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Tonino Siddi, niente 400 metri individuali a Londra '48 occasione perduta, roba da mordersi le dita PDF Stampa E-mail
Venerdì 21 Ottobre 2016 16:00

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Dall'Archivio di Bruno Bonomelli: una foto dell'anno 1948 nella quale si riconoscono, da sinistra in piedi, Renato Colosio, non abbiamo identificato il secondo, Sandro Calvesi, Lorenzo Toso, Luigi Cabrioli, Gino Paterlini, Amos Matteucci, Tonino Siddi, Armando Ossena. A terra, Idel Cabrioli e Luciano Paterlini

La serata degli atleti bresciani a Castenedolo ci offre il destro per ritornare alla storia dell'atletica, bresciana o italiana che sia, che poi è il nostro compito prioritario, obbligo statutario addirittura. Prospettiva storica che abbiamo trascurato negli ultimi mesi in favore di una "attualità olimpica" all'interno del progetto multisport che va sotto il nome, ormai straconosciuto, di "Sognando Olympia". La serata rientra nel progetto - che ha ancora qualche puntata - e, nel contempo, è l'occasione per pubblicare un articolo del nostro storico per eccellenza: il vicepresidente Marco Martini. E fortuna che non si è spazientito, visto che questo "pezzo" era in lista d'attesa da parecchio, forse oltre il lecito. Il professor Marco ci perdonerà...speriamo. Dunque, qui si parla di un atleta che bresciano non era di nascita, ma di adozione alla "corte" di Sandro Calvesi. Eclettico velocista, versatile, sempre pronto a dare il massimo, staffettista eccelso si per quella veloce sia per quella del miglio. Estroverso anche fuori dalle piste di atletica.  Piacevolissima la lettura dello scritto (in duplice versione Word e PDF) di Marco Martini, il quale ci racconta anche della "occasione perduta" per il tosto quattrocentista sardo ai Giochi Olimpici di Londra 1948.

La Gazzetta dello Sport, nella seconda edizione di mercoledì  27 maggio  1942, pubblica una corrispondenza da Napoli a firma ar.co. che tratteggia, per la prima volta dunque su scala nazionale, la figura di Antonio Siddi: «Siddi è un gran bell’atleta, dotato di mezzi fisici non comuni, e di una buona impostazione stilistica», azzardando anche un pronostico che vede «dischiuso, innanzi a lui, il più vasto orizzonte». Il ragazzo ha appena compiuto  19 anni e allo stadio  Partenopeo, a Napoli, in una prova del Gran Premio Quadriennale, manifestazione giovanile con finalità Giochi Olimpici  1944 più nota all’epoca semplicemente con la sintetica dicitura di Q44, centra due vittorie a suon di primati sardi assoluti:  1:58.0 sugli 800 sabato 23, 51.1 sui 400 domenica  24. La «vittima», spodestato cioè come primatista regionale, è Manfredino Siddi, il fratello maggiore, che lo aveva ispirato e condotto sulle vie della pratica del nostro sport. Antonio, per tutti «Tonino», aveva già lasciato intravedere grandi possibilità nel  1941, conquistando la medaglia d’argento sugli 800 metri ai Campionati nazionali della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), il  14 settembre a Milano. L’emergere di tali qualità nel fratello minore, convinse Manfredino a dedicarsi allo sport più sul piano educativo che non su quello agonistico, e da allora la numerosa nidiata di Alessandro Siddi e Francesca Cao, ben  12 figli, ebbe un solo rappresentante di elevato livello tecnico.

 

Da una famiglia amante dello sport, della chitarra, e ricca di allegria, non poteva che uscire fuori un mattacchione sempre pronto allo scherzo, alle marachelle da eterno monello, a prendere iniziative; irrefrenabile, per fortuna, anche nella generosità, verso il prossimo come in pista. Il suo spirito di avventura lo conduce, già nel  1942, lontano dalla sua Sassari, e approda nella Capitale alla Società Sportiva Bruno Mussolini. Il 4 giugno all’Acqua Acetosa vince i 400 ai campionati regionali laziali (non partecipa agli 800), e il  14 giugno a Parma, nei campionati italiani assoluti di staffette, conquista la medaglia di bronzo nella 4x400. Un mese dopo è a Bologna per gli Assoluti: l’11 luglio migliora ulteriormente il record sardo degli 800 in batteria con  1:57.6, e in finale giunge quarto; il  12 finisce quinto nei 400. Poi però le vicende belliche tarpano le ali ai sogni di migliaia di giovani. Tonino rientra nella città natia. Finisce sesto sui 400 il  13 settembre a Milano ai Campionati nazionali GIL, e terzo negli 800 il 20 settembre a Firenze ai Campionati nazionali universitari, sempre con rappresentative di Sassari.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 21 Ottobre 2016 15:58
 
L'atletica bresciana ha prodotto in passato campioni di Talento, come saranno le vendemmie future? PDF Stampa E-mail
Mercoledì 19 Ottobre 2016 08:00

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Amarcord. Passa, inevitabilmente, sotto il famoso titolo felliniano il tema conduttore della serata che ripercorrerà, con presenze e voci di numerosi atleti che hanno contribuito a scriverla in pista e sul “campo”, mezzo secolo di storia dell’atletica leggera bresciana. Di casa nostra.

Sono una cinquantina gli inviti, con un numero prossimo al tutto esaurito di adesioni, partiti nelle scorse settimane alla volta degli indirizzi  di “glorie dell’atletica bresciana”, per la serata in programma sabato, inizio alle 19.30,  all’Azienda Agricola Peri Bigogno, in Castenedolo (via Garibaldi 46) www.peribigogno.com.  Appuntamento  promosso e voluto dal Comitato organizzatore, che fa capo a Erminio Rozzini, nell’anno delle Olimpiadi di Rio, numero 31 dell’Era moderna. Non è certo un caso.

Incontro animato da puro spirito olimpico, momento di ritrovo per atleti che nel passato prossimo e un po’ piùlontano dell’atletica bresciana hanno lasciato il segno del proprio passaggio: da partecipanti ai Giochi Olimpici, da campioni nazionali, da azzurri, da vincitori di manifestazioni di caratura specifica assoluta. Per una sera spazio all’incontro, alla dimensione del ricordo. Senza retorica nostalgica. Un salto nel passato per vivere l’oggi. Battistrada ed esempi per i ragazzi che, si spera, possano trovare su una pista di atletica, su una pedana, su una strada e su un sentiero di montagna, voglia e stimoli per confrontarsi con se stessi e con gli altri. Di vivere lo sport. Questo, almeno, l’auspicio.

L’iniziativa si riconosce nello slogan “Sognando Olympia”, il progetto multisport coordinato da un gruppo di amici gardesani, fra i quali Ottavio Castellini, giornalista attualmente in forza alla Iaaf, di casa a Navazzo, dove ha sede la Collezione che porta il suo nome e l’Archivio Storico dell’Atletica Italiana “Bruno Bonomelli”. La serata sarà occasione di una rimpatriata in piena regola. “Saranno molti – dice Erminio Rozzini - Le adesioni confermate sono già una quarantina. Non mi sembra il caso di fare nomi, ci saranno tutti quelli che hanno lasciato traccia degna di nota nell’atletica bresciana degli ultimi 50 anni. Salvo qualche rara assenza, peraltro giustificata da impegni professionali non rinviabili”.

Cara vecchia gloria” sarà serata da non dimenticare. Nel segno dei valori olimpici che lo striscione, disegnato da Roberto Scolari, grafico della brescianissima Tipografia Apollonio, ha realizzato con il logo dei Giochi di Rio e la fiaccola olimpica. Simbolo che ha viaggiato in numerose manifestazioni da un capo all’altro della provincia, su diversi fronti sportivi trovando adesioni significative in diverse discipline. Atletica leggera, ciclismo, nuoto, vela. Tanto per citarne alcuni. Con momenti di maggiore intensità in occasione della “Diecimiglia” di Navazzo e della “Centomiglia”, corsa e regata organizzate rispettivamente da Gs Montegargnano e Circolo Vela Gargnano, società capofila di “Sognando Olympia”. Infine, non da ultimi, il Miglio Olimpico e la Children Wind Cup, disputati a Bogliaco con la promozione ed il contributo di ABE (Associazione bambino emopatico),  associazione attiva nell’ambito del Reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civile di Brescia.

 E l’avventura non finisce qui...

Nella foto: Dario Badinelli, di Ghedi, 17.12 nel salto triplo, nato come atleta a Castenedolo sotto la guida di Erminio Rozzini, partecipò ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Ottobre 2016 13:31
 
Toh! 'Ada chi se ved...te ricordet...e via sull'onda del dialetto bresciano fra Marzemino e Cabernet PDF Stampa E-mail
Domenica 16 Ottobre 2016 09:19

Carissima “Gloria dell’atletica bresciana”

siamo lieti ed onorati di chiederti di partecipare alla riunione conviviale che si terrà

alla Azienda Agricola ”Peri Bigogno”

via Garibaldi, 64, Castenedolo,

sabato 22 ottobre c.a., a partire dalle ore 19,30

in qualità di atleta che ha scritto con i propri risultati la storia bresciana del nostro sport.

Questa iniziativa, promossa nell’anno della XXXI Olimpiade Rio 2016 è parte di una lunga serie di eventi che si sono svolti in diverse località della nostra Provincia, tutti legati dallo stesso filo conduttore: l’ideale olimpico. Le varie manifestazioni si sono riconosciute nello slogan ”Sognando Olympia”, realizzato dal grafico bresciano Roberto Scolari.

Saremmo veramente molto onorati della tua presenza.

Riproduciamo parte del testo che da parecchie settimane il Comitato organizzatore (entusiasta capocordata Erminio Rozzini) ha diffuso fra gli atleti bresciani di ieri, l'altro ieri, oggi, e magari qualcuno di domani, per invitarli a questa rimpatriata. Non è la prima volta: un precedente risale al novembre 2010, in occasione di una esposizione di cimeli della maratona che furono esposti nelle cantine dell'Azienda agricola Peri Bigogno. E saranno ancora gli stessi amici di Castenedolo che ospiteranno la serata di sabato prossimo. Un luogo dove chi ama l'atletica si sente a casa per la signorile disponibilità dei padroni di casa. Noi dell'A.S.A.I. abbiamo tenuto l' Assemblea del 2013 negli stessi locali. Se siete curiosi di vedere il posto e conoscere l'azienda agricola non avete che da aprire questo indirizzo https://www.peribigogno.com/

Per ora ci fermiamo qui. Nei prossimi giorni ci ritorneremo.

Ultimo aggiornamento Domenica 16 Ottobre 2016 09:29
 
Dal lancio del peso al salto del pasto: storia di un atleta che adesso ci aiuta a mangiare meglio PDF Stampa E-mail
Martedì 11 Ottobre 2016 09:33

Il titolo è chiaramente uno sfottò diretto a un caro amico come il dott. Aronne Romano, che conosciamo da....abbiamo perso il conto, esclusivamente a nostro beneficio. Sicuramente da quando se ne andava a spasso in California, insieme al suo compagno d'avventure Angelo Turani, bergamasco, per apprendere la tecnica del lancio del peso da Al Feuerbach (primatista del mondo con 21.82 nel 1973), che viveva con una "comunità" di lanciatori, fra cui il discolbolo Mac Wilkins, in una località dal nome curioso: Los Gatos. Lì i colossi vivevano, si allenavano, organizzavano gare, avevano spianato mezza montagna per ricavare una zona di lancio sufficiente ai dischi volanti. Questa avventura fu raccontata sulle pagine sportive del "Giornale di Brescia" con il titolo "Viaggio nel pianeta degli uomini catapulta". Un posticino che non deve essere niente male visto che fra i molti famosi che ci hanno speso parte della loro vita ci sono, ne citiamo qualcuno, le attrici Olivia de Havilland ("Via col vento") e sua sorella Joan Fontaine, il violinista Yehudi Menhuin, il premio Nobel della letteratura John Steinbeck, atleti e allenatori di baseball e di football non si contano.

Altolà, ritorniamo a bomba. Aronne Romano, professionista serissimo a dispetto del nostro titolo, lanciatore di peso per passione, ma anche una laurea in Medicina e alcuni anni di carriera come dentista, pur non dimenticando la palla di ferro in occasione dei Campionati mondiali dei medici, cui partecipava con l'altro "compagno di merende" Carlo Sbernini, per molti anni primatista bresciano della specialità e pure lui dentista. Il nostro Aronne però decide di lasciare carie e gengiviti e si trasforma in nutrizionista (si dirà così?). Comunque chi volesse sapere cosa è e cosa fa oggi il dottor Romano non ha che da andare sabato prossimo a Montichiari, siamo in provincia di Brescia, al Centro sportivo San Michele Club, fra le 14 e le 17. In questa sede, e nell'ambito delle iniziative della Fiera dello sport, il nostro condurrà un seminario sul tema "Migliorare il benessere e la performance sportiva con la corretta alimentazione". Porte aperte a tutti, ma forse meglio confermare la propria partecipazione con un messaggio a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.   per ragioni di spazio. Considerando che il dott. Romano ha avuto parecchie esperienze con società sportive e con singoli atleti di vari sport il seminario potrebbe avere aspetti interessanti per allenatori e preparatori.

Ultimo aggiornamento Martedì 11 Ottobre 2016 12:34
 
Atletica Virtus Castenedolo e Felice Baldini Agazzano, quando l'atletica non è solo archivio storico PDF Stampa E-mail
Lunedì 10 Ottobre 2016 13:27

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I due poli dell'atletica attuale: i molto giovani e i non più molto giovani. Recentemente abbiamo parlato di Masters e dei titoli della Atletica Virtus Castenedolo. Ma i nostri soci di questo club, se da un lato si divertono come matti, con ragazzi e ragazze un po' avanti con gli anni, dall'altro non si dimenticano di lavorare con i giovanissimi e con i giovani, anzi nella ormai lunga vita sociale (la società fu fondata nel 1969) non se lo sono mai dimenticato. E la loro storia è lì a dimostrarlo. Tanto che nella squadra Lombarda a questi Campionati i giovani della Virtus erano ben quattro.

Erminio Rozzini, coach che ha investito una grossa parte della sua vita sul nostro sport, ogni giorno fa avanti-indietro da Montichiari a Castenedolo per essere sempre a disposizione dei suoi ragazzi e ragazze. Il lavoro paga. Sempre? Non sempre, talvolta. E stavolta è stata quella buona. Lo scorso fine settimana, a Cles, in Trentino, i Campionati nazionali cadetti e cadetti hanno dato alcuni motivi di gioia all'allenatore e ai dirigenti. Grandissima per la vittoria di Joan Adu sugli 80 metri ostacoli, con una prestazione che avvicina quella nazionale: 11.54 contro 11.45. Joan, quindicenne, è di origine ghanese; è arrivata a Castenedolo 3 - 4 anni fa con la famiglia. "Carattere molto volitivo - sentenzia Rozzini - a volte poco disciplinata e non facile da gestire. Ha doti fisiche straordinarie, tanto che riesce bene anche nel lungo, nel triplo e nel peso e se la cava benino nel pentathlon".

Secondo voi potevano mancare ragazzi del salto triplo? E quando mai! Ed econe impegnati due, uno, Matteo Anselmini, finalista, ottavo con 13.08 e un nullo millimetrico da 13.50-13.60. Tommaso Reffo si è fermato a 12.08. Anche Irene Romano, mamma rumena, nel salto in alto non ha ripetuto le belle prestazioni degli ultimi tempi, fredoo, pioggia e emozione l'hanno un po' rattrappita.

Dalla provincia di Brescia a quella di Piacenza, per aggiungere il risultato di Giulia Magistrali, sedicesima nei 2000 siepi, sesta nella sua serie. Recente campionessa emiliana, la ragazza dell'Atletica Felice Baldini di Agazzano, ha pagato sicuramente il noviziato del primo campionato italiano. Classe 2001, studentessa al Liceo ad indirizzo Economico-Sociale Bio-medico a Piacenza, abita ad Agazzano con la famiglia, lei prima di tre sorelle, anche Sara fa atletica con lei, metre Elisa ha scelto la ginnastica ritmica. Giulia è allenata da Gabriella Rondoni Baldini, e insieme al marito Giovanni butta nell'atletica la sua vivacità caratteriale.

Due club che attraverso i loro dirigenti sono soci del nostro Archivio Storico. Ma il loro impegno è anche sul presente per costruire il futuro, o almeno provarci.

Ultimo aggiornamento Martedì 11 Ottobre 2016 07:51
 
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