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Reale il Parco, sportivo il sudore PDF Stampa E-mail
Lunedì 19 Dicembre 2011 15:35

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In occasione del Campionato italiano di società di corsa campestre, disputato a Monza nel 2008, il Comitato regionale lombardo della Federazione italiana di atletica leggera, in collaborazione con l’A.S.A.I. "Bruno Bonomelli", pubblicò una ricerca dei nostri soci Sergio Giuntini ed Alberto Zanetti Lorenzetti intitolata “Il Parco Reale e Monza – una storia di sport ed atletica”. La pubblicazione è andata presto esaurita. Si è allora deciso di offrire ai nostri lettori la possibilità di consultarla sul sito dell’Archivio Storico dell'atletica italiana.

Per illustrare i contenuti di questa "chicca" storica  niente di meglio della stessa presentazione scritta dagli stessi autori:

Se dovessimo stendere una lista dei luoghi più significativi dello sport italiano, ed in particolare dell’atletica leggera, Monza sarebbe inserita in uno dei primi posti: la strada che la unisce a Milano, grazie all’impresa di Achille Bargossi, è stata la sede di quello che a tutt’oggi è considerato il primo atto della nostra atletica e, qualche anno più tardi, di una delle principali “classiche” del podismo italiano.

Il Parco della Villa Reale, conosciuto in ogni angolo del mondo per quel tempio della velocità che è l’Autodromo, ha ospitato corse campestri a partire da quando, nel corso del primo conflitto mondiale, le alte gerarchie militari compresero – meglio tardi che mai – che l’efficienza dei soldati non era solo una questione di rigida disciplina. Da allora furono numerose le manifestazioni che si disputarono: cross nazionali, Campionati italiani individuali e di società, fino al Cross delle Nazioni del 1974. Senza dimenticare la Maratona d’Inverno, organizzata a partire dall’inizio degli anni Settanta e per molti anni puntuale evento d’inizio d’anno.

Talvolta le vicende dello sport incrociano la storia, quella con la “esse”maiuscola. A Monza è accaduto il 29 luglio 1900, quando Umberto I alla fine del concorso ginnastico organizzato dalla “Forti e Liberi” venne ucciso dalle rivoltellate di Gaetano Bresci.

Sport e tragedia, quindi, in un binomio che a poche centinaia di metri di distanza si sarebbe consumato più volte sul circuito automobilistico. Ma anche sport e trionfo, in una più naturale sintonia con l’essenza dell’agonismo che nel Parco Reale ha negli anni accomunato Carlo Speroni e Tazio Nuvolari, Paola Pigni e Niki Lauda, Francesco Panetta e Michael Schumacher.

 

Architettura, natura, tecnica, agonismo, storia patria e racconti di sport. Tutto questo è l’aspetto di Monza che abbiamo voluto descrivere in queste pagine e che il Parco Reale ci ha dato l’opportunità di “fotografare” nella sua peculiarità unica non solo in Italia, ma in tutto il mondo”.

 

Buona lettura!

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Dicembre 2011 15:49
 
Ciao, Martino! PDF Stampa E-mail
Giovedì 15 Dicembre 2011 09:00

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Martino Gerevini accanto a una delle sue opere "tridimensionali", dal titolo "42,195". L'artista realizzò questo lavoro per una esposizione interamente dedicata alla maratona (posters, quadri, documenti, libri, francobolli), che si tenne nei locali della Cantina Peri Bigogno, a Castenedolo (Brescia), nel mese di novembre 2010.

Esattamente dodici mesi fa, ghermito improvvisamente da un cuore che fino a quel giorno gli aveva regalato la forza per una vita di lavoro intenso e gratificante, ci lasciava Martino Gerevini.

Sentiamo il bisogno di ricordarlo oggi, qui sul sito dell'A.S.A.I., perchè Martino è stato per 17 anni l'artista che ci ha dato una identità grafica, che non esitiamo a definire unica, speciale. Elaborò graficamente il logo della nostra Associazione (che speriamo presto di pubblicare in sostituzione di quello provvisorio che figura in questa pagina, ma che nulla ha da spartire con quello "vero"), logo che presentammo all'atto di fondazione nel 1994. E da allora ogni copertina dei libri prodotti direttamente da noi, ogni impaginazione degli stessi, ogni scelta di caratteri di stampa, di taglio delle foto, qualsiasi aspetto della "grafica", era opera sua. Ci guidava, ma non imponeva mai, come nel suo stile di grande galantuomo. Voleva bene a quelli di noi che lo frequentavano da anni, voleva bene all'A.S.A.I. per quello che rappresentava e rappresenta  per quelli di noi che l'hanno creata. Chi lo ha conosciuto ed ha avuto con lui frequentazioni di lavoro alla Arti Grafiche Apollonio di Brescia, la  preparazione di un libro,  il vederlo nascere, è sempre stata una esperienza di arricchimento professionale e umano, vicino a lui.

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Dicembre 2011 15:52
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Corsa Campestre, scuola di campioni PDF Stampa E-mail
Martedì 13 Dicembre 2011 12:44

alt "La prima corsa a piedi, ricordata e descritta da Omero, cronista eccezionale, con abbondanza di particolari, è la sfida, avvenuta sotto le mura di Troia, fra Antiloco, Ulisse e Aiace d'Oileo, in occasione dei giochi funebri di Patroclo". Inizia così, sotto il titolo "Il primo cross dell'umanità" il capitolo d'apertura del volumetto (64 pagine) "Corsa campestre, scuola di campioni - I Cross - Country in Italia e nel Mondo - Nel giubileo del Campionato italiano", autori Bruno Bonomelli e Emanuele Carli, uscito a Verona, per i tipi della Stamperia Zendrini, nel marzo del 1966.

Era la prima pubblicazione interamente dedicata alla corsa campestre, disciplina alla quale Bonomelli aveva riservato nella sua attività di storico dell'atletica italiana una attenzione speciale, al contrario di quello che era sempre avvenuto in seno alla Federazione italiana, che del cross non si era mai curata molto.

In tredici capitoli Bonomelli e Carli mettono la pietra angolare di una storia del cross in Italia e nel mondo. Una piccola preziosità e rarità bibliotecaria che l'A.S.A.I. è in grado di offrire a quei soci che volessero arricchire la propria collezione. Alcune - pochissime - copie di questo storico libretto sono state reperite da due soci. Chi fosse interessato a ricevere la pubblicazione, può versare un contributo spese di 15,00 Euro, utilizzando il consueto bonifico bancario alla Cassa Padana BCC, filiale di Gambara, beneficiario ASAI Archivio Storico dell’Atletica Italiana Bruno Bonomelli

cod. IBAN IT91N0834054521000000104696

indicando la pubblicazione in oggetto e le coordinate per la spedizione postale.

Ultimo aggiornamento Martedì 13 Dicembre 2011 14:43
 
La stagione 1945 del soldato scelto Harrison Dillard / The 1945 season of Pfc Harrison Dillard PDF Stampa E-mail
Martedì 25 Ottobre 2011 14:55
Questo articolo, firmato dal nostro socio, prof. Marco Martini, tratta delle vicende atletiche vissute in Italia immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, da Harrison Dillard, celebre ostacolista e velocista statunitense, protagonista di una straordinaria carriera coronata da quattro medaglie d’oro olimpiche:
 
London 1948 100m 1st 10.3 =OR
London 1948 4x100 USA 1st 40.6
Helsinki 1952 110m H 1st 13.7 OR
Helsinki 1952 4x100 USA 1st 40.1
 
Dillard è l’unico atleta nella storia dei Giochi Olimpici ad aver vinto la medaglia d’oro sia sui 100 metri sia sui 110 metri ostacoli/Harrison Dillard is the only man in the history of the Olympic Games who won gold medals in both the sprints and the high hurdles.
 
L’articolo è stato pubblicato, in inglese, sul numero di giugno 2011 della rivista degli statistici britannici "Track Stats". Lo offriamo qui aggiungendovi la traduzione in lingua italiana.
 
Nella foto qui sotto: Dillard allo Stadio Comunale di Firenze in allenamento per i Campionati MTO, all'inizio del luglio 1945/ Firenze, early July 1945: Dillard training for the MTO Championships
 
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Ultimo aggiornamento Martedì 13 Dicembre 2011 14:34
 
"Atletica a Reggio Emilia, 100 anni di storia" di Gianni Galeotti PDF Stampa E-mail
Domenica 10 Luglio 2011 08:57

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Gianni Galeotti  è iscritto in quell’elenco di “infettivi” che il virus dell’atletica ce l’hanno nel sangue e sono da tempo incurabili. Elenco che va riducendosi di giorno in giorno, lasciando il posto a profittatori, furbastri, incapaci e, soprattutto, somari.

Gianni Galeotti, in più, oltre ad amare l’atletica, è innamorato della sua terra, il Reggiano, dove, tra l’altro, vengono prodotte le forme del formaggio più buono del mondo.

Altro dettaglio sul soggetto: G.G. è conosciuto universalmente nell’orticello dell’atletica leggera come uno dei più stimati filatelici, specializzato, in particolare, nella collezione di francobolli relativi ai Giochi Mondiali Universitari. Ma non solo: gli assidui soci dell’Assemblea annuale ASAI (pochi, come da triste copione) ricorderanno la eccezionale esposizione nel Palazzo dei Principi, a Correggio, nel 2008. Apprezzatissimo anche il suo contributo con pochi rari “pezzi” ad una mostra sulla maratona, organizzata qualche mese fa nella Cantina Vitivinicola Peri Bigogno, di Castenedolo, alle porte di Brescia.

Dal connubio atletica-terra natia ecco il nuovo parto cartaceo del nostro, nostro per davvero, essendo stato fra i primi ad aderire alla proposta di creare l’Archivio Storico, come socio fondatore: “Atletica a Reggio Emilia, 100 anni di storia”, un corposo volume di 276 pagine.

Ultimo aggiornamento Sabato 29 Ottobre 2011 07:25
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