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Norberto Capiferri, quel triplista che atterrava come un paracadutista PDF Stampa E-mail

Norberto Capiferri. Un altro che si aggiunge alla lista. Un tipo di lista diverso da quelle che compilano gli appassionati del nostro sport che ha sempre avuto una spiccata vocazione per mettere in fila, in bell'ordine, i risultati, da quelli di club agli internazionali, con una gamma variegata nel mezzo. Quella di cui, purtroppo, siam costretti a parlare,  è una lista nella quale non è ammesso porre un limite di compilazione, non puoi deciderlo tu, lo decide qualcun altro, insindacabilmente. Norberto Capiferri ha chiuso, il 21 aprile, la sua esistenza. Era nato il 30 dicembre 1947 a Filattiera, provincia di Massa-Carrara, ma tutti lo hanno sempre considerato «lo spezzino» avendo trascorso la più tanta parte della sua vita nella città ligure. Norberto Capiferri fu un buon atleta, saltava in lungo e si cimentava nel triplo, era più bravo nella seconda disciplina. Ci sono eventi che finiscono per marchiarti per sempre. Prendete Capiferri: quelli del nostro mondo che hanno ancora un filo di memoria o che hanno letto qualcosa del nostro sport (sempre meno) ricordano «Norbe» come il primo ad indossare la maglietta tricolore di campione italiano di salto triplo in pista coperta. Era il 22 marzo 1970, seconda giornata della prima edizione dei Campionati che faceva , e fa ancora, tanto British chiamare indoor, dentro la porta. Di quel primo evento abbiamo diffusamente raccontato, su questo spazio, circa in anno fa, eran cinquant'anni. Raccontammo della pista, delle varie peripezie per montarla, dei primi campioni. Se volete, potete rileggervi quelle povere cronachette.

Oggi, data la triste circostanza, su Capiferri ci fermiamo qualche attimo. Così descrisse quella gara Gian Franco Sozzani sulla rivista «Atletica Leggera»:

"Partecipazione ridotta e soluzione di forza, con un solo salto valido, da parte di Capiferri, violento e scomposto, che atterra quasi di spalla come un paracadutista. Ottiene però una misura decente, a soli 5 cm. dal suo record all'aperto. Anche gli altri non sfigurano: Buzzelli, Arfanotti e Rattazzi fanno meglio dei rispettivi limiti ufficiali, malgrado la pedana, a detta dei tecnici, sia piuttosto sorda e restituisca male le spinte violente di questo esercizio". Capiferri aveva chiuso la stagione 1969 con 7.48 in lungo e 15.46 nella «triplice».

Quattro righe stringate, estensore anonimo, sulla rivista federale «Atletica»:"Il triplo è andato a Norberto Capiferri, atterraggio di spalla, con misura degna; solo Aquino è riuscito, dopo il vincitore, a passare i 15 metri". Gian Piero Aquino, ignorato nel testo di Sozzani, cresciuto nell'ambiente atletico piacentino, era entrato alla Scuola Centrale dello Sport, come parecchi altri di quella terra  emiliana sulla scia del primo ammesso, Felice Baldini.

La gara si chiuse così: 1. Norberto Capiferri (Fitram Libertas La Spezia) 15.41; 2. Gian Piero Aquino (Lilion Snia Varedo) 15.08; 3. Ezio Buzzelli (Libertas Artese) 14.88; 4. Giovanni Arfanotti (Carabinieri Bologna) 14.79; 5. Andrea Rattazzi (A.A.A.Genova) 14.78. Come vedete in pedana non c'era Giuseppe Gentile, il quale però il giorno prima aveva saltato, fuori classifica, un non eccelso 6.90 in lungo. Era reduce da Vienna dove si erano celebrati i Campionati d'Europa in pista coperta, pure prima edizione: fu settimo con 16.12.

Il 1970 fu, a parer nostro, la miglior stagione di Capiferri. Ne raccontiamo qualche scampolo, in sua memoria. Roma, 1-2-3 maggio, un po' alla Farnesina, un po' allo Stadio Olimpico, Campionati nazionali universitari. Vinse (Farnesina, Primo maggio) lo spezzino, secondo Molinari, terzo Aquino, misure modeste (14.72, 14.53, 14.30). Una sconfitta: il 21 maggio a Viareggio, primo Arfanotti 14.89, secondo Capiferri 14.83. Fine maggio, Madrid, Stadio di Vallehermoso, Spagna-Italia: il 31, secondo giorno dell'incontro, il successo è di uno spagnolo di talento...e di fede: Luis Felipe Areta, atleta sì ma anche membro della Opus Dei e poi ordinato sacerdote. Si lascia alle spalle Aquino il quale festeggia con 15.52 il nuovo primato personale che resterà immuntabile nella sua carriera di atleta. Capiferri quarto con 15.13. Sulla rivista federale leggiamo un commento firmato da Pedro Escamilla, uno dei migliori giornalisti che l'atletica spagnola abbia avuto, oltre che persona di tratto signorile. Un paio di passaggi:"Debbo innanzi tutto dire che la selezione transalpina - la bella «squadra azzurra» - mi ha fortemente impressionato, non tanto per i risultati ed il comportamento in se, quanto per la sua struttura così omogenea (...) L'atletica italiana è avviata verso grandi traguardi...". Scrisse di lui Joan Pelayo, storico e statistico:"Otro de los grandes es el madrileño Pedro Escamilla. Si Corominas hizo de todo, Pedro fue el periodista del atletismo español. Sus crónicas en el diario Marca eran irónicas y muy críticas pero siempre constructivas. Le tocó escribir en una época en la que nuestro atletismo estaba a la cola de Europa. Escribió sobre los Juegos Olímpicos y su legado fue la fundación de la revista federativa Atletismo Español en 1951. Falleció en 1998".

Modestino il 14.45 all'Arena per la «Notturna», era il 1º luglio, la notte di quello splendido 1500 vinto da Arese, secondo Del Buono, terzo Marty Liquori. Capiferri non prese poi parte ai Campionati nazionali a metà luglio, vittoria facilina per Gentile, salti corti, il meglio un 16.15, abbondantemente sufficiente sul 15.42 di Aquino, tutti gli altri sotto i 15. Il «giorno dei giorni» arrivò il 4 settembre, terza giornata delle Universiadi, volute da Primo Nebiolo a Torino. In qualificazione Capiferri saltò 15.52, il suo miglior salto di sempre e per sempre. Il giorno dopo, in finale, patatrac: tre nulli e non classificato. Maluccio anche a Bucarest, incontro quadrangolare con Romania, Ungheria e Svizzera: Gentile quinto con 15.46, Capiferri ottavo 14.76.

Si chiude. Nel commento alle liste annuali del triplo, leggiamo:"G.Aquino, dopo una eccelente apertura in Spagna, ha mantenuto il ruolo a Roma col secondo posto agli «assoluti», anche se la sua stagione è risultata spezzettata dopo la pausa estiva. Notevole il passo in avanti di Capiferri, con il 15.52 di Torino alle «Universiadi», ed altre due occasioni oltre i 15.40". Aquino e Capiferri si contesero per tutto l'anno il posto d'onore dopo Gentile. Curioso: finirono appaiati con la stessa misura, 15.52. E per entrambi quella cifra restò la loro migliore per sempre.