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Giuliano Gelmi:"Quel ragazzo che al «Giuriati» mi chiedeva timidamente consigli" PDF Print E-mail

Annoveriamo Giuliano Gelmi, bravo mezzofondista della prima metà degli anni '50, fra i nostri più assidui lettori, sempre pronto a frugare nei suoi tanti ricordi della esperienza sportiva che gli ha segnato indelebilmente gli anni della giovinezza. Soprattutto Giuliano ci aiuta a ricordare gli altri atleti che ha conosciuto, non ci parla solo di se stesso e dei suoi risultati. Per noi è fonte preziosa, come dovrebbero esserlo tanti altri, dovrebbero...terza persona plurale del condizionale presente. Prendere in mano ordini d'arrivo del tempo che fu e cavarne fuori una articolessa, in fondo, è giochino da bambini. Parliamo di ciò che facciamo spesso anche noi. Sono i ricordi del «vissuto» che aprono sguarci sul passato. Stavolta Giuliano ci regala qualche pennellata personale su una bella persona della nostra atletica che segnò il progresso di una disciplina «imbalsamata» (gli 800 metri): Francesco Bianchi. Piccolo (1.68) un po' tozzo (63 chili), questo giovanotto nato a Melegnano nel 1940, grintoso, deve essere ricordato soprattutto per aver scritto la riga successiva nella progressione del primato della specialità dopo 24 anni. Mario Lanzi, l'irruento, talvolta scriteriato nella condotta di gara, aveva corso in 1'49"0, due volte, la prima a MIlano nel 1939 dietro ad un inarrivabile (quel giorno) Rudolf Harbig, la seconda a Bologna nel 1941, e stavolta davanti allo stesso tedesco (che troverà la morte nel marzo del 1944 combattendo vicino a Kirovohrad, in Ukraina) . Lanzi fu argento olimpico a Berlino '36. Il suo 1'49"0 resistette fino al 20 luglio 1963, quando, sulla pista triestina dello Stadio Valmaura, Bianchi scese a 1'48"7, tre centesimi dopo 24 anni. Parlare di Bianchi ci porta anche a ricordare il suo allenatore, Carlo Venini, un burbero battagliero, un altro di quelli «fuori dal coro». Epiche le discussioni fra lui, Bruno Bonomelli e Ezio Bresciani, spesso, anzi quasi sempre, in disaccordo, ma fu anche da quei serrati confronti che prese avvio il rinnovamento del nostro mezzofondo ingessato in...vecchi merletti. Purtroppo la vita non fu generosa con Francesco Bianchi stroncato da un infarto mentre corricchiava sul prato della Arena di Milano, nel settembre del 1977.

Diamo adesso la parola a Giuliano Gelmi che ha preso spunto dalla nostra ricostruzione del Campionati mondiali militari del 1962, che vide Bianchi primo sulla sua distanza:" Ho apprezzato il doveroso omaggio a quei bravi ragazzi. Non posso dimenticare Francesco Bianchi. Ho un singolare ricordo di lui: non so per quale motivo mi seguiva, mi osservava, mi chiedeva con umiltà e rispetto tante cose quando ci incontravamo al «Giuriati», talvolta quasi mi infastidiva. Dopo che io avevo attaccato le scarpette al classico chiodo, lui intanto era diventato molto bravo, e ovviamente migliore di me. Quando seppi del suo decesso intanto che insegnava a correre agli allievi di scuola mi è dispiaciuto moltissimo e ho avuto qualche rimorso, ma tant’è. Mi rimane il ricordo rispettoso per un personaggio che conosceva bene le regole dell’atletica e a questo sport voleva bene e ha dato tanto".