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Trekkenfild n.83: in attesa di verificare se l'atletica è guarita dal COVID - 19 Stampa
Martedì 30 Giugno 2020 16:35

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C'è di tutto un po' su questo ottantreesimo numero del foglio telematico lumbard. Si chiude addirittura con la riesumazione di un articolo di Gianni Brera. Noi del nostro miserello spazio ci siamo sentiti lusingati da cotanta lettura postuma, perchè da tempi che si perdono nella notte della conoscenza abbiamo cercato di ridar vita a brani, citazioni, del sior Brera ma anche di altri scrittori che hanno onorato il nostro sport. E, pensate, in tempi in cui non c'era bisogno di riesumazioni. Per dire: negli oltre 35 libri che portano il marchio ASAI (dal 1994 ad oggi), veri e propri samizdat diffusi solo nei sotterranei nel mondo dell'atletica, per non parlare del giornalismo atletico desaparecido, ci sono alcuni documentatissimi saggi del prof. Sergio Giuntini, che conosce l'opera di Brera come neppure il medesimo scrittore di San Zenone Po. Autocitazioni, che vergogna, ma quando ce vo' ce vo'.

E quelli che ci leggono, leggiucchiamo, alzano il pollicione del «I LIKE» non avendo letto una mezza riga, conoscono da tempo la stima e l'amicizia che ci legano ai due temerari che tengono in vita «TREKK», in attesa di finire a San Vittore per lesa autorità, le critiche che fanno, ci risulta, sono mal sopportate. Noi spesso ci ironizziamo sopra, per non prendere troppo sul serio né noi né loro. Vediamo 'sto numero 83: c'è di tutto, un po' roba che parla dell'oggi, qualcosaltro di domani, e forse anche di dopodomani. Toh, una lucina in tanto buio: dopo le esaltanti prestazioni del giornalismo sportivo e non, i due bombaroli sudditi poco obbedienti di Lodovico il Moro hanno dato un fil di voce a un galantuomo protagonista, suo malgrado, della più infame storia del nostro sport in questi ultimi anni. Noi abbiamo sempre avuto la sensazione di una vera e propria sceneggiatura da Inquisizione dei tempi d'oro della Chiesa. Abbiamo letto le pacate, educate, riflessive risposte del dott. Pier Luigi Fiorella, uno dei tre - gli altri essendo il dott. Beppe Fischetto e Rita Bottiglieri - che hanno cercato di massacrare nel Fort Alamotesino. E che poteva dire di più Fiorella? Nulla. Anche perchè il serpente cui hai schiacciato la testa (ultima sentenza di piena assoluzione perchè il fatto non sussiste) non sai mai se può dare ancora un colpo di coda velenoso. Voce flebile quella del bravo Fiorella, ma non poteva essere diversamente. Il merito di Brambilla e Perboni è di aver rotto un silenzio, questo sì, davvero mafioso. 

Ultimo aggiornamento Venerdì 23 Ottobre 2020 09:54