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Lasciata la casa dei fantasmi del Centro Studi ASSI Giglio Rosso a Firenze l'A.S.A.I. va sul Garda PDF Stampa E-mail

 

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Festicciola in famiglia domenica scorsa 22 maggio al numero 35 di via Monsignor Giacomo Tavernini, a Navazzo, sul lago di Garda. Presenti alcuni soci dell'Archivio Storico (pochi, anzi troppo pochi) e alcuni amici del progetto "Sognando Olympia", si è "battezzata" la sede dell'A.S.A.I., che, in virtù del nuovo Statuto approvato in Assemblea e registrato con tutti i (costosi) crismi di legge, ha fatto trasloco dalla ormai inesistente sede del Centro Studi Assi Giglio Rosso di Firenze (alla faccia della sbandierata cultura e sport, una delle più grosse panzane recitate con finta serietà dai "digerenti" sportivi) alla Collezione Ottavio Castellini. Come dire insomma che la nostra sede sociale è sempre stata in affitto a canone zero e continua così. C'erano Erminio Rozzini, Giuseppina, Luciano e Marco Peiano, Clara e Marco Forti, Nicola Buccomino, i giornalisti Sandro Pellegrini e Enzo Gallotta, con signora. Oltre al padrone di casa.

Quattro chiacchiere sulle future iniziative, una breve visita guidata soprattutto per l'amico Buccomino, venuto appositamente da Vimercate, un improvvisato ricordo di Bruno Bonomelli, e un brindisi augurio di lunga vita all'Archivio, e anche ai presenti. Spazio poi a "Marco & Marco" - niente a che fare con l'antica moneta tedesca che in passato fu l'arma di conquista delle orde teutoniche in questi bei luoghi del lago di Garda che ormai sembra periferia di Heidelberg - e alle loro fotocamere per "immortalare" (ma sì, esageriamo) il momento. E il alto, al terzo piano della dimora, lo striscione con il logo di "Sognando Olympia". Finite le chiacchiere, spazio alle forchette dalla signora Angelina al ristorante Costa, un borgo che domina una vallata interna incantevole, tanto incantevole che perfino americani d'America si sono stabiliti lì ad allevare vacche come fossero in Arizona.

Il servizio fotografico di Marco Peiano ci propone una veduta della "fortificazione" che custodisce i tesori cartacei dell'Archivio Storico; in alto Erminio Rozzini indica la bella scultura in ferro battuto di cui è autore; quattro chiacchiere in mezzo ai libri con Sandro Pellegrini (a sinistra) la signora Gallotta e il marito Enzo. In fondo a destra, faccia a faccia fra due giovani soci dell'ASAI, Rozzini e Castellini.