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1961: ragazza di Cesena, con un casco di capelli, sogna la sua prima maglia azzurra PDF Print E-mail

Questa è la seconda parte della piccola storia innestata dalla foto di corsa campestre pubblicata qualche giorno fa in questo spazio. Chiariamo: non c'è nessun errore nel titolo di oggi, il tutto è partito dal 1971 e lì ritornerà, ma adesso dobbiamo riavvolgere la bobina di dieci anni e fermarci al 1961.

La fotografia ha provocato una serie di reazioni (l'ultima davvero inattesa arrivata da un nostro socio...) che hanno messo in collegamento atleti, persone ed eventi che, in qualche modo, si sono ritrovati. Anzitutto, chi ha messo in circolazione quella vecchia foto attraverso una di queste nuove diavolerie informatiche? Quando scavi, come gli archeologi, non sai mai esattamente quello che trovi. Pala, piccone e microscopio, come sommessamente suggeriva - senza salire in cattedra - Marco Martini. Noi abbiamo scavicchiato, quello che abbiamo trovato non è tutto, né il nostro intento era di essere onnicomprensivi. La ricerca è partita focalizzata su una atleta, poi, attorno a lei, di tanto in tanto, abbiamo rispolverato nomi, figure, episodi, risultati. Lungi da noi la presunzione di aver fatto un racconto esaustivo. Lasciamolo a quelli molto più bravi di noi. E, per favore, che nessuno si senta offeso, sminuito, maltrattato, se non viene citato. Anzi,  proprio per dissipare eventuali musi lunghi, vogliamo sperimentare una strada per noi inedita. Oggi pubblichiamo una parte della nostra modesta ricerca finalizzata a Luciana Castellari, che ha innescato la curiosità per questa ricerca. La presentiamo come prima «bozza», equivalente dell'abusato cartello autostradale «stiamo lavorando per voi». Se qualcuno, ha delle aggiunte da fare, dei dati da modificare, degli episodi inediti da raccontare, se ha del materiale fotografico giacente in qualche cassetto, bene, noi siam qui, e ci farebbe molto piacere essere un punto di riferimento. Ci impegnamo ad aggiungere elementi nuovi. Tutto deve essere, beninteso, legato alla data, agli atleti o dirigenti, alle competizioni di cui parliamo oggi, per evitare di «andare fuori tema», come diceva la  nostra professoressa alle Scuole Medie corregendo il confuso elaborato scritto che le presentavamo. L'indirizzo cui far avere eventuali integrazioni, documenti, ricordi personali, è quello del coordinatore di questo lavoro This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it .

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Questo due foto sono state «rapinate» dal profilo Facebook della signora Luciana Castellari, la quale, indulgente, ci perdonerà. Nella prima la signora Luciana oggi , dal vero, e ieri, in foto. Nella seconda - scattata nel 1961 - alcune delle ragazze della Società Sportiva Fontana Cestistica Bologna: da sinistra, Luisa Cesari, l'allenatore Luciano Martelli, Luciana Castellari, Donata Govoni

Iniziamo. Due punti di riferimento precisi: una signorina di Cesena e un anno, il 1961. Come scrisse nella sua biografia  Achille Bargossi  (l'antenato di tutti i podisti d'Italia, riportato in auge da Bruno Bonomelli), anche Luciana Castellari potrebbe iniziare la sua con le stesse parole:"Nacqui nella forte e patriottica Romagna...". Bargossi di Forlì, lei, come appena detto, di Cesena, che sta lì, a un tiro di schioppo. Luciana, che abita a Bologna, ha praticato con successo il nostro sport in età giovanile. Una passione che le è rimasta intatta, tanto che è ancora attivissima nel raccogliere documenti e nel promuovere iniziative, soprattutto fra atleti della sua epoca. La signorina di allora sfoggiava un ricco caschetto di capelli, che oggi è sempre quello, ha cambiato solo colore, conferendole un'aria elegante. Questo trasmettono le fotografie che abbiamo rintracciato nei meandri della Rete. Luciana Castellari nella prima metà degli anni '60 fu una delle migliori ostacoliste. Allora la distanza era di 80 metri, l'unica corsa con barriere del programma femminile. Dunque, al lavoro, con le collezioni di riviste di quegli anni alla mano, la fidalina «Atletica» soprattutto, e gli Annuari che, finalmente, la Federazione si era decisa a pubblicare con regolarità, compilazione invocata a gran voce nelle Assemblee nazionali da quell'anarchico rivoluzionario del Bonomelli bresciano. Prima edizione dell'Annuario proprio il 1961, con i dati del '60. Il bollettino, all'inizio, aveva cadenza quindicinale, direttore Giovanni Guabello, stampato da «La Fiaccola per le Arti Grafiche» che teneva bottega in Viale Tor di Quinto, a Roma ovvio. Sfogliamo le pagine del 1961.

Nel primo numero di gennaio, una larga fetta di pagina 7 è occupata dalla lunga lista degli atleti, uomini e donne, insigniti delle «Palme al Merito Atletico» per la stagione 1960. Nell'elenco delle «Palme di Primo Grado» (i gradi erano tre) fa capolino il nome di Luciana Castellari, grazie al tempo di 11"9. Era poco più di una ragazzina. Come pure era ragazzino ancor più giovane un compìto milanesino che subito attirò l'attenzione degli allenatori: Gianfranco Carabelli, che scese fino a Foggia per vincere la gara allievi della prima prova del Campionato di società di corsa campestre. Era il 12 febbraio, gli mancavano ancora un paio di settimane a compiere sedici anni. Dopo Foggia i fondisti si ritrovarono (26 febbraio) a San Giorgio su Legnano, per la seconda prova del CdS, e l'elegante giovin signore fece il bis. Che c'entra Carabelli? È nostro socio (dicesi ASAI), anche noi abbiamo il nostro «giglio magico»... Al Parco delle Cascine, a Firenze, cross finale per l'assegnazione dei titoli individuali. Di Carabelli non si sa più nulla: chissà se legge queste note forse ci dirà lui stesso cosa accadde...Vinse il ragazzo di casa, Giorgio Falchi; a scorrere la classifica troviamo Gianni Del Buono dodicesimo e Giorgio Rondelli 38esimo. Il titolo seniores premia «il granitico atleta delle Fiamme Oro Padova» Francesco Perrone, portato via dal COVID-19 qualche mese fa, nel 2020. Perrone aveva vinto tutte e tre le prove nazionali. Terzo un altro nostro socio, Albertino Bargnani, vittima spesso degli urlacci di Bruno Bonomelli, che lo allenava. Al decimo posto Gioacchino De Palma, pugliese pure lui, del quale avremo occasione di riparlare. In gennaio, il 25, era convolato a nozze Pino Dordoni, per il quale il 1961 stava per scandire la sua ultima stagione agonistica. Il 12 purtroppo era deceduto Michele Tito, il primo frazionista della staffetta veloce bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 1948: dopo Tito, in ordine Enrico Perucconi, Carlino Monti e Tonino Siddi. Tito si era trasferito a Genova come capitano della Guardia di Finanza. Altra staffetta, di natura diversa: il generale Gaetano Simoni lascia la presidenza della Federatletica al capitano Giosuè Poli. Sempre di Fiamme Gialle si tratta.

Parte l'atletica in pista. Alla Civica Arena milanese va in scena la tradizionale riccardiana «Pasqua dell'atleta». Si corrono i 150 metri (una bellissima distanza, colpevolmente dimenticata), c'è l'olimpionico Livio Berruti, il quale vinse in 15"6. Secondo? Quel vulcano milanesissimo di Giancarlo Sisti! Inarrestabile ancor oggi quando parla nella lingua che tanto fu cara a Carlo Emilio Gadda. Ascoltare al telefono Giancarlo è una full immersion nel dialetto di Porta Cicca. Dalla prima compilazione, le liste insomma, offerta dalla rivista federale veniamo a sapere che Luciana Castellari aveva debuttato il 16 aprile con un momentaneo 12"2, migliorato un mese dopo (14 maggio) da un notevole 11"6, miglior prestazione italiana del momento al pari con Letizia Bertoni (primatista italana con 11"1 dal 1959). E nello stesso giorno aveva saltato 1.50. non male per i tempi. Pochi giorni dopo eccoci a Bolzano: prima batteria, Castellari precedette Bertoni (12"0 contro 12"4), ma in finale altra sinfonia: Bertoni 11"6, Castellari 12"0, che, come diversivo, fece un più modesto 1,40 in alto. Annotazione a latere: volete sapere chi vinse il salto con l'asta in uno degli otto raggruppamenti per il Criterium Studentesco? Siamo a Massa...primo, con 3.20, Renzo Avogaro, poi allenatore vita natural durante, asta ovviamente e una gran passione per le prove multiple. Nella finale nazionale  a Forlì (4 giugno) sarà quarto con 3,30.

Il gran «botto» arrivò il 1° giugno, nella solita Arena meneghina: Carlo Lievore, vicentino, fratello minore di Giovanni anche lui gran giavellottista (primo italiano oltre gli 80 metri), scrisse accanto al suo nome «primatista del mondo», scagliando il dardo lontanissimo, 86,74. L'acuminato artefatto si infilzò prepotente nella tennisolite della sesta corsia della pista. Il primato arrivò al secondo lancio dei tre effettuati; questa la serie: 76,91 - 86,74 - 85,50. Poi fecero fare il loro laborioso lavoro ai misuratori, che avrebbero pagato di tasca loro pur di avere una bindella metrica da 100 metri...

Torniamo sui nostri passi. Domenica 4 giugno, Treviso, una delle tre semifinali del CdS femminile: Castellari dominò la terza serie, 12"0; poi fece anche l'alto per portare punti alla società, 1,35. Una settima dopo, ad Asti, Trofeo Monterosa, Castellari e Bertoni si ritrovarono; nelle due batterie, Bertoni 11"6, Castellari 12"3; finale serrata: Letizia 11"8, Luciana 12"0. La signorina di Cesena fece pure un buon 1,48 in alto. Discostiamoci dall'argomento centrale, per alcune «pillole» che, comunque, ci interessano. Parma, 18 giugno, Campionato di società juniores: nei 100, un nome, Enore Sandrini, bresciano, terzo in finale (10"8, dopo un 10"9 in batteria). Lo ritroveremo prossimamente. Ancora nomi duraturi negli anni '60: Sergio Bello, secondo nei quattro e primo nei quettro acca; Bogliatto, Felice Baldini e Zamparelli così in fila nell'alto; Giuseppe Gentile secondo nel triplo e settimo nel lungo.  Stesso giorno, entro le consuete mura napoleonmeneghine: Berruti corse in 20"5. Come antipasto gare per allievi, da segnalare il 600 metri: prima batteria, domina Gianfranco Carabelli, 1'28"3; seconda al modenese Renzo Finelli 1'29"0; finale Carabelli 1'22"6, Borsani 1'25"5, Finelli 1'26"2. Il tempo di Carabelli rimarrà a lungo come miglior prestazione nazionale allievi. A Pisa, sempre il 18 giugno, le prime dodici società si disputarono il titolo nazionale, che premiò l'A.S.Roma, quarta la Fontana Cestistica Bologna. Luciana Castellari sempre alle prese con Bertoni e sempre stesso risultato: Letizia 11"4, Luciana 11"7. L'alto (1,47) è ormai un'abitudine. Se vi scappasse l'occhio sulla seconda batteria dei 100 non potreste fare a mano di vedere un cognome: Pigni, società Sport Club Italia, un nome, un mito. È proprio lei: la Paola dei futuri successi. Qui a Pisa corse anche la prima frazione della 4x100, sia batteria che finale. Tempo sui 100, 12"9.

Bene, fermiamoci qui, facciamo che la seconda parte della stagione 1961, ve la racconteremo nella prossima puntata.