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1952 - 2022: Piacenza ricorda l'oro olimpico di Pino Dordoni a Helsinki |
Il 21 luglio 1952 era un lunedì. I Giochi Olimpici, quindicesimi della storia moderna iniziata nel 1896, avevano debuttato il giorno avanti: Emil Zatopek aveva dominato i diecimila metri, primo dei suoi tre ori in quella Olimpiade, l'americano Walter "Buddy" Davis vinse il salto in alto. Noi, noi italici intendiamo, lasciammo sul terreno i tre velocisti dei 100 metri: Franco Leccese sfiorò la qualificazione nella settima batteria, arrivando quasi a pari con il giamaicano LaBeach, solo quasi però; Wolfango Montanari naufragò senza scampo; quello che poi avremmo conosciuto (e rispettato) per molti anni come "u professore", Carlo Vittori, fu l'unico a superare il primo turno, secondo nella terza batteria a distanza cospicua dal britannico McDonald Bailey: 10.4/10.65 contro 10.9/10.98 (cronometraggi fantasiosi in ogni caso...). Ma nel pomeriggio anche per lui il semaforo cambiò colore: da verde a rosso. Pur correndo ancora in 10.9 (11.19 elettrico) fu solo sesto nella quarta batteria del secondo turno. Il 21 luglio 1952 era un lunedì. Si dovettero svegliare prima dell'alba (prevista quel giorno alle 4.56) i trentuno camminatori che avrebbero affrontato la gara più lunga del programma atletico: i 50 chilometri, passeggiatina da quattro ore e mezzo a quei tempi, e per quelli bravi. Qui, oggi, non vogliamo raccontarvi di quella gara (peraltro lo abbiamo già fatto su questo sito tempi addietro), vi diciamo solo, ammesso che non lo sappiate o ve lo siate dimenticato, che Giuseppe Dordoni, detto "Pino", da Piacenza, vinse la medaglia d'oro e migliorò il primato sulla distanza (introdotta per la prima volta ai Giochi nel 1936). Avremo tempo, lungo ciò che ancora rimane dell'anno 2022, di raccontarvi ancora di quel giorno: 21 luglio 1952, lunedì. Oggi ci è stato affidato un altro compito: informare gli abituali frequentatori di questo sito (che sta subendo, purtroppo, le non gradite attenzioni di qualche idiota) o gli utilizzatori del nostro Gruppo Facebook, che alcuni amici, pochi, piacentini e non, ha dato vita ad un piccolo progetto per ricordare degnamente Dordoni e il suo successo olimpico. Ombelico di questa iniziativa la città di Piacenza, dove "Pino" ha sempre vissuto. Per ora si stanno prodigando le poche persone che hanno partorito questo ricordo a settant'anni dal grande successo (era la quarta medaglia d'oro per un marciatore italiano ai Giochi Olimpici, dopo le tre del milanese Ugo Frigerio). L'annuncio che ci fa piacere dare da questo spazio è che il Consiglio Direttivo dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" ha deciso di affiancare gli organizzatori e si farà parte attiva nei diversi momenti delle celebrazioni. L'A.S.A.I. impegnata da 29 anni nella conservazione e nella tutela del patrimonio storico dell'atletica italiana, si muoverà nel solco della sua ragion d'essere. Cogliamo anche l'occasione per rivolgerci a tutti coloro che conoscono la nostra Associazione: a loro chiediamo di farci avere documenti, articoli, risultati, foto, di Dordoni, il quale ha gareggiato fra il 1946 e il 1961 in ogni parte d'Italia, e da quell'anno in poi come responsabile tecnico del settore marcia della Federazione. Tracce e ricordi ne ha lasciati tanti, come atleta e come uomo. Facciamo appello specialmente ai marciatori affinchè facciano da cassa di risonanza per queste celebrazioni. Non esitino a contattarci. Intanto noi vi informeremo attraverso questo spazio. Nella foto: Claudio Enrico Baldini (socio fondatore dell'ASAI) scelse per la copertina del suo libro «Storia dell'atletica leggera piacentina» la celebre foto di Pino Dordoni che taglia il traguardo sulla pista dello Stadio Olimpico di Helsinki. Il libro fu edito nel 1969 dalla stessa editrice dello storico (1883) quotidiano cittadino «Libertà». Claudio Enrico aveva una vera e propria venerazione per Dordoni e la sua storia sportiva |