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I dieci momenti di Rio che resteranno nella mia memoria: ecco le scelte di Paolo Marabini (GdS) PDF Print E-mail

altAi XXXI Giochi Olimpici di Rio de Janeiro hanno presenziato quattro soci dell'A.S.A.I. Bruno Bonomelli: Franco Fava, giornalista del "Corriere dello Sport", Paolo Marabini, stesso mestiere alla "Gazzetta dello Sport", Carlos Fernández Canet, delegato IOC / IAAF alla informazione statistica per l'atletica, e Ottavio Castellini, nella stessa mansione operativa.

Su richiesta di un utente del nostro sito siamo stati sollecitati a compilare una nostra classifica dei dieci momenti, personaggi, situazioni, che maggiormente ci hanno colpito per consistenza tecnica, emozionato per situazione ambientale, apprezzato per spessore umano. Abbiamo girato la richiesta ai nostri quattro  "inviati speciali". Abbiamo già conosciuto le scelte di Carlos. Oggi pubblichiamo quelle di Paolo Marabini, giornalista alla "Gazzetta", redazione ciclismo, ma che sa di atletica (e non solo) come pochi, anzi pochissimi. Un maniaco della precisione, della documentazione, "nel rispetto di chi mi legge", come dice lui. Da un paio d'anni "prima firma" della "Rosea" al Giro d'Italia. Neofita olimpico, Rio lo ha tenuto a battesimo. Lo abbiamo già rimarcato ma lo ripetiamo: ognuno di noi ha la sua sensibilità, la sua capacità di reagire emozionalmente, la sua competenza specifica di un determinato sport. Noi non dobbiamo compiacere nessuno, non vinciamo premi, ognuno ha compilato in totale autonomia. Per dirla pirandellianamente: Così è (se vi pare). E se non vi pare fa lo stesso.

Io me li ricorderò così, di Paolo Marabini

400 uomini - Il record mondiale del favoloso Wayde Van Niekerk, ottenuto in ottava corsia e in una finale olimpica, è una delle più grandi imprese della storia dell'atletica. E poi battere di 73 centesimi Kirani James... Non servono molti aggettivi per descrivere questa gara, è bastato averla vista!

 

10.000 donne - Pensavamo che avremmo dovuto attendere ancora un po' prima di veder cadere il record del mondo della gara più lunga del programma su pista, anche perché le occasioni sono rare e per lo più legate alle grandi manifestazioni. Poi è spuntata Almaz Ayana e tanti saluti: chissà se il 29'17"45 della fenomenale etiope resisterà 23 anni come il record della Wang Junxia?

 

Maratona uomini - E' raro assistere a una maratona di una grande manifestazione in cui un atleta è talmente padrone della situazione da gestirla a proprio piacimento dal primo all'ultimo metro. Era successo a Samuel Wanjiuri a Pechino, s'è ripetuto qui con Eliud Kipchoge, capace negli ultimi due anni di lasciare il segno in tutte le più prestigiose maratone.

 

4x100 uomini - Benché molti lo ritenessero scontato, il nono oro olimpico di Usain Bolt era il meno semplice di tutti, dipendendo non solo dalle proprie gambe e dagli avversari, ma anche dalle prestazioni e dai cambi dei compagni. E poi il Giappone, che sorpresa.

 

400 donne - Che Shaunae Miller valesse l'oro lo si sapeva. Ma che lo potesse vincere in quel modo, con tuffo sul traguardo, chiudendo in 49"44 sulla favorita Allyson Felix... Uno dei finali più elettrizzanti della storia, senza alcun dubbio. Con la coda del palpitante dopocorsa della giovane promessa bahamense, rimasta a lungo distesa sulla pista a smaltire l'immane fatica e a godersi il trionfo

 

Asta uomini - Forse la più grande sorpresa dei Giochi, non tanto per l'esito finale, ma soprattutto per come è maturata. Con Renaud Lavillenie che sembrava volare sicuro sino all'oro a suon di salti immacolati e Thiago Braz Da Silva - attenzione, non un carneade - che si è inventato la gara della vita uscendo nel finale. Velo pietoso sul dopo gara del francese.

 

5000 donne - Tutti a pensare che Almaz Ayana, una settimana dopo l'oro con record mondiale dei 10.000, facesse un sol boccone delle avversarie anche sulla mezza distanza. Invece chapeau a Vivian Cheruiyot, che ci ha sempre creduto e ha piazzato un ultimo chilometro super.

 

800 uomini - David Rudisha ci aveva abituati bene ed era impensabile che potesse ripetere il doppio exploit - oro e primato mondiale - di Londra 2012. Ma si può rimanere insensibili di fronte a un trionfo in 1'42"15, ottenuto dopo il capolavoro tattico keniano? Era dal Peter Snell di Tokyo 1964 che non si vedeva un bis sulla distanza: ciò avvalora ulteriormente l'impresa di David.

 

Alto uomini - Il rimpianto per l'assenza di Gianmarco Tamberi è davvero forte, ma siamo poi sicuri che avrebbe avuto ragione di Derek Drouin? Per battere il canadese in giornata di grazia e capace di superare al primo tentativo tutte le misure da 2.20 a 2.38, una prestazione perfetta avrebbe anche potuto non essere sufficiente.

 

400 hs donne - Gran bella atleta questa Dalilah Muhammad, capace di centrare a 26 anni il primo titolo importante della carriera: il tempo finale ha risentito delle condizioni non ideali, ma la ragazza ha talento, tecnica e ritmica. E in gara secca vale il record del mondo della Pechonkina.