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Se ne è andato un altro eccezionale atleta italiano: Carlino Monti, sprinter, dirigente, giornalista PDF Stampa E-mail

Carlo Monti

Carlo Monti, per tutti ma soprattutto per chi gli voleva bene "Carlino", ha chiuso i conti con la sua vita terrena questa mattina. Un amico ci fa rimbarlzare la notizia pur stando molto lontano, in trasferta di lavoro. La salute aveva vacillato già parecchie volte nell'ultimo anno. Lo scorso 24 marzo aveva doppiato la boa numero 96. Tempra d'acciaio, da sprinter "cattivo", di quelli tosti da piegare. Si mise al collo due splendenti medaglie: quella della staffetta 4 x 100 ai Giochi Olimpici di Londra '48 (bronzo, dopo aver accarezzato l'argento, il quartetto statunitense prima fu squalificato poi riammesso), e quella, dello stesso metallo ai Campionati Europei di Oslo '46 sui 100 metri. Personaggio straordinario, temperamento fiero, mai prono ai cosiddetti potenti di turno, giornalista da combattimento sempre in prima linea, ti servivano 20 righe da Cernusco Lombardone o 200 da Tampere, Carlino lo trovavi sempre. Uomo verticale, per abusare di una frase breriana, uomo che sapeva dare affetto e che, in vita sua, ne ha ricevuto. Molti di noi gli erano affezionati e oggi la notizia della sua scomparsa ci riempie di tristezza. La terra ti sia lieve, Carlino.

Nei prossimi giorni torneremo sulla sua figura. In questo momento esprimiamo il nostro affetto al figlio Fabio, pure giornalista per anni al "Corriere della Sera", compagno di viaggio di molte trasferte atletiche.