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Anni Cinquanta: Trofeo Pavesi di marcia, una questione di famiglia. PDF Stampa E-mail

 

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Il nostro segretario Alberto Zanetti Lorenzetti ci ha fatto avere un interessante articolo sui famiglia Pamich, in particolare sul fratello meno conosciuto, Giovanni. Alberto ricostruisce i suoi esordi come marciatore.

La storia dei fratelli Pamich è nota. Fuggirono avventurosamente da Fiume nel settembre 1947 per raggiungere il padre che era emigrato in Italia, a Milano, per poter lavorare. Dopo le peripezie che li portarono ad affrontare i disagi delle fatiscenti strutture riservate ai profughi provenienti dalle terre giuliano-dalmate e l’indifferenza, se non l’ostilità, che li circondava, finalmente si stabilirono a Genova. Della carriera sportiva di Abdon sappiamo tutto, del fratello maggiore Giovanni molto meno. Ma un articolo apparso sul Corriere dello Sport il 2 luglio 1951 ci conferma che anche il dottor Giovanni la stoffa l’aveva. Il giovane fiumano si era imposto nel quinto Trofeo Pavesi, manifestazione organizzata dal giornale sportivo romano.  All’epoca il marciatore, che vestiva i colori della A.A.A. Genova, frequentava la facoltà di Medicina e Chirurgia del capoluogo ligure. Gli studi e la professione medica lo portarono all’abbandono delle gare di atletica. Fu medico nella Marina Militare, affinò la cultura e la pratica medica in Svizzera, si specializzò a Padova in Chirurgia generale, a Modena in Ortopedia, a Bologna in Chirurgia toracica ed ebbe una lunga carriera nell’ambito ospedaliero conclusa all’Ospedale San Polo di Monfalcone, struttura dove lavorò per molti anni con l’incarico di primario di Chirurgia generale.

Lo stesso articolo pubblicato dal quotidiano sportivo romano informa che al terzo posto giunse Massimo Massara, per l’occasione definito “il grande battuto”. C’è da porsi la domanda: ma siamo sicuri che il nome di battesimo è giusto? La risposta si trova sul quindicinale della FIDAL “Atletica” del 19 luglio 1951. Massimo altri non è che il fratello di Salvatore, personaggio ricordato in questo sito non molto tempo fa con scritti, fotografie e documenti, fra i quali un articolo di “Atletica” che lo riporta quale brillante vincitore dell’edizione del Trofeo Pavesi l’anno precedente.

Ma torniamo alla famiglia Pamich. Una figura di spicco dello sport di Fiume era lo zio di Abdon, Cesare. Si occupava di pugilato in una città dove la nobile arte godeva di grandissima popolarità e vantava un vivaio sportivo che aveva prodotto un campione quale Ulderico Sergo, che nel 1936 aveva colto il massimo alloro di una lunga carriera con la vittoria ai Giochi Olimpici di Berlino. Lo zio Cesare era notissimo come dirigente e organizzatore di incontri, oltre che essere un valido arbitro. Quando nel maggio 1945 per la città iniziò l’amministrazione jugoslava, cominciò anche per lo sport un “nuovo corso” che faceva riferimento ai principi dello cultura fisica socialista, cioè la promozione dello sport di massa, del dilettantismo, l’abolizione del professionismo e la lotta al campionismo. Questo avrebbe dovuto dare un netto taglio con il passato che, almeno per i primi anni, in città non avvenne. La direzione dell’attività sportiva venne affidata, presumibilmente per motivi d’immagine, a persone già ben conosciute prima della fine del secondo conflitto mondiale – fra le quali lo stesso Cesare Pamich che fu posto alla presidenza del Comitato di Cultura Fisica e, per l’atletica leggera, Vladimiro Superina – inoltre Ulderico Sergo ebbe la possibilità di salire sul ring da professionista anche nella stessa Fiume. Nonostante la boxe locale potesse contare su validi elementi come Alfredo Barcovich e i fratelli Barbadoro (il più famoso dei quali, Nello, fu indirizzato al pugilato nei primi anni ’40 da Lauro Bononcini, al tempo “distaccato” a Fiume), alla fine del 1946 vi fu una “epurazione” che coincide con il periodo dell’arresto di Cesare Pamich il quale, dopo essere stato rilasciato, decise di prendere la via per l’Italia, pima ancora della fuga di Giovanni e Abdon.

Ultima annotazione. Nell’albo d’oro del Trofeo Pavesi, dopo i nomi di Salvatore Massara nel 1950 e di Giovanni Pamich nel 1951, segue Abdon Pamich, vincitore nel 1952.

Materiale allegato: fotografie riprese dal "Corriere dello Sport" e l'articolo dello stesso giornale del 2 luglio 1951; disegno caricaturale di Cesare Pamich da "La Voce del Popolo" di Fiume del 25 marzo 1946. Il testo dell'articolo diventa leggibile cliccando sopra la pagina per ingrandirlo.