Liste italiane di ogni tempo
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Taccuino della memoria: 18 maggio, il primato dei 3000 metri da Finelli a Di Napoli |
Resta, al momento, l'unico italiano ad aver corso i tre chilometri appena sotto i 7 minuti e 40 secondi. Sono passati 21 anni da quel giorno. Era il 18 maggio 1996, sulla pista di Formia, per la 29esima edizione della riunione (si chiamavano così un tempo, ci ha ricordato qualche giorno fa, col sorriso, un anziano atleta della Bentegodi Verona) inventata dal genio istrionico e simpatico di Elio Papponetti, rietichettata meeting e, quell'anno, ulteriormente arzigogolata in un roboante "World Formia Meeting". Amichevoli ironie a parte, che successe quel giorno? Successe che Genny Di Napoli riscrisse il primato nazionale dei 3 mila metri, con un responso cronometrico finale di 7:39.54, cifra che resta lì, granitica, impavida, inamovibile a distanza di ben 21 anni. E Genny è anche orgoglioso titolare di primati ancor più longevi (2000 metri, miglio e 1500 metri). Se mettessimo insieme anche solo i suoi quattro primati all'aperto raggiungeremmo una anzianità di oltre 100 anni...mezzofondo italiano, se ancora esisti batti un colpo. Di quella gara di Formia ci sono solo flebili tracce nelle due riviste italiane che avrebbero dovuto essere i pilastri della informazione atletica: la federale "Atletica" e la vigevanese "Atletica leggera". Evidentemente il 1996 - anno olimpico, si noti - non era un momento molto felice per la informazione con le scarpette chiodate. Il foglio ufficiale aveva ricevuto ordini di suonare la grancassa sulla cosidetta "vita federale", a nostro avviso "coma federale". La rivista privata si arrabattava ormai per sopravvivere. Sta di fatto che, opinioni personali a parte, del primato di Genny si hanno: zero righe di commento e risultati neppure completi sul bollettino fidalino, e un pezzullo striminzito ma almeno i risultati completi sulle pagine di "Atletica Leggera", che pure aveva rappresentato per tanti il banco di scuola per imparare qualcosa di atletica. Tempi di passaggio? Ma di che state parlando? Neppure l'ombra, l'estensore del misero articoletto su "AL" riesce perfino a sbagliare il tempo del primato. Genny era già detentore del primato: 7:42.68 a Montecarlo nel 1993, cinque centesimi meglio del 7:42.73 di Francesco Panetta (Cagliari 1987). Le liste italiane ogni tempo, compilate da Enzo Sabbadin ed Enzo Rivis, liste che potete leggere per intero su questo sito (sotto la voce Liste italiane di ogni tempo, uomini) raccontano anche che delle prime dieci prestazioni nazionali Genny è titolare di tre, Daniele Meucci e Stefano Mei di due ciascuno, completano il quadro Panetta, Stefano Baldini e Salvatore Antibo. Sempre considerati i primi dieci tempi, ben otto appartengono al secolo passato, gli unici due tempi etichettati Anni Duemila sono di Meucci. In diciassette anni...un po' pochino, no? Che dite? Se si mettono insieme risultati all'aperto e al coperto (sempre disponibili sul nostro spazio, qui a fianco), e si stilano i primi 10, il "tesoretto" personale di Genny (che è pure primatista nazionale in pista coperta) aumenta fino al 60 %: 7:39.54 Di Napoli 1996 7:41.05 i Di Napoli 1997 7:41.74 Meucci 2012 7:41.93 Di Napoli 1996 7:41.94 i Di Napoli 1995 7:42.68 Di Napoli 1993 7:42.73 Panetta 1987 7:42.85 Mei 1986 7:43.10 i Di Napoli 1997 7:43.14 Baldini 1996 Considerando nuovamente le liste Sabbadin / Rivis che elencano i migliori 40 atleti ogni-tempo sapete qual è il risultato più antico? Quello di Franco Arese: 7:51.2 (primato italiano) ottenuto il 20 giugno 1971, a Varsavia, quando vinse nettamente la 17esima edizione del Memorial Janusz Kusocinski su un plotone di 21 partenti; secondo il tedesco est Scholz (7:54.2), terzo il britannico Baxter (7:54.6), settimo uno junior che sarebbe diventato famoso ma che ebbe un tragico destino: Bronislaw Malinowski (7:58.0). "Ciccio" Arese era l'unico italiano in gara a quella edizione del famoso meeting polacco. Il "Kusocinski" era già stato teatro di un primato italiano sulla distanza: nella terza edizione, 10 giugno 1956, Gianfranco Baraldi, sedicesimo su 22 partenti, segnò 8:26.8. Ai primi due posti i famosi ungheresi Sandor Iharos (7:59.4) e Laszlo Tabori (8:00.0). L'esatto tempo del bergamasco fu oggetto di una lunga diatriba fra Bruno Bonomelli e la Federazione italiana, forse un giorno ve la racconteremo. A quella edizione del "Kuso" si registrò la prima partecipazione italiana: c'erano, oltre a Baraldi, Moreno Martini (400m ostacoli), Attilio Bravi (lungo), Giulio Chiesa (asta), Silvano Meconi (peso), Pino Dordoni (20Km marcia), Mario Paoletti (400m). Siamo partiti dal ricordo del 18 maggio 1996, ma nella storia dei 3000 metri questa data ebbe un altro "spartiacque": il 18 maggio 1968, il modenese Renzo Finelli fu il primo mezzofondista italiano a scendere sotto gli 8 minuti, 7:59.8. Siamo a Roma, sulla nuovissima pista dell'Acquacetosa, quinta edizione del "Memorial Zauli" organizzato dal CUS Roma. A sottineare l'abisso fra la informazione del 1996 e quella del 1968, ricopiamo pari pari la cronaca (relativa al primato di Finelli) scritta da Gianfranco Colasante, uno che sapeva cosa era il nostro sport, per la federale "Atletica", che proprio quell'anno aveva assunto veste di rivista nel formato, nella impaginazione, nei contenuti: "Infine si attendeva un po' rilassati e un po' curiosi l'esibizione di quel famoso tunisino, Mohammed Gammoudi, ventotto anni e mostro del mezzofondo mondiale. Un tremila di massa con tutti i nostri migliori che lottavano anche contro l'esile ungherese Mecser, che ricordiamo protagonista a Budapest. Se è vero che l' Acquacetosa ha sposato il mezzofondo, le nozze sembrano felici. Alla fine ha vinto il modenese Renzo Finelli cogliendo per la prima volta nella nostra storia un "tempo" inferiore agli 8 minuti, evento che ha un suo significato profondo e che va interpretato come tappa di transito. E dietro via via tutti gli altri, a migliorare e a divertire, con Giuseppe Ardizzone che diventa sempre più tranquillo della sua forza, Giuseppe Cindolo che si affina, Antonio Ambu che tiene, Umberto Risi che recita la sua stagione d'arrivo". Codicillo: Gammoudi fu secondo in 8:01.8, Mecser terzo 8:03.0, Ardizzone quarto 8:04.0. Ventotto anni per scendere da 8 minuti a 7:39, e siamo fermi lì da 21. Nell'anno del Signore 2017, il migliore italiota ha corso in 7:50.78, venticinque - trenta metri davanti a Finelli....A ridatece Finelli! Per non dire di Genny Di Napoli! Nelle foto: a sinistra, l'arrivo di Finelli sulla pista dell'Acquacetosa, dietro il tunisino Gammoudi; a destra, Genny Di Napoli sulla piazza di Vigevano insieme al keniota David Chelule al termine di una edizione della "Scarpa d'Oro". |