Home News Homepage Ferruccio Albanese e il figlio Albano, eredi del ginnasiarca Gregorio Draghicchio (2)
Message
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Ferruccio Albanese e il figlio Albano, eredi del ginnasiarca Gregorio Draghicchio (2) PDF Print E-mail

Tale padre, tale figlio. Noi abbiamo fatto il contrario: della documentata ricerca di Alberto Zanetti Lorenzetti sulla famiglia Albanese abbiamo pubblicato prima la parte relativa al figlio, Albano, e poi quella che riguarda il padre, Ferruccio. Con questa seconda, e conclusiva, parte rimettiamo le cose nel loro ordine e parliamo del padre, valente ginnasta e poi anche bravo atleta e podista. Molto eclettico, tanto che si esibiva con ottimi risultati tanto nella corsa che nei concorsi, salti soprattutto. Nel ringraziare Alberto, mandiamo in archivio anche questa bella storia familiare, che va ad arricchire il nostro patrimonio di ricerche, immagini, belle storie del tempo andato.

Nelle foto che seguono: Ferruccio Albanese, in abito scuro, presidente della società Forza e Valore di Parenzo, posa con gli atleti. Sotto, a sinistra, da atleta impegnato nel salto in alto, e, accanto, una posa che mette in risalto la compatta struttura del suo fisico. A seguire: la squadra della Forza e Valore che partecipò al Concorso Nazionale di Venezia del 1907; Ferruccio è il ginnasta sdraiato sulla sinistra. Infine, Albanese padre e Giovanni Cottur, padre del ciclista Giordano, impegnati in una gara podistica a Trieste il 13 ottobre 1912. Quest'ultima fotografia ci è stata messa gentilmente a disposizione del Dott. Karl Graf (Austria), che ringraziamo

alt
alt alt
alt
alt

Papà Albanese, battezzato Ferruccio Giuseppe, era nato il 13 dicembre 1891 nella sportivissima Parenzo, appassionandosi subito all’attività agonistica, praticando ginnastica, ciclismo e atletica. Non ancora tredicenne - correva l’anno 1903 - lo troviamo premiato a un Concorso interno della Forza e Valore. L’anno dopo ebbe inizio la lunga serie di sue presenze a Concorsi ginnastici. Dopo l’esordio a Gorizia nel 1905, seguirono a distanza di un anno dall’altro le partecipazioni al Concorso internazionale di Milano, al Concorso di Venezia del 1907 e al Concorso nazionale straordinario di Piacenza, organizzato subito dopo la conclusione dei Giochi Olimpici di Londra, in occasione delle celebrazioni per l’inaugurazione del nuovo ponte sul Po. Nel 1910 fu la volta del Convegno federale di Pistoia e del Concorso intersezionale di Genova che celebrava il 50esimo anniversario della spedizione dei Mille.  A seguire, nel 1911, fu la volta del Concorso internazionale di Torino che inaugurava lo Stadium, il nuovo impianto sportivo del capoluogo piemontese. In altre parole partecipò alle principali manifestazioni organizzate nell’ambito della Federazione Nazionale Ginnastica Italiana, pur se suddito di Francesco Giuseppe.

Di tutta questa attività sappiamo i risultati, spesso lusinghieri, della società ginnastica parentina ma ben poco si può ritrovare sulle prestazioni individuali. Il motivo lo possiamo capire sfogliando «Il Ginnasta», bollettino della FNGI: in questi imponenti Concorsi era concesso grande spazio all’attività di squadra, mentre ben poche notizie venivano date per le gare individuali, spesso citando il premio assegnato anziché il risultato tecnico. Possiamo citare ad esempio che al Concorso federale di Pistoia del 1911 Ferruccio guadagnò la medaglia d’argento per essersi piazzato al secondo posto nella “decisiva” dei 400 metri e che al Concorso internazionale di Torino fu premiato con medaglia d’oro e diploma, conquistando anche la medaglia d’argento piccola nella gara dei 400 metri. Nessun cenno al tempo e al piazzamento. Maggiori notizie che ci possono permettere di valutare quale fosse il suo valore ci vengono dai risultati ottenuti al di fuori delle prestigiose manifestazioni organizzate dalla Federazione ginnastica. Già nel 1907 il suo nome comparve la terzo posto del Giro podistico di Trieste (6,4 km) e da allora seguirono una serie di prestazioni che lo segnalarono come uno dei migliori atleti giuliani nelle gare di corsa nelle distanze fra i 100 e gli 800 metri a tutto il 1912. Poi se ne persero le tracce: aveva dovuto indossare la divisa grigia dell’imperial-regio esercito.

Lo ritroviamo in pista il 15 giugno 1919 a Pola, impegnato sulla distanza anomala dei 480 metri e nel lungo, mentre nel salto in alto era presente Giovanni Vojak, futuro centrocampista della Juventus e della Nazionale di calcio, conosciuto anche come Vojak I per distinguerlo dal fratello Oliviero. Nel frattempo Ferruccio aveva iniziato a gestire a Parenzo un negozio di generi alimentari e si era sposato, pianificando (secondo quanto ci disse il figlio Albano, all’insaputa della moglie) il viaggio di nozze  con tappe in località dove avrebbe potuto gareggiare. Se nel 1919 si era dedicato maggiormente alle gare di corsa, l’anno successivo ottenne i risultati di maggior rilievo nei concorsi raggiungendo durante i Campionati istriani (ai quali prese parte anche il velocista polese Vittorio Zucca, reduce dai Giochi Olimpici di Anversa) la misura di 11,61 metri nel triplo, undicesima prestazione nazionale della stagione, vincendo anche il lungo e guadagnando il bronzo nell’asta.

Ai Campionati nazionali assoluti, che ebbero luogo a Bologna il 18 settembre 1922, raggiunse il miglior piazzamento della sua carriera, classificandosi al quinto posto nel salto triplo. Sette giorni dopo, a Parenzo, si disputarono i Campionati provinciali dove partecipò alle gare dei salti in estensione venendo preceduto in classifica dal triestino Pietro De Jurco, personaggio di rilievo che avrebbe allevato generazioni di atlete e ginnaste giuliane di ottimo valore nazionale assieme a Giovanni Lorenzetti, presente anch’egli alla manifestazione unitamente a Vittorio Zucca e a Ettore Uicich, futuro primatista italiano di salto in alto e trasvolatore con Balbo nei primi raid aerei, attività bruscamente interrotta da un incidente d’auto che gli costò la vita.

Le ultime notizie che riguardano l’attività atletica di Ferruccio provengono dai giornali del 1922, quando a Pola si aggiudicò la gara del lungo prendendosi la soddisfazione di battere Zucca. Dello stesso anno è anche la notizia del suo inserimento nell’elenco dei giurati della Federazione ginnastica, preludio alla sua lunga attività dirigenziale che lo portò a ad essere commissario federale della FIDAL per l’Istria e soprattutto a ricoprire per lungo tempo il ruolo di presidente della Forza e Valore di Parenzo, società che ricostruì nell’agosto 1945, ma che poco dopo dovette cessare l’attività per l’evoluzione politica che coinvolse l’Istria. Oggi lo possiamo ricordare come uno dei migliori atleti giuliani che gareggiarono negli anni a cavallo della Grande guerra, assieme ai velocisti Vittorio Tommasini ed Ermenegildo Tomel, al mezzofondista e ciclista Giovanni Cottur e all’eclettico Giovanni Lorenzetti. Esule a Trieste, morì quasi centenario il 26 gennaio 1991.

(fine)