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L'atletica italiana e la Snam San Donato Milanese perdono un galantuomo: Anselmo Di Michele PDF Print E-mail

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Chi di noi  - e siamo parecchi - ha avuto a che fare con lui sui diversi sentieri che portano a fare pezzi di strada insieme sul "cammino di Sant'Atletica", lo ricorda come persona gentile, educata, un uomo mite, forse la definizione più calzante. Era Anselmo Di Michele, era perchè questa mattina, martedi 14 marzo, se ne è andato, è "andato avanti" per usare uno stereotipo ormai diventato una cantilena ripetitiva. A volte si scherzava e lo chiamavamo "il prode Anselmo", ma la sua prodezza era essere paziente, portato alla mediazione, ai toni pacati. Non era un guerriero appariscente, ma comunque tenace difensore delle sue idee e degli interessi della sua società, nella quale profondeva tutte le sue energie: Snam San Donato Milanese, un signor club che sfidava i panzer delle società militari, nove titoli di campione d'Italia con la squadra femminile, sempre in lotta per le prime posizioni con quella maschile. Tanti gli atleti italiani che nella Snam sono cresciuti, oppure sono passati, da Genny Di Napoli a Fiona May, da Andrea Nuti ad Antonella Bevilacqua, a Manuela Levorato. Poi, segno dei tempi, anche il nome è cambiato: SM Sportiva Metanopoli.

Lo ricordiamo a Piacenza per dare una mano a Claudio Enrico Baldini, che allestiva il memorial nel nome di suo fratello Felice: tanti gli atleti della Snam, grazie anche al tecnico Antonio Cecconi, che partecipavano al meeting per testimoniare l'apprezzamento di tutto il club a Baldini, all'epoca Fiduciario tecnico del Comitato lombardo. Altri ricordi affiorano, in alcuni di noi, dalle riunioni del Comitato lombardo o del Consiglio nazionale delle Federazione, nei quali Anselmo sedette a lungo, sempre con dignità, competenza, disponibilità al confronto. Non ci sembra di esagerare nel dire che Di Michele era un dirigente che conosceva le problematiche dei club come pochi altri.

Anselmo se ne è andato a 83 anni, era nato a Pescara nel 1934, e nella città adriatica aveva praticato la marcia, poi era entrato nei ranghi dei giudici di gara. Nel 1962, per motivi di lavoro si trasferì a Milano per non più lasciarla. E, soprattutto, per non più lasciare l'atletica, i suoi ragazzi, le sue ragazze, i suoi tecnici, i suoi amici Luigi Cochetti e Alessandro Rossi. Ne conserveremo un gran bel ricordo, il ricordo di un galantuomo.

Nella foto (Comitato Lombardo FIDAL): Anselmo Di Michele con le ragazze juniores della stagione 1995.