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Gianni Poli: ho dovuto attendere ma ne è valsa la pena PDF Print E-mail

Gianni Poli

Questa è davvero una foto inedita di Gianni Poli, uno scatto inoltre di un fotografo molto speciale. Siamo a Chiari, provincia di Brescia, il 29 febbraio 1976, al Campionato bresciano di corsa campestre, categoria juniores. Poli (18) dietro a lui Alfredo Bonetti (7), a fianco Maurizio Cominelli (6). La foto fu scattata da Bruno Bonomelli. Doppio click per ingrandire la foto.

Continua la nostra serie di articoli scritti di proprio pugno da atleti italiani e stranieri che hanno toccato l'apice sportivo con la partecipazione olimpica. Oggi è la volta di Pier Giovanni Poli, per tutti noi Gianni, maratoneta, plasmato dal dottor Gabriele Rosa. Gianni non ha avuto sempre la fortuna dalla sua parte, nonostante le immense qualità che aveva. Ci racconta il suo "pellegrinaggio" verso la partecipazione olimpica, una attesa che durò otto anni. Conosciamo personalmente qualcuno che è sempre stato convinto che il giovanotto di Lumezzane, fu scippato di quella gioia nel 1980 quando si era ampiamente meritato la partecipazione. Qualcuno ricorda ancora bene la bagarre sulle strade di Varallo Sesia al termine del Campionato italiano di mezza maratona. A te la parola, Gianni, e grazie per aver scritto per noi e per essere stato domenica scorsa ospite d'onore a Navazzo per la "Diecimiglia del Garda".

Sin da ragazzino, quando ho iniziato con la corsa, ho sempre sognato di poter partecipare ad una Olimpiade. Il mio rapporto con l’evento sportivo più importante al mondo è un alternarsi di chiaro – scuro. Lasciate che vi racconti il perchè.

Nel 1980, a 23 anni, mi ero meritato la convocazione per i Giochi Olimpici di Mosca, il sogno del ragazzino si stava avverando, ma quella trasferta per me rimase solo e soltanto un sogno. Sta di fatto che quei Giochi me li guardai alla televisione, con  tanta delusione e rammarico e non fu facile accettare quella esclusione.

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