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Auguste Maccario, le petit coureur ligurien champion dans la Principauté (6) PDF Stampa E-mail

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Le foto, in senso orario, da sinistra: Maccario, in canotta bianca, attorniato da altri atleti. Foto di gruppo per alcuni degli italiani in allenamento per Anversa: il primo a sinistra, il più alto, è l'allenatore americano Platt Adams; Maccario, a torso nudo, è il primo seduto a gambe incrociate a sinistra, vicino a lui il velocista Vittorio Zucca, nella stessa fila con la maglia a strisce orizzontali Carlo Speroni; in alto, quarto da sinistra Oprando Bottura, giavellottista, e ultimo Giorgio Croci, velocista; dei tre al centro, a sinistra, Ugo Frigerio, e a destra Donato Pavesi, con l'immancabile cappelletto bianco e nero. In basso, partenza dell' ultina gara di Maccario, un 5000 metri nelle strade di Monaco; a sinistra, suo figlio Fernand

 

Verso la conclusione. Con questo «capitolo» concludiamo la lunga storia dell'atleta Augusto Maccario, nativo di Ventimiglia ma vissuto gran parte della vita nel vicino Principato di Monaco, dove fu atleta attivo, vincente e rispettato. Per l'evento più importante della sua carriera, i Giochi Olimpici - ricordiamo: 1920, Anversa, VII Olimpiade - corse per l'Italia, come era sacrosanto, la sua nazionalità quella era. Eppure, i monegaschi, non se ne sono impossessati, pur sempre considerandolo uno dei loro. Dopo i primi due «capitoli» raccontati da Alberto Zanetti Lorenzetti, sui rimanenti abbiamo abbondantemente attinto a pubblicazioni storiche monegasche, che ci aiutano anche per queste righe conclusive.

Lo avevamo lasciato nel 1917, lo riprendiamo nel 1919, a guerra finita, che aveva inghiottito nella sua macelleria umana anche quel grande campione marsigliese, Jean Bouin, che spesso sulle strade rivierasche era stato suo avversario. "Maccario continue d'accumuler les victoires en France et en Italie. A Gênes il zigzague entre le tramways et trionphe devant une foule en liesse où presque tous les hommes portent la canotier". Quello stesso anno, il 12 ottobre, a Milano, sulla pista dell'Internazionale Football Club in via Goldoni (sviluppo di 337 metri) vinse il titolo nazionale sui 10.000 metri in 33:08.0, facendo gara da solo, se ne andò dopo due chilometri; dietro il bergamasco Costante Lussana (classe 1892), poi il romano Ettore Blasi (1895); al quinto posto uno degli «antenati» del podismo bresciano, Giacomo Madei (nato a Brescia il 18 dicembre 1887). Maccario quell' anno vestiva la canottiera dello S.C. Virtus Genova."Ce titre est Historique car s'est le seul obtenue en senior masculin sur piste par un athlète licencié dans un club de la Principauté...Auguste restait licencié à l'Herculis pour le compétitions en France. Le règlement ne l'interdisait pas à l'époque. Maccario s'entrenaît depuis toujours à Monaco et l'Herculis peut donc partager la gloire de ce titre avec le club Gênois". 

1920 - Fu l'annus mirabilis. Il 4 gennaio esordì con la vittoria nel Challenge Dubonnet a distanza di nove anni dalla prima. "Le Monégasque a enlevé la première place dans un style éblouissant, làchant le peloton au troisième kilométre et terminant sans être inquiété".

Della infelice, meglio tragicomica, vicenda del campionato nazionale di corsa campestre, ha accennato Zanetti Lorenzetti. Il 29 febbraio la gara dovette essere annullata per il marasma generale; Maccario, con una progressione eccezionale, raggiunse nei 500 metri finali Ambrosini e lo staccò. La Federatletica del tempo (la F.I.S.A.) annullò. Ripetizione l'11 aprile, sempre al Lido di Albaro: vinse indisturbato Carlo Martinenghi, originario della provincia di Pavia. Maccario finì sesto. Gara annullata: troppo corta, non rispettava le distanze previste nel regolamento. Roba da comiche. Fra i due finti campionati nazionali, Maccario vinse un 5000 a Nizza (21 marzo) in 16:17.0. Questa la sanno in pochi: l'ultimo giorno del mese di agosto il nostro corse a Brescia, dieci giri della pista che allora stava in via Cesare Lombroso, totale 3500 metri; vinse rifilando undici secondi al monzese Ernesto Ambrosini (11:16 a 11:27), non uno qualunque, era medaglia di bronzo sui 3000 siepi ai Giochi Olimpici di Anversa, metallo che aveva vinto da pochi giorni, il 20.

Della epopea olimpica ci ha raccontato diffusamente il nostro AZL. Una sottolineatura: Maccario fu quarto dietro a due grandissimi corridori come Paavo Nurmi (al suo primo titolo olimpico, qualche giorno prima aveva perduto l'oro sui 5000 metri) e Joseph Guillemot (campione proprio su questa distanza); terzo il britanno James Wilson, che quello stesso anno, vestendo i colori della Scozia aveva vinto l' International Cross Country Championships; lo stesso Wilson che nel 1914 aveva corso lo stesso campionato con la maglia England e fu sestoQualche altra aggiuntina sulla finale dei 10.000 metri olimpici. Cominciamo col dire che di quella edizione dei Giochi non esiste il Rapporto Ufficiale perchè il Comitato Organizzatore era rimasto senza un quattrino. Il tutto fu ricostruito sulla base delle annotazioni, a mano, del segretario del Comitato, e molti anni dopo. La versione più gettonata di quella finale ci racconta che per i primi tre i tempi furono rilevati, per gli altri sono solamente «stimati», e quindi anche quello del nostro bravo Augusto. Ma qual è la stima? Scrisse Marco Martini che "francesi in tribuna gli presero 32:04.0". Bill Mallon, David Wallechinsky e Ekkehard zur Megede scrissero nelle loro pubblicazioni 32:02.0; comunque ufficioso e quindi non omologabile come primato italiano (che era di Dorando Pietri con 32:18).

Sapete come festeggiò Nurmi il suo primo titolo olimpico? Appena superato il traguardo dopo la volata, il francese gli vomitò sulle scarpe. Il motivo del malessere di Guillemot era da attribuire ad una cambio dell'ultimo minuto nell'orario di partenza della finale, che era fissata dal programma ufficiale alle 17.30 e invece fu spostata alle 14.15. Come mai? Il re del Belgio, Alberto I, aveva chiesto lo spostamento per poter presenziare ad un evento artistico. Il povero Joseph aveva appena finito di fare il suo pasto quando fu chiamato, inaspettatamente, alla partenza, con tanti saluti alla digestione.

1921 - Nel Principato, sul finale dell'anno precedente, venne fondata una nuova società sportiva: Monaco-Sports, che riprese la corsa Tour de Monaco, che era stata abbandonata anni prima. Ed è Maccario (passato con i colori del nuovo club) che la vinse (2 gennaio). Ultima apparizione del nostro, il 27 marzo, terzo classificato in un 5000 metri sulle strade del quartiere Fontvieille (15:49, contro 15:35.2 di Léon De Nys, di origine belga).

1927 - A soli 37 anni, il 16 ottobre, moriva Augusto Maccario. Il 20 novembre, il club White Star di Beausoleil organizzò un cross in sua memoria.

Fernand Maccario - Negli anni '30-'40, che seguono la morte del padre, si fece onore nello sport pedestre il figlio Fernand, anche lui di piccola statura, pare identico al padre. Gareggerà fino a metà degli anni '40, insieme a Emile Battaglia, ritenuto il miglior atleta monegasco di tutti i tempi. Nel 1939 (23 aprile) venne inaugurato lo Stadio Louis II; nell'occasione Jacques André migliorò il primato francese dei 200 metri ostacoli, succedendo a suo padre: il grande Geo André. Il nuovo stadio monegasco ospiterà, nel mese di agosto, la ottava edizione dei Giochi Internazionali Universitari.

Dobbiamo un sentito ringraziamento a Jacques Candusso, autore del libro «L'Athlétisme a Monaco 1890 - 2006», fonte primaria per questa lunga ricostruzione della carriera di Augusto Maccario.