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I campioni raccontano la loro Olimpiade: Franco Fava e la storia di un minuscolo portachiavi del '72 PDF Stampa E-mail

Sognando Olympia

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Non so di preciso cosa mi spinse quella mattina del 6 di settembre del 2015 a rimboccarmi le maniche e decidere finalmente di rimettere un po' d'ordine ai miei ricordi materiali che ancora straripavano disordinati nelle credenze e nelle cassapanche nella mia vecchia casa di famiglia a Roccasecca. Era stato nonno Cecco a collezionare con cura tutti gli articoli di giornale che mi riguardavano lungo tutti dagli anni ‘70. Tante targhe, coppe e anche qualche telegramma ingiallito, tra cui quello datato marzo 1968 a firma Vanni Carreddu (pseudonimo utilizzato allora da Vanni Loriga sul “Corriere dello Sport”) e indirizzato ad Antonio Vicini, capostazione a Roccasecca e per diletto collaboratore del quotidiano sportivo di Roma. Nel quale il giornalista chiedeva al ferroviere di seguirmi con particolare attenzione dopo il decimo posto al cross tricolore allievi di Viareggio. E' datato 4 aprile1974 invece il telegramma in cui un certo Giulio Andreotti, allora ministro della Difesa, si complimentava per il titolo mondiale militare di cross. <<Primo atleta europeo>>, recitava il testo indirizzato alle Fiamme Gialle di Ostia. Impolverati e ingialliti dal tempo, anche tanti cimeli di cui avevo perso memoria.

     Uno di questi ha la forma di un rombo. E' chiaramente un portachiavi di pessima qualità, di plastica trasparente ora logorata dal tempo, unito a una catenella ossidata. All'anello non è appesa nessuna chiave. (Chi volesse vedere l'oggetto descritto da Franco può entrare su questo indirizzo https://www.collezioneottaviocastellini.com/ultime-acquisizioni, n.d.r.). Ma il logo di colore azzurro chiaro su un lato e un numero impresso in rilievo sul nastrino Dymo sull'altro mi fanno fare un sobbalzo. Con la mente torno di colpo indietro di 43 anni. All'Olimpiade di Monaco 1972.

    Inaspettato tra le mie mani è tornato quel portachiavi di Monaco 1972. Allora c'era appesa la chiave del nostro appartamento, situato al terzo piano di Connolystrasse, nella palazzina della squadra italiana situata nel cuore del Villaggio atleti. Lo guardo e riguardo. E' solo un vecchio portachiavi. Ma non per me. I ricordi iniziano a rincorrersi veloci. A quella mattina di sole, sempre del 6 settembre, del 1972. Mi rivedo con i Ray-ban correre fuori dal Villaggio per la mia razione di chilometri quotidiana prima di tornare a Roma, dove papà mi attendeva in aeroporto con la Prinz Nsu4 per riportarmi a casa.

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