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L'occhio fotografico di Pietro Delpero ha dato espressione alla fatica del corridore PDF Print E-mail

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Domani pomeriggio, sabato 13 gennaio, alle ore 17, le sale del Museo Nazionale della Fotografia, con sede nel cuore antico di Brescia, apriranno le porte per dare spazio alle riproduzioni degli scatti di Pietro Delpero. Tema: la fatica del corridore, in questo caso del podista. L'indovinato slogan che accompagna l'esposizione è giocato sulle iniziali della parola SPORT: Sudore, Passione, Ostinazione, Resistenza, Tenacia. Abbiamo scritto "accompagna" ma sarebbe meglio dire "accompagnava", perchè questa esposizione ebbe il suo battesimo nell'agosto scorso, al campo sportivo di Navazzo di Gargnano, in occasione della corsa podistica «Diecimiglia del Garda», che celebrava i cinquant'anni consecutivi di vita organizzativa. Esistevano le belle foto di Pietro (scattate sempre durante precedenti edizioni di questa competizione), c'era l'occasione di una celebrazione importante - cinque lustri di una manifestazione sportiva non sono robetta -, a qualcuno venne l'idea della esposizione. Non suscitò eccessivi entusiasmi, per la verità: evidentemente i podisti sono abituati a guardarsi sopratutto...gli alluci più che ad osservare quello che vien loro offerto davanti alla punta del naso. Ma fu comunque una soddisfazione, sia per il fotografo che per chi aveva avuto l'idea di qualcosa di diverso dal corri, suda, prendi il tuo pacchetto omaggio e scappa.

Domani, l'esposizione al Museo Nazionale della Fotografia darà a questo originale lavoro un significato di spessore culturale più appropriato. Un riconoscimento a Pietro che a noi dell'ASAI non può che far piacere. Ma chi è 'sto Pietro? si chiederanno altri soci. Non è nostro socio, ma dovrebbe esserlo per i numerosi contributi che ha dato con la sua passione fotografica documentando vari momenti della nostra vita associativa, alcune indimenticabili iniziative che vedevano l'ASAI coinvolta in prima fila. E con lui altri innamorati del...diaframma - quello fotografico, ovvio - la moglie Chantal e il cognato Marco. Persone che, del tutto disinteressatamente, hanno dato alla nostra associazione professionalità e impegno. Occasione per rivedere delle belle foto, impreziosite dalla magia del bianco e nero.