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Don Alessandro Capanni, il prete con il cappello di Tex Willer se n'è andato PDF Print E-mail

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I ragazzi e le ragazze della parrocchia di S.Antonio, a Montecatini, lo avevano soprannominato «il Grinta», mutuandolo dal titolo di quella pellicola del 1969 interpretata da John Wayne, che per quella interpretazione ricevette l'Oscar come miglior attore protagonista. Don Alessandro Capanni avrebbe meritato anche lui un Oscar, quello per il miglior interprete dei sentimenti umani, che sapeva leggere, decifrare, auscultare con lo stetoscopio dell'anima. Chissà, forse l'Oscar glielo assegneranno lassù, dove è andato, in punta di piedi, quando la giornata di domenica lasciava spazio alle ormai fitte ombre della sera. Era stato ricoverato in fretta qualche giorno prima, in stato comatoso. Nei giorni successivi aveva dato leggeri segni di ripresa. Forse ce la fa anche stavolta, pensammo, sperammo, il prete era di tempra robusta, la vita gli aveva già riservato prove toste nel fisico. Invece, alla fine, si è arreso.

I funerali, nella chiesa di S.Antonio, a Montecatini, saranno celebrati mercoledì mattina, alle 10. E dopo, l'ultimo viaggio a Firenze, dove sarà sepolto accanto al suo adorato fratello Aldo, che se ne era andato nel gennaio del 2007, quell'Aldino di cui Alessandro parlava sempre con un affetto e una devozione che raramente abbiamo riscontrato in altri. Custodiva gelosamente tutti gli scritti del fratello, che con la penna ci sapeva fare. E li rileggeva, e li leggeva anche a noi, quando andavamo a visitarlo. Quell'Aldo Capanni che fu uno dei primissimi che aderì alla idea di dar vita all'Archivio Storico dell'Atletica Italiana e ne fu inimitabile segretario fino al decesso. Don Alessandro chiese di sostituire il fratello nell'elenco dei soci dell'A.S.A.I. Nel 2010 accolse la nostra Assemblea annuale nella sala riunione della sua parrocchia; fu nel teatro adiacente che venne presentato il progetto di rifacimento del nostro sito Internet. Poi si intrattenne a pranzo con noi in un agriturismo poco distante da Montecatini, circondato dall'affetto dei proprietari e del personale che lo adoravano. Prete battagliero, tenace, non esitava a far sentire la sua voce nei sermoni talvolta pungenti. Aveva anche un'altra qualità: sapeva incazzarsi! Anche per questo gli abbiamo voluto tanto bene. 

Nel collage di foto, momenti di varie edizioni delle «Parrocchiadi», inventate da Aldo e da Alessandro per un momento che chiamasse a raccolta i giovani e i giovanissimi della parrocchia all'insegna dello sport e della cultura: cultura al mattino per visitare una delle tante bellezze artistiche di Firenze, sport al pomeriggio al campo dell'ASSI Giglio Rosso sul viale dei Colli. E poi tante premiazioni attorniato da quei ragazzi e ragazze.