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"Non disturbate il manovratore!", estratto di un articolo di Bruno Bonomelli pubblicato nel 1953 PDF Print E-mail

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Stiamo rimettendo ordine nella voce "Le edizioni dell'A.S.A.I.", una sezione che abbiamo decisamente - e colpevolmente - trascurato. Ci riproponiamo una revisione accurata sia del numero delle nostre pubblicazioni - che in questo momento non è aggiornato - sia dei testi  che le accompagnano. Quando diciamo "pubblicazioni dell'A.S.A.I." intendiamo il libri editi direttamente dall'Archivio Storico (quelli relativi alla storia dei Campionati italiani, per intenderci) e quelli pubblicati da qualche nostro socio con il nostro logo (Martini, Manfredini, Zanetti Lorenzetti, e altri).

Il primo testo che abbiamo rivisto è quello del libro che inaugurò l'attività editoriale dell'Archivio: "Bruno Bonomelli, maestro di atletica", curato da Alberto Zanetti Lorenzetti. Libro di cui abbiamo ancora alcune copie disponibili, nel caso qualcuno fosse interessato. Sfogliandolo oggi, per rinfrescare la curiosità, ci siamo imbattuti in uno scritto dello storico rovatese che abbiamo deciso di pubblicare, data la sua stringente attualità. Il brano è estrapolato dall'articolo "Non disturbate il manovratore!", apparso sulle pagine de "l'Unità", quotidiano del Partito Comunista, il 2 dicembre 1953.

"Sportiva è quella nazione nella quale il giovane quattrodicenne o il signore quarantenne, il primo per una naturale esigenza di carattere agonistico, il secondo per mantenersi giovane, possono quando lo desiderano iscriversi ad una società sportiva che abbia a disposizione una palestra ed un campo sportivo. E questo anche nel più piccolo comune o nel rione di una grande città.

Non quella nella quale i viaggi dei dirigenti del C.O.N.I. non avvengono perché si intenda costruire un nuovo stadio, con pochi posti per gli spettatori e con numerosi spogliatoi per gli atleti, ma per le trattative di un Palazzo dello Sport coperto nel quale molti saranno i posti per gli spettatori e da contarsi sulle dita delle mani il numero per coloro che vi si esibiranno (per la pagnotta). Questo potrà anche avvenire in un secondo ordine di tempo, quando si saranno soddisfatte le esigenze di cui al primo punto. Prima le esigenze primordiali, poi quelle di spettacolo. Pima la spalliera svedese in ogni aula delle scuole elementari, poi lo stadio milanese dei centomila. Beninteso quando si debba usare a tale scopo il sacro denaro della collettività (Stato, Provincia, Comune). Siccome però viviamo in un mondo capitalistico, se qualche privato speculatore vuol costruire col suo denaro e a suo rischio lo "stadio dei centomila", si faccia pure avanti. Ma poiché mai avverrà che alcuno speculatore costruisca a suo rischio e pericolo la spalliera svedese in ogni aula delle scuole elementari, è giusto che il denaro della collettività venga riservato alla spalliera svedese piuttosto che allo "stadio dei centomila" ".

P.S. - Ogni riferimento alla farsa dello stadio romano di questi tempi è fortissimamente voluto. Inoltre, siamo al corrente di situazioni vergognose in località delle province di Brescia e di Piacenza, dove operano nostri soci impegnati non solo nella storia e documentazione ma anche nella attività quotidiana con le loro società sportive, situazioni per le quali basterebbero pochi danari che non si trovano mai. La spalliera svedese bonomelliana, appunto. Per megalomani palazzetti e altri impianti costosi a farli e ancor più dispendiosi a gestirli, il quattrino non manca mai. "2017 = 1953".