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Happy birthday, Mastro Roberto, from Florence |
Mercoledì 02 Maggio 2012 15:27 |
There is something, even a lot of things, linking Bruno Bonomelli the unstoppable searcher of ancient texts to whom the Historical Archive of Italian Athletics has been dedicated, and Roberto Luigi Quercetani.
C’è qualcosa, o molto, che lega Bruno Bonomelli, il ricercatore d’incunaboli cui l’Archivio Storico dell’Atletica Italiana è titolato, e Roberto Luigi Quercetani. Una località e una data, soprattutto. Café de la Madeleine, rue de la Montagne, Bruxelles. Mattina del 26 agosto 1950. Quarta giornata dei campionati europei, avanti che Emil Zátopek polverizzasse nella finale dei 5.000, con 150 metri di distacco, l’abbinata franco-belga Alain Mimoun-Gaston Reiff. In una polifonia linguistica di cui si fecero carico in particolare Quercetani e lo svizzero di Lugano Fulvio Regli, undici firmatari, tra cui i due italiani, sottoscrissero la nascita dell’ATFS, l’associazione internazionale degli statistici di atletica. Evochiamo l’episodio alla vigilia del compleanno di Roberto Quercetani. Pudore e riservatezza, trattandosi di un uomo, non ci impediscono di rivelare che le stagioni di vita del nostro amico, da festeggiare il 3 maggio insieme con la signora Maria Luisa nella fiorentina via Inghirami, sono novanta. Quando Quercetani di anni ne compì ottanta, ricevette ventiquattro messaggi di augurio. Che i mittenti, oltre i sei italiani, fossero nove della Gran Bretagna, quattro degli Stati Uniti, tre della Germania e due della Finlandia fu solare conferma di quanto la sua notorietà spaziasse sulle frontiere internazionali e di come una firma giovanile, apparsa in un lontanissimo luglio del 1943 sul periodico finlandese "Yleisurheilu", molta strada avesse fatto. A giorni sapremo se quel numero ventiquattro avrà subito ritocchi. Qui, da queste brevi righe, ci interessa che l’amico e maestro Roberto Quercetani sappia quanto forte sia nei suoi confronti l’affetto dei componenti dell’ASAI e quanto inestinguibile la stima per un uomo che ha sempre onorato, in ogni latitudine, la sua appartenenza a due grandi famiglie, quella italiana e quella dell’atletica. Avviata, la seconda, un giorno del 1932, quando la trepida curiosità di un adolescente prese coscienza da un pannello luminoso della stazione di Santa Maria Novella della vittoria di un connazionale, Luigi Beccali, ai Giochi di Los Angeles. |
Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Maggio 2012 16:25 |