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O Diario de dois pobres mosquitos olímpicos no Rio PDF Print E-mail

 

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Collage di foto olimpiche: Carlos e Ottavio autofotografati (lo chiamano selfie) nell'aereo da São Paulo a Rio; nella zona arrivi dell'aereoporto di Rio, e infine sfoggiando il logo di "Sognando Olympia" nella reception dell' Hotel Mar Ipanema, dove alloggiano, con alcuni del personale, Marco, Felipe e Pimentel.

 

A partire da oggi dovrete sopportarci, proprio come per le fastidiose zanzare che ci ronzano di notte attorno alle orecchie. Mosquitos? Zika? Siamo a Rio da tre giorni e abbiamo visto le immagini del terribile insetto che ha terrorizzato il mondo nelle settimane scorse solamente nei posters che nelle farmacie e nei supermercati reclamizzano spray zanzaricidi. Speriamo duri. Mah, che sia un'altra paraculata delle case farmaceutiche?

Gli unici due mosquitos che abbiamo visto a Rio si chiamano Carlos Fernandez Canet e Ottavio Castellini, due soci della A.S.A.I., che si trovano all'ombra del Cristo, che speriamo ci protegga nonostante i nostri gravi peccati, per esercitare una specie di mestiere molto surrealista: i cosiddetti statistici di atletica, vale a dire quelli che mettono in fila i numerini che dovrebbero servire a capire qualcosa di più del nostro sport, ma di cui tutti se ne sbattono allegramente, a cominciare da chi fa finta di dirigere 'sta povera atletica.

Riprova? Ieri i due mosquitos che giocano con il pallottoliere sono stati mandati allo sbaraglio allo Stadio Olimpicio, che qui chiamano Engenhão, tardando sei ore per mettere i piedi dentro, dove, teoricamente, avrebbero dovuto lavorare. Fortuna che uno dei due mosquitos è vecchio e conosce qualcosina di più di mezzo mondo. I due, morti di freddo in una sala con l'aria condizionata sparata a temperatura glaciale, hanno anche dovuto subire la maleducazione e l 'aggressione verbale di un branco di imbecilletti che lavoravano per il calcio, ieri nello stadio c'erano due partite.....e lo stadio era loro! Voi due che cazzo ci fate qui? Carlos e socio hanno così avuto modo di comparare la virulenza idiota degli addetti al Tempio del Dio Eupalla con la gentilezza, il sorriso, la disponibilità dei militari in servizio ai metaldetector, armati fino ai denti, con delle mitraglie che fanno tremare le chiappe solo a guardarli. Eppure da loro ti senti rassicurato, da un idiota che ti dice che "neanche se si presenta il Papa in questo corridoio lo faccio passare" quando si sta giocando in campo Honduras - Algeria, beh, non hai difese, ti arrendi senza condizioni.

Vabbuó, diceva il comandante Schettino....vabbuò hanno detto i nostri due moscerini infettivi: dopotutto, domani è un altro giorno, copyright Rossella O'Hara nell'ultima scena di "Via con il vento". E lo è un altro giorno: più tardi Nonno Moscerino (10 edizioni dei Giochi Olimpici sullo stanco groppone) e Nipote Moscerino (cinque edizioni) prenderanno la metropolitana per andare allo Stadio Maracanã per la Cerimonia di apertura dei XXXI Giochi Olimpici dell'Era Moderna. Domani preparatevi a leggere cammionate di retorica. Ma, sinceramente, cosa ci è rimasto oltre a qualche scampolo di sentimenti, di illusioni, di qualche brandello di idealismo?

Ci è rimasto "Sognando Olympia". E vai!!!!