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"Catetos Olimpicos", la nuova stirpe di ignoranti dello sport che popolano i Giochi Olimpici PDF Stampa E-mail

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"Los Juegos Olímpicos siempre han sido una reserva natural por la que transitaban respetables periodistas de cierta edad con enciclopédicos conocimientos de los diferentes deportes olímpicos. Hoy el Parque Olímpico está infestado de metemicrofónos y tipos que se hacen selfies con los deportistas para luego comentar en sus redes si tal o cual deportista es más delgado en la realidad que por televisión. Una nueva estirpe de periodistas que alguien ha dado en llamar acertadamente 'Catetos olímpicos'."

Per coloro che non hanno dimestichezza con l'idioma di Miguel de Cervantes una approssimativa traduzione di questa opinione di Fermin de la Calle, spagnolo, redattore del giornale digitale Vózpopuli e di un blog personale. Opinione che condividiamo in toto: i Giochi Olimpici sono sempre stati una riserva naturale popolata di rispettabili giornalisti di una certa età con una cultura enciclopedica dei vari sport olimpici. Oggi il Parco Olimpico è infestato di tipi che ti cacciano il microfono in bocca (metemicrofónos), di altri che si scattano selfies con i campioni per poi commentare nei loro canali se il tale o talaltro campione è più magro nella realtà che in televisione. Una nuova stirpe di giornalisti che qualcuno ha definito "Bifolchi Olimpici", nel senso dei poveri inurbati che stupiscono difronte a tutto e fanno sorridere per la loro pochezza. Per dire, la scena bellissima di Alberto Sordi a New York che, povero paesano incolto, scambia il contenitore della monnezza (litter in inglese) per la cassetta dove imbucare le cartoline (litter come lettera)!

Un altro passaggio di questo sarcastico commento di De la Calle. "Uno de los casos más sonados se produjo en el estadio olímpico, conocido por los brasileños como Engenhão. Bolt acaba de proclamarse campeón olímpico por tercera vez consecutiva. Oro en Pekín, Londres y Río. Una leyenda viviente del deporte. Sin embargo, un periodista radiofónico que dispuso de la presencia del campeón en su micrófono durante unos segundos, le formuló tres preguntas: la última si era del Real Madrid o del Barcelona. Como diría Pérez-Reverte..."con dos cojones". El momento más importante de su carrera deportiva, la del periodista, digo, y le pregunta eso. Ya había inaugurado los Juegos en su emisora preguntando al ciclista Jonathan Castroviejo por sus sensaciones en su primeros Juegos, a lo que el deportista contestó con un escueto "Son mi segundos", tras el cual se 'escuchó' un incómodo silencio. ¿Podía preguntarle a Bolt si era del Real Madrid o del Barcelona? ¿Debía hacerlo? ¿La pregunta era de cosecha propia?".

Per passare dall'iberico all'italico. Poche ore fa abbiamo letto sul digitale di un quotidiano nostrano la storia della caduta di una atleta nei 5 mila metri e dell'altra che si è fermata ad aiutarla. Commento: il CIO decide di ammetterle alla finale. Ma quale CIO? La regolarità delle gare di atletica è esclusiva responsabilità della Federazione internazionale, attraverso i suoi organi, in questo caso quello che si chiama Track Referee, il giudice delle corse. Ma che ci vuole a informarsi? "Catetos", appunto. Come i professionisti del "virgolette aperte, virgolette chiuse", mai una analisi, un commento, una interpretzione di quello che hanno visto, la pedissequa trascrizione del registrato.

Siamo grati al nostro socio Carlos Fernández Canet che ci ha segnalato questo pungente articolo che, se volete, potete leggere integralmente entrando su questo indirizzo https://www.eurosport.es/juegos-olimpicos/blog-de-la-calle-catetos-olimpicos_sto5726102/story.shtml. Gracias, señor De la Calle, sus palabras nos han aiudado a pensar que no fueron inutiles las horas que nos hemos gastado leyendo, compilando, estudiando. Y sabemos de saber poco!