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Oggi: Giu 02, 2023
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Stanotte abbiamo avuto una visione : atletica a Milano al nuovo Palasport |
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Sottotitolo: Informale inaugurazione del mastodontico impianto sportivo. Miracolo a Milano? Titolo di un film del 1951, regia di Vittorio De Sica, soggetto di Cesare Zavattini, il personaggio chiave Emma Gramatica, affiancata da Paolo Stoppa e da tanti altri, fra i quali il pugile Erminio Spalla, che fu campione europeo dei pesi massimi, anzi il primo a conquistare un titolo continentale. Oppure allucinazioni? O cattiva digestione? No, semplice rilettura di un articolo di «Bibis», uno dei vari pseudonimi che utilizzava Bruno Bonomelli per firmare i suoi numerosi articoli, la sua produzione giornalistica fu vastissima, tra Unità, Sport Italia, La Verità, Giornale di Brescia, Bresciaoggi, e forse qualche altro ancora. Questo lo abbiamo scovato facendo passare una raccolta di suoi scritti, che egli raccoglieva in libroni, ritagliandoli e incollandoli su pagine bianche precedentemente rilegate. Ci sono decine di quadernoni nella sua vastissima eredità. Questo che vi riproponiamo oggi fu pubblicato sul quotidiano «BresciaOggi» l’11 gennaio 1976. È, a nostro giudizio, un documento singolare, forse unico, che dobbiamo al fiuto giornalistico dello scrittore bresciano, il quale viaggiò a Milano, da Brescia, per presenziare ad un test non ufficiale del nuovo tanto atteso impianto coperto, il famoso Palasport, il cui tetto cedette, nella notte del 17 gennaio 1985, a seguito della gigantesca nevicata iniziata qualche giorno prima, completamente distrutto, mai più ricostruito, in barba ai tanti annunci di amministratori tromboni. Una prova a porte chiuse (era il 10 gennaio) in vista della apertura ufficiale qualche giorno dopo (il 17) con i Campionati giovanili, juniores e allievi insieme. Rileggetevi la prosa, mai piatta, banale, scolastica, di Bonomelli, sempre ironico, scanzonato, pungente, il che faceva girare i cabasisi a tanti ominicchi. E lui - voce di chi lo ha conosciuto - si divertiva un mondo.
Extra, come appendice di pura curiosità pseudostatistica, aggiungiamo che Mennea, pochi giorni dopo, il 24 gennaio, incontrò «Charlie» Guerini a Genova e lo precedette: 6.69 contro 6.71. Poi, il 4 febbraio, sempre a Zêna, eguagliò il primato: 6.68. Aggiuntine alle prove dentro il Palasport per pochi: Carlo Grippo si esibì sugli 800 (1:50.35) sopravanzando il futuro consigliere nazionale FIDAL Alessandro Castelli (1:51.16); alto: primo Bianchi 2.08, e c’era anche il bresciano Maurizio Tanghetti (1.98); terza nei 60 donne la giovane Marisa Masullo (8.08, 7.98 in batteria); la mezzofondista, di Cassano d'Adda, Alma Pescalli vinse i 400 (58.39). Test per tutti, senza troppo impegno, anche se Grippo stava quasi per fare la miglior prestazione italiana indoor degli 800.. Quello della «caccia al risultato cartaceo», a quei tempi era la consuetudine. È restata famosa la favola metropolitana che narrava che, alla richiesta di un giornalista di avere i risultati al termine di una riunione, un giudice, o dirigente che fosse, rispose: “Ma cosa vuole? Che fretta c’è? I risultati li leggerà domani sui giornali!”. Favoletta? Mica tanto…La foto del tetto squarciato del Palasport viene dall'Archivio del «Corriere della Sera», che ringraziamo. |