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L'oro delle medaglie olimpiche non sbiadirà mai, speriamo almeno non si disintegri PDF Stampa E-mail

Non sappiamo quante delle medaglie consegnate al primo classificato delle discipline inserite nelle trentuno edizioni dei Giochi Olimpici (tre numerate secondo regola olimpica, ma non effettuate, 1916, 1940, 1944) fossero davvero di metallo prezioso (1.485 lire al grammo oggi). Ci pare di ricordare che per molte sarebbe calzante il vecchio ironico detto che si usava fra gli imbroglioni da strada che appioppavano ai più faciloni patacche di «oro di Bologna che vien rosso dalla vergogna». In nome della retorica della purezza dello sport, niente oro, il valore della medaglia è un simbolo, non ne ha uno venale. Anche noi siamo malati di retorica olimpica, ma mettiamo almeno una condizione: vabbé che la medaglia non sia d'oro, però che per lo meno non si sbricioli come quelle di Rio 2016. Era una partita difettosa, si sono giustificati. Quelle di Tokyo 2020 - se ne è già strombazzato - saranno fatte di materiali di riciclo, ed esattamente da quelli di sei milioni di smartphone. Segno dei tempi. Anche a Rio ci dissero lo stesso, con gran sussiego. Che dio ve la mandi buona, atleti che riceverete le medaglie giapponesi, anche se, va detto, loro dovrebbero essere diversi dai brasiliani. Il problema, per noi, è che non potremo più titolare che l'oro delle medaglie olimpiche non sbiadisce mai. Comunque una mano di pittura dorata ce la daranno pure. Al massimo scriveremo: la medaglia olimpica non si sbriciola mai.

Con i due capitoli dedicati ad Abdon Pamich qualche giorno fa abbiamo concluso il ricordo delle medaglie d'oro olimpiche conquistate da atleti italiani, un paziente lavoro inziato lo scorso mese di luglio. Il criterio usato è stato quello d'ordine cronologico per data (giorno e mese). Abbiamo attinto largamente a commenti di giornalisti italiani. La maggior parte degli articoli (interi o anche solo brani) sono stati riprodotti dalle riviste «Atletica», dal 1933 organo della Federazione italiana del nostro sport, e  «Atletica Leggera», rivista indipendente nata nel 1959 e, malauguratamente, spentasi nel 2001. Oppure da giornali e da libri, abbiamo sempre indicato le fonti.

Speriamo di aver fornito materiale sia per conoscere maggiormente i nostri campioni, sia per riscoprire, a distanza di tempo, dettagli e curiosità. Per chiudere, riportiamo l'elenco, come promemoria:

13 luglio 1924 Ugo Frigerio
21 luglio 1952 Giuseppe Dordoni
24 luglio 1980 Maurizio Damilano
26 luglio 1980 Sara Simeoni
28 luglio 1980 Pietro Mennea
2 agosto 1948 Adolfo Consolini
3 agosto 1932 Luigi Beccali
6 agosto 1936 Ondina Valla
6 agosto 1984 Alberto Cova
11 agosto 1984 Alessandro Andrei
11 agosto 1984 Gabriella Dorio
18 agosto 1920 Ugo Frigerio
20 agosto 2004 Ivano Brugnetti
21 agosto 1920 Ugo Frigerio
22 agosto 2008 Alex Schwazer
29 agosto 2004 Stefano Baldini
3 settembre 1960 Livio Berruti
2 ottobre 1988 Gelindo Bordin
18 ottobre 1964 Abdon Pamich