sergio Morandi, al quale va il sentito ringraziamento dei soci del nostro Archivio. Una proposta solo sussurrata al nuovo assessore allo Sport, signor Dadati: a fine anno, quando sicuramente farà la sua comparsa alla festa dell'Atletica Piacenza, si presenti con questo premio: «Sergio Morandi, uomo dell'anno dell'atletica piacentina». Vi ricordate quel simpatico pupazzo che, negli anni '70, teneva in braccio Raffaele Pisu durante una trasmissione televisiva? Si chiamava Provolino, ne diceva di cotte e di crude, e terminava con un «Boccaccia mia, statti zitta».

Last Updated on Friday, 07 October 2022 15:46
 
Trekkenfild 111: la corsa alle poltrone, domande senza risposte, punture di spillo PDF Print E-mail
Wednesday, 05 October 2022 08:50

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Come sempre di tutto, di più. Per forza, per chi deve occuparsi di vicende e personaggi con cui devono (purtroppo per loro) fare i conti quasi ogni giorno. Anche in questa nuova uscita di «Trekkenfild» numerata 111 (numero che gli esperti di simbologia definiscono «angelico»...) ci sono analisi, personaggi, punture di spillo e di spillone, e, oddio no, per favore, si comincia già con la menata delle elezione federali 2024. Con l'ariaccia che tira nel nostro incomprensibile Paese il prossimo non sarà un presidente ma sarà un Federale!

Last Updated on Wednesday, 05 October 2022 17:14
 
Consegnato alla biblioteca di Storo il nostro ultimo lavoro storico: anno 1946 PDF Print E-mail
Monday, 03 October 2022 08:07

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Abbiamo affidato il libro a un caro amico e lui ha fatto da «corriere». Il libro è il decimo volume della storia dei Campionati italiani di atletica leggera e ha riguardato l'anno 1946, con i contributi scritti di Augusto Frasca, Sandro Aquari, Sergio Giuntini, Fabio Monti, Ottavio Castellini e Alberto Zanetti Lorenzetti. Alcuni mesi fa due nostri soci erano saliti nella bella cittadina di Storo, in Trentino, per fare una donazione di libri di atletica alla locale biblioteca che, credete, è un piccolo gioiello per struttura, spazi, abbondanza di volumi. Tutto questo favorito dall'interessamento di Ennio Colò, maratoneta una quarantina di anni fa, maglia azzurra per l' incontro Spagna-Italia nel 1981 a Laredo (Paesi Baschi) insieme a Gianni Poli, Antonio Erotavo, Orlando Pizzolato e altri. Ennio, insegnante di educazione fisica, titolo conseguito all'I.S.E.F. di Brescia, non ha mai lasciato lo sport e l'atletica in particolare. Ha indossato la maglia della Benacense di Riva del Garda, il club di Renato Dionisi, e poi dell'Atletica Valchiese. Ma si è impegnato anche nell'amministrazione della sua città, assessore alla cultura per parecchie legislature. Ennio si è sempre occupato anche di storia locale, in particolare con riferimento allo sport. E in campo sportivo l'ultima grande soddisfazione gli l'hanno regalata i suoi ragazzi dell'Atletica Valchiese che, domenica scorsa, in Puglia, hanno vinto il titolo italiano di corsa in montagna a staffetta. Ennio ci ha fatto da tramite (come mostra la foto) con il direttore della biblioteca «Nino Scaglia», dal nome del farmacista di Storo, studioso di tradizioni locali, autore di romanzi e poesie. Un ringraziamento a Ennio e ai gerenti della biblioteca: è per noi motivo di orgoglio sapere che i nostri volumi sono a dimora in un così accogliente spazio culturale.

Last Updated on Tuesday, 04 October 2022 09:07
 
Mondiali Militari 1951: mastro don Gesualdo colleziona oro, argento e bronzo (3) PDF Print E-mail
Friday, 30 September 2022 00:00

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Questa foto tramanda l'arrivo dei 100 metri alla riunione internazionale del 3 settembre 1949 a Torino: in seconda corsia Gesualdo Penna, che verrà dichiarato secondo; Franco Leccese in sesta, il vincitore per i giudici; seminascosto in tenuta bianca il francese Etienne Bally, terzo; al centro Carlo Monti quarto, in prima corsia Angelo Moretti. Abbiamo ripreso questa immagine dal libro «Il filo di lana - Storia di Franco Leccese», autori Giorgio Jannon e Andrea Pellissier, editore il Comitato di solidarietà tra le associazioni condovesi, stampato nel 1997. Desideriamo ringraziarli vivamente. Fra i numerosi contributi scritti per ricordare la figura di Franco Leccese, segnaliamo quello, scritto con il garbo suo proprio, dal nostro socio Giorgio Barberis

 

E veniamo ai nostri militi, alcuni tesserati per corpi militari, altri per società civili, non abbiamo scienza delle regole in vigore in quel tempo: qual era il criterio per stabilire chi era «militare»? Alla fine delle due giornate, nel computo delle vittorie individuali la Francia si accaparrò il miglior bottino, sei, e fu anche la prima, largamente, nella classifica per nazioni; staccata l’Italia, seconda. E bravi i turchi! Cinque vittorie, ma avevano l’asso nella manica…Batman (che fu secondo sui 110 metri ad ostacoli)! Il francese Jacques Degats, campione nazionale sui 400 metri quell’anno, e che farà parte della 4x400 transalpina campione d’Europa a Berna nel 1954, vinse alle Terme la gara individuale e portò al successo la staffetta (lo diamo per scontato visto che non conosciamo le formazioni delle varie staffette).

Quattro le nostre vittorie: Gesualdo Penna (200 metri), Giulio Chiesa (salto con l’asta), Beppone Tosi lancio del disco) e Ruggero Castagnetti (lancio del martello). Oggi ci occupiamo di Gesualdo Penna.

Velocista, nato a Reggio Calabria nel 1924, deceduto nel 2000, ebbe il suo anno migliore nel 1949. Ottenne un 10”5 che quasi tutti danno per buono, salvo Marco Martini che lo indica come assistito di un vento superiore al consentito, e se dobbiamo credere a qualcuno fiducia a Marco che del nostro sport è stato storico vero non orecchiante. Appare del tutto regolare il 10”6 a Genova, in luglio. Ma la cosa più bella fu la vittoria ai Campionati assoluti, a Bari (rimarrà il suo unico titolo): precedette Carlo Monti, che già pensava a guadagnarsi da vivere con la sua laurea in chimica, e Franco Leccese. Carletto, «il mai domo Monti» scrisse qualcuno, temperamento da mastino, pareggiò il conto lasciandoselo dietro sui 200 metri: 22”4 e 22”5. Fu l’ultima maglia tricolore per lui.  La settimana dopo, a Milano, confronto Italia-Belgio, e Penna rivinse i 100 (10”8) sempre sul dottore in chimica di Fino Mornasco (10”9). Nella 4x100 Siddi in prima, Penna in seconda consegnò il bastoncino a Monti cui, come quasi sempre, era affidata la curva, Leccese chiuse: buon tempo, 41”3.

Sui 200 metri «Aldo» - come lo chiamavano tutti abbreviando il Gesualdo un po’ troppo impegnativo - ottenne un bel 21”8, a Biella, il 4 settembre, davanti a Franco Leccese, piemontese di Condove, in Val di Susa, e al francese Etienne Bally, che ebbe le sue giornate di gloria ai Campionati d’Europa 1950 a Bruxelles: primo sui 100, al termine di una volata alla pari con Leccese, col sovietico Sucharev e col polacco Kiszka, tutti cronometrati in 10”7, diamo per buone le diottrie dei cronometristi nel leggere l’ordine d’arrivo…Senza discussione per il tosto francese (che fu sempre tesserato per il Football Club Lyon) i secondi posti sui 200, primo il britannico Brian Shenton (fece parte della staffetta britannica nella finale olimpica a Helsinki ’52 e fu ancora quarto sui 200 ai Campionati d’Europa 1954),  e al termine della 4x100, primi i sovietici.

Per Penna il contentino del mondialino militare sui 200 con in più il terzo posto sui 100 e il secondo nella 4x100. Vestì i colori della società della sua città: la Polisportiva Rocco Polimeni, dal nome di un ex giavellottista calabrese, caduto nel 1941 a El Mechili, in Africa Settentrionale, insignito della medaglia d’oro al Valor Militare. Per questa società sportiva fu tesserato per alcuni anni il non dimenticato giornalista Salvatore Massara, di Vibo Valentia, che nel 1950, con questi colori, vinse la finale nazionale del Trofeo Pavesi di marcia per giovani dai 17 ai 21 anni.

Torniamo al 1951. Un altro Belgio-Italia (fine luglio) allo Stadio Heysel di Bruxelles. Penna vinse di nuovo i 100 come due anni prima a Milano (10”9). Nella 4x100 Carlo Vittori in prima gli passò il bastoncino e lui lo consegnò a Leccese, chiuse il torinese Mauro Frizzoni, 41”6. Poi la Federazione inserì Aldo in un gruppo di atleti per un breve tour di competizioni in Finlandia. Con lui Baldassarre Porto, Tonino Siddi, Teseo Taddia, Gianni Rocca, Adriano Bertacca, Armando Filiput, Giacomo Peppicelli, e, naturalmente, Adolfo Consolini, che lassù era un idolo, anche le renne lo applaudivano quando passava. Ricordiamo che aveva fatto una lunga tournée nel 1946 e rimase nel cuore dei finlandesi. Questo il diario di Gesualdo: Turku, 31 luglio, 200 metri, secondo in 22”6; poi anche la seconda frazione della staffetta svedese (400x300x200x100) con Siddi, Bertacca (era il miglior triplista del momento) e Porto. Williamstrand, 5 agosto, 200 metri, primo in 22”1. Bertacca con 14.81 ottenne la miglior misura italiana dell’anno. Helsinki, 7 agosto, sempre sui 200, primo in 22.4, e primo anche nella staffetta svedese con Rocca, Porto, Filiput e lui in ultima frazione. Consolini lanciò in quattro riunioni, sempre primo, due volte oltre i 54 metri e le altre due oltre i 52.

La Nazionale atletica di Germania è sempre stato un rospo indigesto per gli azzurri. In quegli incontri, dal 1935 al 1941, ci eravamo tolti anche qualche bella soddisfazione individuale (leggi Mario Lanzi e Luigi Beccali, per esempio). A Bologna, nel 1941, gli azzurri avevano dato il meglio: alla fine solo otto punti di scarto dai panzer nazisti. Vittorie di Carlo Monti, Orazio Mariani, due successi di Mario Lanzi, e poi Giuseppe Beviacqua, Aristide Facchini, Ottavio Missoni, Adolfo Consolini e la staffetta 4x400. Passaron dieci anni e le due squadre si ritrovarono, ancora a Stoccarda come nel 1940.  Rispetto a Bologna 1941, noi avevamo ancora in squadra alcuni di allora, sopravvissuti alla carneficina della guerra: Consolini, Profeti, Lanzi, Taddia, Campagner, per dirne alcuni. L’esito del confronto era scontato, ma i seminuovi azzurri ce la misero tutta. A noi qui, adesso, interessa Penna, il quale fece pari con Leccese sui 100 (10”9), lontanucci dai due germanici. Poi la staffetta: i nostri avversari pasticciarono e furono squalificati, i nostri chiusero in 41.5 con…eh, con…solita storia delle staffette sempre trattate con faciloneria dagli scrivani. Formazione? Penna, Leccese, Siddi, Frizzoni, dice il foglio federale; Penna, Siddi, Leccese, Frizzoni, la «Gazzetta». Dalle righe di commento di Gian Maria Dossena si deduce chiaramente che Siddi fosse in seconda frazione contro Kraus, che era stato secondo sui 100. Ma c’è di più. Dossena scrisse che gli azzurri:”…filarono in scioltezza. E non si guardi al tempo. 41”5 è quello dei tedeschi, erroneamente dal cronometrista assegnato al nostro quartetto. La nostra staffetta è effettivamente terminata in 41”1…”. Precisione teutonica…

Gesualdo Penna passò da Stoccarda allo stadio romano delle Terme, terme che l’imperatore Marco Aurelio Augusto, detto Caracalla, fece costruire con sfarzo senza badare a spese. Lui stesso, dicunt, tradunt, era uno sportivone che talvolta scendeva nel circo e si esibiva nei giochi. Visto che militare era, avrebbe anche potuto essere iscritto ai Campionati Internazionali Militari. Ma non lo abbiamo trovato nei risultati.

(segue)

Last Updated on Friday, 30 September 2022 16:33
 
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