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Da queste pubblicazioni si diffuse il "verbo" che segnò una nuova era per la corsa lunga in Italia PDF Stampa E-mail

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"Che cos'è il "Marathon Club Varese"? Il MCV è stato fondato oltre un anno fa su iniziativa di Arcelli, De Martini e Gervasini, con lo scopo specifico di interessarsi ad un settore dell'atletica leggera che fino ad allora era stato piuttosto trascurato e in qualche caso maltrattato, quello delle gare di fondo". Può essere considerato l'antenato degli annuari di maratona che sarebbe fioriti negli anni a venire, in Italia e nel mondo. Il Centro Studi era il fiore all'occhiello, direttore Roberto Gervasini. E poi le organizzazzioni che partivano dalla considerazione " per la crescita della maratona italiana è importante infoltire il calendario nazionale delle gare di fondo". L'esatto contrario di oggi con un calendario assurdo, pletorico, basato solo sull'affarismo e non certo sullo sviluppo dello sport e della corsa. Il MCV promosse due corse nel 1970: la Maratona Ignis, a Cassinetta di Biandronno, il 24 maggio, e l' Ora Rub-Kor su pista, a Varese, il 27 settembre. Gara sull'ora che è stata lasciata pressochè morire....perchè era troppo bella!  Meglio la "Quattro Passi attorno al fienile", rende di più.

L' Annuario 1971 riporta le classifiche per intero, certo non si parla delle migliaia di oggi: nella Maratona Ignis partirono in 52 e arrivarono in 42. Vinse Gian Franco Sommaggio su Herman Geier e Francesco De Menego, che dopo la carriera sportiva intraprese quella politica fino a diventare sindaco di Cortina D'Ampezzo e poi assessore regionale all'ambiente. In quell'orine d'arrivo spuntano nomi come quello del piacentino Enzo Boiardi, che stabilì il primato italiano delle 24 ore con poco più di 211 chilometri. E tanti nomi della maratona italiana che poi avrebbero identificato una epoca: Mario Binato, Vito Melito, Toni Ritsch, Massimo Begnis, così alla rinfusa senza stabilire priorità. Nell'Ora di corsa, furono stabiliti due nuovi primati italiani da Pippo Cindolo: quello dell' Ora e, di passaggio, quello dei 20 km. Ma anche Gioacchino De Palma e Umberto Risi fecero meglio del precedente primato dello stesso Risi.

Quel primo Annuario della maratona italiana era completato da analisi, dalla classifica completa dell'anno 1970, l'ultimo aveva 3 ore 57:15:, dai risultati delle altre tre maratone italiane oltre a quella di Cassinetta: i Campionati internazionali militari a Viareggio, il Campionatoi nazionale a Grottammare, la Maratona Dorando Pietri a Carpi. Ed ecco l'intervento di Bruno Bonomelli che dà in pasto a tutti i dati del suo archivio pubblicando la classfica italiana di tutti i tempi, ed aggiunge una lista di prestazioni su distanze errate. Enrico Arcelli apre inceve la conoscenza a cosa bere e mangiare durante una gara di maratona (l'articolo era stato pubblicato sulla "Gazzetta dello Sport").

Accompagnano questa prima pubblicazione artigianale le copertine del programma della terza Maratona Ignis - Ire del 1973 e quella del trimestrale del Marathon Club, ormai divenuto elegante opuscolo a stampa. In questo numero 3 -4 giugno - settembre 1972, oltre alla cronaca dei maratona dei Giochi Olimpici di München, lo studio di Bonomelli che ricostrisce i primi 10 maratoneti italiani, anno per anno, dal 1896 al 1972, uno studio che il maestro di Rovato non abbandonerà mai, arricchendolo e integrandolo con nomi e prestazioni che andava scoprendo durante le sue continue ricerche. Parla poi Oscar Barletta, l'uomo che con la sua passione e umanità ha contribuito forse più di tutti alla rinascita della maratona italiana. Citiamo un passaggio di quella intervista, un passaggio che riguarda un nostro caro amico e socio. Parlando dei Giochi Olimpici Barletta dice:"Fava ha ottenuto un'affermazione che, francamente, all'inizio della stagione nessuno si sarebbe aspettato da lui, nonostante avesse fatto intendere fin dai cross che ci trovavamo davanti ad un elemento sul quale il mezzofondo italiano poteva fare affidamento, per doti, serietà nella preparazione e determinazione in gara, a qualsiasi livello, ritengo che Fava abbia tutti i numeri per diventare uno dei più grandi atleti del mezzofondo che abbia mai avuto l'Italia". Proprio lui, Franco Fava.

Le pubblicazioni, queste qui presentate e altre ancora, sono consultabili nella Biblioteca dell'atletica, a Navazzo, lago di Garda, che funge anche da biblioteca per il soci dell'Archivio Storico.