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Albertino Bargnani e Giulio Salamina festeggiati dai nostri soci bresciani PDF Print E-mail

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Da sinistra in alto: Albertino Bargnani mostra con soddisfazione l'attestato ricevuto dai soci A.S.A.I., così come Giulio Salamina; con loro i soci Zanetti Lorenzetti e Castellini. Il gruppo di soci e amici che hanno partecipato (foto Elio Forti e Sandro Lavezzo)

«Omaggio a Albertino Bargnani che con la sua carriera ha onorato il suo maestro di atletica Bruno Bonomelli». Accanto il volto del «maestro» incorniciato dalla folta criniera e dai basettoni stile ottocentesco. Questo campeggiava in un attestato consegnato ad Albertino Bargnani, il 29 ottobre scorso, in occasione del suo ottantacinquesimo compleanno. Stesso riconoscimento anche a Giulio Salamina, altro corridore bresciano, che di anni ne ha un bel po' meno di Albertino, cresciuto alla corte dell'impetuoso rovatese . L'iniziativa è partita da alcuni soci bresciani del nostro Archivio Storico, ottenendo l'adesione di un bel gruppetto. La piccola brigata, formata oltre che dai soci anche da familiari e amici, si è ritrovata a pranzo alla Trattoria «La Campagnola», un indirizzo che negli anni '80 e '90 fu teatro di tante iniziative legate all'atletica.

29 ottbre 1936, a Brescia nacque Albertino Bargnani. 28 ottobre 1910 la data di nascita di Bruno Bonomelli. Bruno sarà il mèntore tecnico per tutta la carriera sportiva di Albertino, fondista formatosi nelle gare di corsa campestre. Da questa disciplina che nel cuor stava di Bonomelli, Albertino ricevette in cambio le soddisfazioni migliori. Fra i due c'era anche un legame di parentela: infatti la sorella di Albertino andò in sposa al fratello di Bruno, Paride, affinatore di formaggi in quel di Rovato, che in passato dovette la sua fama proprio a questa attività. Due giorni contigui fra maestro e allievo per il compleanno, e quindi occasione, alcuni decenni fa, per riunire attorno ad un grande tavolo tanti atleti bresciani, mezzofondisti e fondisti, che avevano appreso i rudimenti della corsa da quel convincente maestro. Il percorso per arrivare a correre fu lo stesso per molti ragazzi bresciani. Qualche anno dopo, rispetto ad Albertino, cominciò a pestare erba e fango anche Giulio, un ragazzo che dovette iniziare presto ad assaggiare il sale del pane altrui.

"Bargnani Alberto, allenatore Bonomelli, nato a Brescia il 29.10.1936, alto 1,66, pesa kg 52, torace 83; impiegato. Proviene dal calcio. Ha iniziato l'attività nel '55 con il prof. Grotti. Lavoratore tenace, è passibile di futuri sensibili miglioramenti. Il suo allenatore ha chiesto alla F.I.D.A.L. di riconvocarlo a Chiavari perchè ritiene di presentarlo nel '60 in condizione di gareggiare a Roma. Ecco i limiti personali dell'atleta: 800 in 2:01.7, 1500 in 4:09.8, 3000 in 9:10.0, 5000 in 15:53.4, 10.000 33:42.2". Questo scrisse il prof. Sandro Calvesi nel febbraio del 1957 in un articolo sulla «Gazzetta dello Sport», dal titolo «Mezzofondisti veloci». Non faremo la storia atletica completa di Albertino, che pur la meriterebbe, ma daremo qualche cenno sugli inizi. Il 24 febbraio 1955, il giornale studentesco, «La Sveglia»,  in collaborazione con l'Atletica Brescia, organizzò il primo Campionato bresciano di corsa campestre riservato agli studenti. Si corse alle porte di Brescia, sui campi dell'Istituto Agrario «Pastori», praticamente confinante con lo storico birrificio Wührer. C'erano tutti gli Istituti eccezion fatta per il Liceo classico «Arnaldo». Vinse Aldo Bonfadini, uno che era già bravo, davanti a uno che bravo diventerà Gian Battista Paini, terzo uno che ha un nome che dice qualcosa a chi ha vissuto l'atletica degli ultimi decenni  a Brescia e fuori: Ugo Ranzetti, conosciuto come «il caimano del Mella», fiume che scende dalla Val Trompia e attraversa la città; quarto Alfredo Pucci, che fra poco ritroveremo. Al nono posto il piccolo Albertino Bargnani, che precedette, pensate un po', uno che poi divenne fra i più bravi a quei tempi nel salto in alto tanto da sfiorare in alcune occasioni i due metri: Giampiero Cordovani, nato a Pisogne, sul lago d'Iseo. Albertino e Ughetto erano compagni di banco all'I.T.I.S.

Campionati Studenteschi  tennero a battesimo  il Nuovo Stadio della Scuola (allora lo chiamavano così) il 4 maggio 1955. Gara dei mille metri, finale dei primi: vinse Alfredo Pucci in una serrata volata con Gian Battista Paini, quarto Ugo Ranzetti e appena dietro Bargnani. Il già nominato Cordovani vinse il salto in alto con 1.71. Di 'sto Alfredo Pucci non siamo riusciti a trovare mezza informazione in più sul giornale locale, mentre invece sappiamo quasi tutto di...autorità presenti, delle loro cariche, dei loro sermoni, pomposi e inutili. Ieri come oggi. A conclusione delle gare degli studenti, ci fu una esibizione di salto con l'asta, con Giulio Chiesa (primo italiano a superare 4.30, di lì a poche settimane) e Umberto Sattin.

Quell'anno Bargnani fu tesserato per una delle società di Bonomelli, la Unione Cooperative Consumo. Spaziò dai 400 ai diecimila metri. Nella stagione invernale '55-'56 (con il nuovo club Marzoli Palazzolo, sempre BB di mezzo) dominò quasi tutte le campestri nel Bresciano. Il 18 marzo, a San Vittore Olona, nel contesto internazionale della «Cinque Mulini», si classificò 28esimo. Un anno più tardi sarà tredicesimo, aveva vent'anni e quattro mesi.

La lunga vicenda atletica di Giulio Salamina iniziò nel 1958. Lo deduciamo dal primo quei quattro quadernoni nei quali, con precisione da amanuense, ha annotato, anno dopo anno, tutte le sue gare. Con un tocco di ironia, che non gli è mai mancata, ha chiamato questa raccolta «Salamineide». Quel primo anno corse due volte gli 800 metri, tempi quasi uguali 2:26.0  e 2:27.3, un 1500 in 5:00.03, saltò in lungo 4.81 e in alto 1.35. L'anno dopo corse già cinque e dieci mila metri. Iniziò con i colori dell'Atletica Brescia.  Era davvero bravo nelle corse campestri: a diciassette anni  (Giulio è nato nel 1943) arriva davanti ad atleti con qualche anno più di lui. Prima di chiudere, riportiamo un brano pescato nei quaderni di ritagli di giornale, in questo caso non sappiamo esattamente quale (forse il locale «Giornale di Brescia»):" Anche ieri ha vinto Salamina, che è nettamente superiore fisicamente, e non solo, è anche più preparato, il più serio, il più costante nella preparazione, il che non è solamente merito atletico. Salamina, per tutte le ragioni sopraelencate, è la tipica figura dell' «atleta speranza», l'atleta che potrà dare in futuro le migliori soddisfazioni alla sua Società». Un bagaglio di serietà che Giulio ha portato lungo tutta la sua vita.